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Intervista a Bruno Genevois. Antidoping francese
Testo
<blockquote data-quote="Concept Sailracing" data-source="post: 3969450"><p>Intervista molto interessante.</p><p>Rilevo però che l'approccio al problema non si è evoluto e il focus rimane sullo sviluppo dei protocolli e metodologie di controllo e su come possano essere eventualmente elusi. Non che questo sia negativo, sicuramente anzi è parte fondamentale della lotta al doping, ma come si è dimostrato negli anni non è sufficiente.</p><p>Le molecole dopanti sono oggigiorno alquanto complesse e necessitano di strutture e laboratori sofisticati per la loro produzione. La sintesi di queste, dunque, non è clandestina ma avviene necessariamente all'interno delle industrie farmaceutiche (che ovviamente le producono per fini terapeutici di determinate patologie).</p><p>Uno stretto coinvolgimento dell'industria e del legislatore ed una diretta collaborazione con la WADA mi sembrano, a questo punto, un passo necessario per dare una nuova svolta (approccio appunto) alla situazione.</p><p>Il CIO, attraverso la WADA, deve lavorare a che venga introdotto l'obbligo per le strutture che producono sostanze iscritte nelle liste doping di inserire nelle molecole o formulazioni farmaceutiche delle stesse dei traccianti easy detectable. In passato questa via è già stata intrapresa (con successo), ma inspiegabilmente si è smesso di percorrerla.</p><p>Certo rimarrebbe il problema dei METODI dopanti, ma quello delle SOSTANZE verrebbe certamente combattuto più efficacemente e, a mio parere, ridotto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Concept Sailracing, post: 3969450"] Intervista molto interessante. Rilevo però che l'approccio al problema non si è evoluto e il focus rimane sullo sviluppo dei protocolli e metodologie di controllo e su come possano essere eventualmente elusi. Non che questo sia negativo, sicuramente anzi è parte fondamentale della lotta al doping, ma come si è dimostrato negli anni non è sufficiente. Le molecole dopanti sono oggigiorno alquanto complesse e necessitano di strutture e laboratori sofisticati per la loro produzione. La sintesi di queste, dunque, non è clandestina ma avviene necessariamente all'interno delle industrie farmaceutiche (che ovviamente le producono per fini terapeutici di determinate patologie). Uno stretto coinvolgimento dell'industria e del legislatore ed una diretta collaborazione con la WADA mi sembrano, a questo punto, un passo necessario per dare una nuova svolta (approccio appunto) alla situazione. Il CIO, attraverso la WADA, deve lavorare a che venga introdotto l'obbligo per le strutture che producono sostanze iscritte nelle liste doping di inserire nelle molecole o formulazioni farmaceutiche delle stesse dei traccianti easy detectable. In passato questa via è già stata intrapresa (con successo), ma inspiegabilmente si è smesso di percorrerla. Certo rimarrebbe il problema dei METODI dopanti, ma quello delle SOSTANZE verrebbe certamente combattuto più efficacemente e, a mio parere, ridotto. [/QUOTE]
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