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Inizia la nuova stagione di Wout Van Aert
Testo
<blockquote data-quote="samuelgol" data-source="post: 7119307" data-attributes="member: 6633"><p>Tempo fa, parlando della "finestra utile" per un atleta, probabilmente proprio in riferimento a Sagan, dissi che il periodo in cui questi sono realmente competitivi è circa una decina d'anni a prescindere da quando questa finestra inizi e finisca. Come al solito ci furono i soliti haters, polemiconi ad personam ecc. che si divertirono a creare zizzania sul punto, ma la mia affermazione, derivava non da studi o quant'altro, semplicemente dal vedere quello che succedeva alla maggior parte di loro (Valverde escluso). Altri sport, magari meno usuranti, hanno magari una finestra maggiore. Tu citi Nibali per dire che sarebbe durato di più? A me non sembra. Anzi forse è pure leggermene sottomedia. Ha cominciato ad essere veramente competitivo verso i 25/26 anni per finire di esserlo intorno ai 35. Sagan era fortissimo già a 20 anni ci sta che sia scemato intorno ai 30 a prescindere dal poter poi infilare un acuto ancora o meno. Mediamente intorno alla metà della finestra utile si ha il picco che dura un paio d'anni pressappoco. Quindi no, NIbali non è durato più di Sagan. Solo temporalmente in una fascia d'età shiftata di qualche anno. Se guardiamo i campioni che vanno per la maggiore, quelli veri e che durano non lo spazio di una stagione, quasi tutti hanno avuto la stessa parabola temporanea come durata.</p><p></p><p>Ipotesi o se vogliamo opinioni personali ci mancherebbe. Probabilmente senza controprova. Ipotesi che si basano su alcuni esempi del passato più o meno recente che ci dicono che andare in certe squadre può allungarti la carriera,come andare in altre fartela terminare. Discorso analogo lo feci per Viviani che andando in Cofidis fece quel passo indietro tecnico, mentale e motivazionale (a volte in maniera inconscia) che questi due anni hanno dimostrato non avergli fatto granchè bene.</p><p></p><p></p><p>Che sia storia già vista, non vuol però dire che sia sempre stata corretta piuttosto che limitante.</p><p></p><p></p><p>A nessuno garba avere competizione interna, piuttosto che un entourage in cui sei il domino. Però quando le motivazioni cominciano a calare con il logorio fisico e mentale, la concorrenza interna può essere quella molla che ti dà quelle sopite motivazioni, piuttosto che lasciarti nella tua comfort zone a vivacchiare in attesa della pensione.</p><p></p><p></p><p>Magari al Giro del Rwanda, non è la Omloop però.</p><p></p><p>Non ha probabilmente avuto mai nessun motivo in cui dover fare bene a crono per raggiungere i proprio obiettivi, in cui le crono erano sempre solo giornata di riposo attivo. Io penso che avrebbe potuto fare bene tutto, inclusi GT, magari senza rampe di garage, con la giusta preparazione.</p><p></p><p>Probabilmente perchè questo garantiva la visibilità che il suo munifico sponsor voleva, anche se sportivamente la ho sempre considerata una vittoria per modo di dire. Era così completo che poteva vincerla "facile" sempre. In volata se non vinceva faceva punti, nelle tappe mosse, precluse ai velocisti poteva vincere o comunque fare punti anche lì, idem nelle tappe con arrivi in salitelle, nelle tappe di montagna riusciva a rimanere nel tempo massimo senza troppa fatica. Era una occasione facile di far vedere la maglia sul podio a ogni tappa. E che podio: quello del Tour de France. E il tutto si incastrava bene con la stagione delle classiche di primavera.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="samuelgol, post: 7119307, member: 6633"] Tempo fa, parlando della "finestra utile" per un atleta, probabilmente proprio in riferimento a Sagan, dissi che il periodo in cui questi sono realmente competitivi è circa una decina d'anni a prescindere da quando questa finestra inizi e finisca. Come al solito ci furono i soliti haters, polemiconi ad personam ecc. che si divertirono a creare zizzania sul punto, ma la mia affermazione, derivava non da studi o quant'altro, semplicemente dal vedere quello che succedeva alla maggior parte di loro (Valverde escluso). Altri sport, magari meno usuranti, hanno magari una finestra maggiore. Tu citi Nibali per dire che sarebbe durato di più? A me non sembra. Anzi forse è pure leggermene sottomedia. Ha cominciato ad essere veramente competitivo verso i 25/26 anni per finire di esserlo intorno ai 35. Sagan era fortissimo già a 20 anni ci sta che sia scemato intorno ai 30 a prescindere dal poter poi infilare un acuto ancora o meno. Mediamente intorno alla metà della finestra utile si ha il picco che dura un paio d'anni pressappoco. Quindi no, NIbali non è durato più di Sagan. Solo temporalmente in una fascia d'età shiftata di qualche anno. Se guardiamo i campioni che vanno per la maggiore, quelli veri e che durano non lo spazio di una stagione, quasi tutti hanno avuto la stessa parabola temporanea come durata. Ipotesi o se vogliamo opinioni personali ci mancherebbe. Probabilmente senza controprova. Ipotesi che si basano su alcuni esempi del passato più o meno recente che ci dicono che andare in certe squadre può allungarti la carriera,come andare in altre fartela terminare. Discorso analogo lo feci per Viviani che andando in Cofidis fece quel passo indietro tecnico, mentale e motivazionale (a volte in maniera inconscia) che questi due anni hanno dimostrato non avergli fatto granchè bene. Che sia storia già vista, non vuol però dire che sia sempre stata corretta piuttosto che limitante. A nessuno garba avere competizione interna, piuttosto che un entourage in cui sei il domino. Però quando le motivazioni cominciano a calare con il logorio fisico e mentale, la concorrenza interna può essere quella molla che ti dà quelle sopite motivazioni, piuttosto che lasciarti nella tua comfort zone a vivacchiare in attesa della pensione. Magari al Giro del Rwanda, non è la Omloop però. Non ha probabilmente avuto mai nessun motivo in cui dover fare bene a crono per raggiungere i proprio obiettivi, in cui le crono erano sempre solo giornata di riposo attivo. Io penso che avrebbe potuto fare bene tutto, inclusi GT, magari senza rampe di garage, con la giusta preparazione. Probabilmente perchè questo garantiva la visibilità che il suo munifico sponsor voleva, anche se sportivamente la ho sempre considerata una vittoria per modo di dire. Era così completo che poteva vincerla "facile" sempre. In volata se non vinceva faceva punti, nelle tappe mosse, precluse ai velocisti poteva vincere o comunque fare punti anche lì, idem nelle tappe con arrivi in salitelle, nelle tappe di montagna riusciva a rimanere nel tempo massimo senza troppa fatica. Era una occasione facile di far vedere la maglia sul podio a ogni tappa. E che podio: quello del Tour de France. E il tutto si incastrava bene con la stagione delle classiche di primavera. [/QUOTE]
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