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La stagione parte sotto il segno della Slovenia
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<blockquote data-quote="Maiella" data-source="post: 7127114" data-attributes="member: 78087"><p>Si, Roglic correva le GF, ma é stato un atleta di livello nel salto con gli sci. Diciamo che anche lui ha avuto una impostazione sportiva molto differente e, di conseguenza, si é dovuto applicare ottenendo dei risultati. Su Zulle, come ci ha ricordato [USER=1850]@Ser pecora[/USER] hanno inciso anche i suoi problemi alla vista. </p><p>Ad ogni modo é anche vero che in discesa ci possono essere dei limiti tecnici o solo psicologici, al netto degli anni trascorsi in bici. Tra i "poco abili" in discesa mi vengono in mente Basso, Quintana, Pinot (ho letto che aveva blocchi psicologici risolti con sedute da uno psicologo), Zakarin, Porte, e addirittura Cadel Evans per sua stessa ammissione agli inizi della sua avventura su strada.</p><p>La mia posizione al riguardo é la seguente: in discesa ciò che fa la differenza é lo stato psicologico, la consapevolezza dei propri limiti, quanto si é disposti a rischiare. Nel caso specifico di Evenepoel ci aiuta la famosa caduta dal ponte al Lombardia, dove il corridore ha dimostrato di non avere paura, di essere disposto a rischiare molto e, con ogni probabilità, di ignorare (non so con quale grado consapevolezza) i propri limiti.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Maiella, post: 7127114, member: 78087"] Si, Roglic correva le GF, ma é stato un atleta di livello nel salto con gli sci. Diciamo che anche lui ha avuto una impostazione sportiva molto differente e, di conseguenza, si é dovuto applicare ottenendo dei risultati. Su Zulle, come ci ha ricordato [USER=1850]@Ser pecora[/USER] hanno inciso anche i suoi problemi alla vista. Ad ogni modo é anche vero che in discesa ci possono essere dei limiti tecnici o solo psicologici, al netto degli anni trascorsi in bici. Tra i "poco abili" in discesa mi vengono in mente Basso, Quintana, Pinot (ho letto che aveva blocchi psicologici risolti con sedute da uno psicologo), Zakarin, Porte, e addirittura Cadel Evans per sua stessa ammissione agli inizi della sua avventura su strada. La mia posizione al riguardo é la seguente: in discesa ciò che fa la differenza é lo stato psicologico, la consapevolezza dei propri limiti, quanto si é disposti a rischiare. Nel caso specifico di Evenepoel ci aiuta la famosa caduta dal ponte al Lombardia, dove il corridore ha dimostrato di non avere paura, di essere disposto a rischiare molto e, con ogni probabilità, di ignorare (non so con quale grado consapevolezza) i propri limiti. [/QUOTE]
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