Il Tour a fine agosto riaccende la speranza

Maxfire

Apprendista Velocista
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In pratica la sudditanza al Tour è evidente lì si salva la stagione sponsor etc il resto delle altre gare si devono rabattare a crearsi uno spazio, ma forse è giusto così, le Marche di bici possono lanciare i loro modelli e via dicendo. Poi con l approssimarsi dell autunno ritornano i Mali di stagione e la vedo dura continuare con sport come il ciclismo se il Covid dovesse riprendere. Qui non è chiaro come devono essere riaperte le scuole figuriamoci una gara ciclistica.
 

Corvo Torvo

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Sinceramente x salvare il Giro fossi un RCS farei anche a meno anche di 5 tappe, se poi le 3 sono quelle di Budapest a maggior ragione. Dare visibilità a Orban per qualche decina di migliaia di euro anche no, piuttosto penserei a far risparmiare alle squadre le spese di viaggio e hotel
 

samuelgol

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Le 3 di Budapest magari sono quelle che rendono di più e tu rinunceresti in primis proprio a quelle…….per fortuna chi organizza, come è giusto, bada all'aspetto economico, non a nazionalismi che portano solo al ridimensionamento dell'evento.
 

Corvo Torvo

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In questo momento rinuncerei proprio a quelle solo per questioni organizzative, non economiche.
Poi se smettessero di organizzare i prologo in paesi con una scarsa tradizione democratica sarebbe gran cosa, danno solo visibilità ai regimi. Dopo Israele e Ungheria, prossimo anno Turchia e poi ci vedrei bene Corea del Nord e Birmania...
 
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samuelgol

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L'Ungheria paese a scarsa tradizione democratica? Mi sa che un ripassino di storia non farebbe male.
Questa discriminante della storia passata di un paese come motivo di non organizzare degli eventi sportivi è incommentabile.
 

Il Trattore

Maglia Rosa
14 Luglio 2017
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Ma siamo sicuri che tutte le squadre siano in grado di schierare 8 atleti al via in ciascuno dei 3 grandi giri e contemporaneamente ottemperare agli impegni di eventuali gare di un giorno o brevi corse a tappe che si incastreranno?

Per carità, è fattibile (e pur di salvare la stagione in qualche modo ce la faranno) perché hanno organici da 30 corridori, ma chi farà il Tour non farà il Giro e chi farà il Giro non farà la Vuelta. Se di mezzo ci mettiamo pure mondiali, le classiche del nord e brevi gare a tappe............
 

samuelgol

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Ci saranno sicuramente deroghe da parte dell'Uci all'obbligo per le WT di partecipare a tutte le gare WT.
 

Il Trattore

Maglia Rosa
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Ci saranno sicuramente deroghe da parte dell'Uci all'obbligo per le WT di partecipare a tutte le gare WT.

Ma ridurre invece il numero di corridori per squadra? Tipo schierarne 6 invece che 8?

Visto che gli anni scorsi c'era (non solo qui come forum eh, proprio anche tra gli addetti ai lavori) chi si lamentava che il gruppo è troppo numeroso e specie le prime tappe diventano troppo pericolose, così come chi sosteneva che riducendo il numero di gregari per i capitani si assisterebbe a più scontri uomo-a-uomo e si eviterebbero certe "processioni" in salita. Insomma, se proprio volessero provare questo esperimento, quale migliore occasione di questa stagione?
 

Corvo Torvo

Apprendista Passista
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L'Ungheria paese a scarsa tradizione democratica? Mi sa che un ripassino di storia non farebbe male.
Questa discriminante della storia passata di un paese come motivo di non organizzare degli eventi sportivi è incommentabile.

Hai ragione ho colpevolmente usato la parola tradizione quando in realtà mi riferivo alla situazione corrente.

Già che ci sei fai anche tu qualche ripassino, perché negli ultimi 100 anni l'evento sportivo è stato la vetrina per la propaganda di regimi non di poco conto, non certo per promuovere l'attività turistica quanto invece per mostrare al mondo intero la loro grandezza e capacità organizzativa. Limitati anche solo agli ultimi 20 anni, non serve tornare a Monaco 1936...
Poi, il prodotto ciclismo ha delle dinamiche promozionali differenti rispetto ad altri: una partita di supercoppa italiana che si svolge in uno stadio in Cina raccoglie una marea di soldi dagli sponsor e contemporaneamente riesce a promuovere il calcio italiano in un paese di più di 1 miliardo di persone. Le tappe del Giro svolte all'estero hanno il risultato di promuovere il prodotto Giro nel solo paese in cui si svolgono, che in cambio riceve una enorme visibilità, proprio per questo sono disposti a pagare.
 
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samuelgol

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Hai ragione ho colpevolmente usato la parola tradizione quando in realtà mi riferivo alla situazione corrente.
Perché in Israele e in Ungheria ora c'è la dittatura?
Dove sono questi regimi in Europa? Ti ricordo che la dittatura c'è stata anche in Spagna. Aboliamo la Vuelta? C'è stata anche in Italia, aboliamo il Giro?
 

sembola

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Perché in Israele e in Ungheria ora c'è la dittatura?

Dove sono questi regimi in Europa? Ti ricordo che la dittatura c'è stata anche in Spagna. Aboliamo la Vuelta? C'è stata anche in Italia, aboliamo il Giro?
siamo ampiamente OT, ma Ungheria e Polonia hanno progressivamente abolito la separazione dei poteri e varato legislazioni antidemocratiche, assumendo caratteristiche non compatibili con i principi della "rule of law".

Quanto certe considerazioni possano o debbano valere riguardo allo sport è discutibile. Abbiamo avuto Olimpiadi a Mosca e Pechino, Mondiali di calcio in Argentina e finali di Davis in Cile, tanto per dire le prime che mi vengono in mente.
 

Il Trattore

Maglia Rosa
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Però, qua la questione è più che altro culturale.
- Olimpiadi a Mosca e Pechino: URSS/Russia e Cina sono storicamente nazioni che nel medagliere fanno la voce grossa
- Mondiali di calcio in Argentina: sport nazionale
- la finale di Davis del '76 in Cile già un po' più fuori luogo, ma ai tempi il Cile aveva Jaime Fillol che non era proprio una pippa come tennista.
Quindi di fatto parliamo sì di ostentare un regime, ma comunque al contempo di nazioni che hanno lo sport e certe manifestazioni sportive nel DNA e che hanno atleti protagonisti.

Capisco invece meno la partenza del giro dall'Ungheria (così come quella da Israele) perché comunque sono nazioni che non ci azzeccano una mazza con il ciclismo e che non hanno mai avuto protagonisti in tale sport.
 

samuelgol

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siamo ampiamente OT, ma Ungheria e Polonia hanno progressivamente abolito la separazione dei poteri e varato legislazioni antidemocratiche, assumendo caratteristiche non compatibili con i principi della "rule of law".…...
Mi pare di poter dire che forme di governo e autogestione diverse, non necessariamente debbano essere individuate come antidemocratiche, specie se questo cammino è avvenuto più o meno democraticamente.
Sarebbe come se in Italia si abolisse (con norma costituzionale approvata secondo i criteri della Costituzione stessa) una delle 2 Camere, o il Presidente della Repubblica, o si dessero poteri diversi e più ampi al Governo. Ciò non farebbe dell'Italia un paese antidemocratico.
Non parliamo poi di organizzarci o meno eventi sportivi per questo.
 

Corvo Torvo

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Perché in Israele e in Ungheria ora c'è la dittatura?
Dove sono questi regimi in Europa? Ti ricordo che la dittatura c'è stata anche in Spagna. Aboliamo la Vuelta? C'è stata anche in Italia, aboliamo il Giro?

Ma qualcuno ha parlato di dittatura, monarchia o repubblica? Se a te piace quello che fa Israele nei confronti dei palestinesi, o Orban e i paesi di Visegrad , Putin, o Erdogan contento tu. Non tutti hanno le stesse idee.

In compenso vedo che sei riuscito a quotare solo quello che ti fa comodo ignorando completamente il concetto che volevo esprimere con il mio post. Evidentemente ti interessa più fare polemica piuttosto che discutere della reale opportunità di fare le tappe all'estero in una corsa a tappe.
Ne prendo atto e ti lascio il 100% della ragione perchè mi pare sia l'obiettivo a cui vuoi puntare.
 

samuelgol

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Capisco invece meno la partenza del giro dall'Ungheria (così come quella da Israele) perché comunque sono nazioni che non ci azzeccano una mazza con il ciclismo e che non hanno mai avuto protagonisti in tale sport.
Il Giro (come il Tour) non è una organizzazione filantropica. Non va in Giro a esportare il ciclismo. Non lo fa nemmeno in Italia, che pur con una ampia tradizione ciclistica, è uno dei paesi al mondo più intolleranti verso il ciclismo stesso. Se il Giro va in Israele o in Ungheria, lo fa per soldi e per esportare il prodotto Italia, non per far appassionare il signor Puskas o il signor Netanyahu al ciclismo.
 

samuelgol

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Si vabbè, fatti i Giri stile anni 2000, con Gotti, Savoldelli, Casagrande, Garzelli, Simoni, che erano una sorta di campionato italiano tra mezze figure….salvo poi magari lamentarsi della grandeur del Tour in confronto al provincialismo del Giro….da cui faticosissimamente sta uscendo grazie a scelte opposte a quelle che vagheggi.
 

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