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La stagione parte sotto il segno della Slovenia
Testo
<blockquote data-quote="TheLordofBike" data-source="post: 7128250" data-attributes="member: 6731"><p>Ho letto velocemente diversi interventi.</p><p></p><p>Vorrei nel mio piccolo riportarvi una riflessione, che magari può aiutarvi ad aprire la mente verso altro prospettive (giuste o sbagliate che siano).</p><p></p><p></p><p>Fin prima di volare giù per il burrone, il giovane Remco (che ha un paio d’anni in meno di Tadej) tra i prof (e negli juniores) aveva raccolto molti più risultati dello sloveno. Aveva dominato in lungo e in largo ogni corsa a cui aveva partecipato e aveva vinto in solitamente una classica al primo anno tra i prof.</p><p></p><p>Poi si sa che tutto può succedere, magari non cadeva e a quest’ora il giovane avrebbe avuto in palmares un Lombardia ed un Giro d’Italia…magari se lo stesso infortunio lo avesse subito Pogacar oggi non saremo qui a lodere i prodigi e le emozioni che ci regala lo sloveno quando corre.</p><p></p><p>Quando accadono certe cose gli impatti possono essere molteplici. Fisici e psicologici. Talvolta più della caduta il problema è ritrovarsi con mille riflettori puntati addosso, con aspettative sempre superlative da parte di tutti e sentirsi oppressi da tutto questo.</p><p></p><p>È chiaro che Tadej oggi appare, a suon di risultati, il più forte corridore al mondo. Spinto da un flow e una condizione psicologica e fisica eccezionale. Non deve dimostrare più nulla per cui corre spensierato e di certo non logorato da chissà che pressioni (certamente al Tour la vivrà diversamente). Un po’ come il giovane re Remco che da neo prof ogni piazzamento e risultato era “oro” per cui correva “libero”.</p><p></p><p>ecco, volevo invitarvi a riflettere su come alcuni significativi episodi possono stravolgere le storie di atleti e dello sport. Da appassionati occorre essere obiettivi a mio avviso.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="TheLordofBike, post: 7128250, member: 6731"] Ho letto velocemente diversi interventi. Vorrei nel mio piccolo riportarvi una riflessione, che magari può aiutarvi ad aprire la mente verso altro prospettive (giuste o sbagliate che siano). Fin prima di volare giù per il burrone, il giovane Remco (che ha un paio d’anni in meno di Tadej) tra i prof (e negli juniores) aveva raccolto molti più risultati dello sloveno. Aveva dominato in lungo e in largo ogni corsa a cui aveva partecipato e aveva vinto in solitamente una classica al primo anno tra i prof. Poi si sa che tutto può succedere, magari non cadeva e a quest’ora il giovane avrebbe avuto in palmares un Lombardia ed un Giro d’Italia…magari se lo stesso infortunio lo avesse subito Pogacar oggi non saremo qui a lodere i prodigi e le emozioni che ci regala lo sloveno quando corre. Quando accadono certe cose gli impatti possono essere molteplici. Fisici e psicologici. Talvolta più della caduta il problema è ritrovarsi con mille riflettori puntati addosso, con aspettative sempre superlative da parte di tutti e sentirsi oppressi da tutto questo. È chiaro che Tadej oggi appare, a suon di risultati, il più forte corridore al mondo. Spinto da un flow e una condizione psicologica e fisica eccezionale. Non deve dimostrare più nulla per cui corre spensierato e di certo non logorato da chissà che pressioni (certamente al Tour la vivrà diversamente). Un po’ come il giovane re Remco che da neo prof ogni piazzamento e risultato era “oro” per cui correva “libero”. ecco, volevo invitarvi a riflettere su come alcuni significativi episodi possono stravolgere le storie di atleti e dello sport. Da appassionati occorre essere obiettivi a mio avviso. [/QUOTE]
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