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Il negozio del futuro
Testo
<blockquote data-quote="rapportoagile" data-source="post: 1280953" data-attributes="member: 10802"><p>Ho lanciato questo thread perchè anch'io,tempo fa, ho avuto un negozio di moto e accessori. Ereditato da mio padre che lo aprì nel dopoguerra, quindi un negozio "storico" con periodi di vero e proprio boom. Mio padre morì nel 1980 e quindi io, ancora ragazzo, avevo 20 anni, lo ereditai insiema a mia sorella.</p><p>I primi anni andarono bene. Poi le ditte che rappresentavo diventarono sempre più esigenti. Più le loro moto erano richieste e più pesante era il contratto di fornitura che dovevi firmare per l'anno successivo. Contratto che prevedeva che per ogni moto di "facile" vendita dovevi ritirare anche un modello che non riuscivi quasi neppure a regalarlo. Non accettavi, cercavano un altro concessionario. Inoltre la clientela era sempre più esigente e, porca miseria, quello che avevi in casa, già pagato, non gli andava mai bene (...esagero un po', ma neanche troppo). Il magazzino costa, ma se non avevi la merce subito disponibile andavano da un'altro. Ovvio, parlo di caschi, abbigliamento e accessori. Per i ricambi originali è diverso, ma non ci guadagni quasi nulla. Quindi per vendere articoli con un margine di guadagno "decoroso", dovevo sobbarcarmi un magazzino tale, che per fare l'inventario a fine anno ci mettavano 3 giorni interi. </p><p>Nel 1992 la domanda epocale: "Quanto ci ricavo io da questo negozio, che mi tiene impegnato minimo 10 ore al giorno (d'estate anche 12/13)"? Quattro calcoli per determinare che mi rimaneva poco di piú di mio cognato, ragioniere in un posto pubblico. Il titolo ce l'avevo anch'io, feci un concorso pubblico, che andó bene, e dopo <strong>13 anni</strong> di mia attività e <strong>più di 40 </strong>in totale, ho ceduto (per fortuna sono riuscito a vendere) l'attività. Ora sono un tranquillo dipendente pubblico senza gloria, senza possibilità di carriera, ma anche senza pensieri, con uno stipendio fisso e tanto tempo libero.</p><p>...e con un po' di tristezza e un po' di rimpianto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="rapportoagile, post: 1280953, member: 10802"] Ho lanciato questo thread perchè anch'io,tempo fa, ho avuto un negozio di moto e accessori. Ereditato da mio padre che lo aprì nel dopoguerra, quindi un negozio "storico" con periodi di vero e proprio boom. Mio padre morì nel 1980 e quindi io, ancora ragazzo, avevo 20 anni, lo ereditai insiema a mia sorella. I primi anni andarono bene. Poi le ditte che rappresentavo diventarono sempre più esigenti. Più le loro moto erano richieste e più pesante era il contratto di fornitura che dovevi firmare per l'anno successivo. Contratto che prevedeva che per ogni moto di "facile" vendita dovevi ritirare anche un modello che non riuscivi quasi neppure a regalarlo. Non accettavi, cercavano un altro concessionario. Inoltre la clientela era sempre più esigente e, porca miseria, quello che avevi in casa, già pagato, non gli andava mai bene (...esagero un po', ma neanche troppo). Il magazzino costa, ma se non avevi la merce subito disponibile andavano da un'altro. Ovvio, parlo di caschi, abbigliamento e accessori. Per i ricambi originali è diverso, ma non ci guadagni quasi nulla. Quindi per vendere articoli con un margine di guadagno "decoroso", dovevo sobbarcarmi un magazzino tale, che per fare l'inventario a fine anno ci mettavano 3 giorni interi. Nel 1992 la domanda epocale: "Quanto ci ricavo io da questo negozio, che mi tiene impegnato minimo 10 ore al giorno (d'estate anche 12/13)"? Quattro calcoli per determinare che mi rimaneva poco di piú di mio cognato, ragioniere in un posto pubblico. Il titolo ce l'avevo anch'io, feci un concorso pubblico, che andó bene, e dopo [B]13 anni[/B] di mia attività e [B]più di 40 [/B]in totale, ho ceduto (per fortuna sono riuscito a vendere) l'attività. Ora sono un tranquillo dipendente pubblico senza gloria, senza possibilità di carriera, ma anche senza pensieri, con uno stipendio fisso e tanto tempo libero. ...e con un po' di tristezza e un po' di rimpianto. [/QUOTE]
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