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La tappa regina del Giro ed il futuro del ciclismo
Testo
<blockquote data-quote="Tract" data-source="post: 6966160" data-attributes="member: 80632"><p>Questo è un argomento fondamentale da affrontare. Probabilmente il più importante.</p><p>Il ciclismo è cambiato e lo si dice da tanto ormai. È ancora uno sport eroico? Forse no. È ancora Endurance, vince chi anche da sfinito va più forte ma davvero non è lo stesso sport di 50 anni fa.</p><p>Prima l abbigliamento era lana che pesava chili, ora si parla di atleti che sono tirati al grammo figurarsi di trasportare una giacca per una salita.</p><p>Questo è un dettaglio che fa riflettere sulla direzione dello sport, che è arrivato ad un punto di estremizzazione che davvero non permette ad essere umani senza un filo di grasso a sopportare condizioni difficili. Figuriamoci quindi a fare una gara dove dovrebbe trasportare materiale tecnico che pesa.</p><p></p><p>Pochi giorni fa il corridore Gino meder che ha vinto una tappa, in conferenza stampa non conosceva l esistenza dell' altro Gino ciclista. </p><p>Noi ancora ci emozioniamo e leggiamo libri sui grandi Magni, Coppi ma la realtà è che chi corre oggi non ha il minimo interesse a conoscere certe storie, tanto meno a replicarne le gesta eroiche. Soprattutto in corridori anglosassoni, la conoscenza storica è mediamente molto molto bassa.</p><p>E non è sorprendente perché si parla di ragazzi che sono saliti sulla prima bici che avevano un misuratore di potenza, quindi da l idea della distanza che c'è tra lo sport dell epoca e quello di oggi.</p><p>Quindi anche se noi sognatori, e includo Vengi, ancora vuole vedere scene epiche di neve e sofferenza estrema, dobbiamo essere aperti mentalmente che non sono piu situazione ripetibili.</p><p>A me che sono un nostalgico dispiace ma allo stesso tempo sono abbastanza realista da capire che arrivare al limite dell anoressia e scalare montagne sotto lo zero hanno poco in comune.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tract, post: 6966160, member: 80632"] Questo è un argomento fondamentale da affrontare. Probabilmente il più importante. Il ciclismo è cambiato e lo si dice da tanto ormai. È ancora uno sport eroico? Forse no. È ancora Endurance, vince chi anche da sfinito va più forte ma davvero non è lo stesso sport di 50 anni fa. Prima l abbigliamento era lana che pesava chili, ora si parla di atleti che sono tirati al grammo figurarsi di trasportare una giacca per una salita. Questo è un dettaglio che fa riflettere sulla direzione dello sport, che è arrivato ad un punto di estremizzazione che davvero non permette ad essere umani senza un filo di grasso a sopportare condizioni difficili. Figuriamoci quindi a fare una gara dove dovrebbe trasportare materiale tecnico che pesa. Pochi giorni fa il corridore Gino meder che ha vinto una tappa, in conferenza stampa non conosceva l esistenza dell' altro Gino ciclista. Noi ancora ci emozioniamo e leggiamo libri sui grandi Magni, Coppi ma la realtà è che chi corre oggi non ha il minimo interesse a conoscere certe storie, tanto meno a replicarne le gesta eroiche. Soprattutto in corridori anglosassoni, la conoscenza storica è mediamente molto molto bassa. E non è sorprendente perché si parla di ragazzi che sono saliti sulla prima bici che avevano un misuratore di potenza, quindi da l idea della distanza che c'è tra lo sport dell epoca e quello di oggi. Quindi anche se noi sognatori, e includo Vengi, ancora vuole vedere scene epiche di neve e sofferenza estrema, dobbiamo essere aperti mentalmente che non sono piu situazione ripetibili. A me che sono un nostalgico dispiace ma allo stesso tempo sono abbastanza realista da capire che arrivare al limite dell anoressia e scalare montagne sotto lo zero hanno poco in comune. [/QUOTE]
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