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La situazione dei pro in Italia, vista da Sacha Modolo
Testo
<blockquote data-quote="alboslr" data-source="post: 6609510" data-attributes="member: 73433"><p>Scusate, ma a me sfugge una cosa. In che modo un professionista possa aumentare la propria possibilità di ammalarsi andando a fare un giro in strade extraurbane. E' una cosa che proprio non capisco. Sicuramente è più rischioso andare a buttare l'immondizia e a fare la spesa, quindi di cosa parliamo? E' giusto per noi comuni mortali non utilizzare la bici perché se finiamo in ospedale per una caduta li sono guai (gli amatori sono decine di migliaia i pro no!) ecco perché, a mio avviso, bisogna rispettare tali direttive! Ma da qua a limitare tutti i professionisti del mondo del ciclismo mi sembra pura utopia.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="alboslr, post: 6609510, member: 73433"] Scusate, ma a me sfugge una cosa. In che modo un professionista possa aumentare la propria possibilità di ammalarsi andando a fare un giro in strade extraurbane. E' una cosa che proprio non capisco. Sicuramente è più rischioso andare a buttare l'immondizia e a fare la spesa, quindi di cosa parliamo? E' giusto per noi comuni mortali non utilizzare la bici perché se finiamo in ospedale per una caduta li sono guai (gli amatori sono decine di migliaia i pro no!) ecco perché, a mio avviso, bisogna rispettare tali direttive! Ma da qua a limitare tutti i professionisti del mondo del ciclismo mi sembra pura utopia. [/QUOTE]
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