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Testo
<blockquote data-quote="BOSE" data-source="post: 651271" data-attributes="member: 4103"><p>Pedalare controvento, per quanto talvolta difficile, è un ottimo esercizio per lapplicazione dei principi tecnici della guida in bdc. Larmonia del rapporto tra la cadenza, limpegno muscolare, il rapporto utilizzato e il dispendio energetico raggiunge in queste condizioni, la massima esaltazione. Scattare controvento è impresa spesso titanica, ma un allungo al momento giusto, avendo mantenuto intatte le proprie energie, può essere determinante, se si è in grado poi di proseguire lazione con sufficiente potenza e regolarità; soprattutto se dietro, nel gruppo, cè stanchezza o scarso accordo. Il vento non è cattivo, è probabilmente fastidioso.</p><p>La doppia fila a mio modo di vedere è la cosa più semplice da fare in condizione di vento frontale e leggermente laterale, la cosa più impotante è girare sempre nel verso giusto nel modo più armonico possibile.</p><p>Serve esperienza, quella che in gruppo consente ai più smaliziati di risparmiarsi limando le ruote di quelli davanti, e soprattutto gestire con intelligenza il proprio turno in testa, senza affondare il colpo, ma limitandosi soltanto a mantenere landatura con una pedalata molto graduale. Soprattutto nel momento iniziale del cambio, la testa deve guidare le gambe con grande armonia. </p><p>Se il vento è trasversale, le cose si complicano.</p><p>In gara, con le strade chiuse, il ventaglio è possibile, anche se di dimensioni comunque contenute. </p><p>Quelli che non riescono a raggiungere la prima fila devono trovare una collocazione coperta tra le pieghe della prima linea, evitando gli effetti contrari del vento che, spesso, fanno perdere quei due-tre metri che poi diventano subito cento, duecento e anche più. </p><p>Il vento trasversale è quello, che nelle competizioni che attraversano pianure desolate, spesso provoca grossi buchi allinterno del gruppo, quasi come fosse un tappone alpino. </p><p>Assieme alla direzione, un altro parametro è la forza del vento, se disposta in maniera uniforme oppure soggetta a variazioni di intensità; condizione, questultima, che spesso provoca cadute e incidenti, perché non prevedibile e spesso difficilmente assecondabile. </p><p>Per imparare a pedalare con il vento dovremmo andare tutti con Lollo in Belgio.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="BOSE, post: 651271, member: 4103"] Pedalare controvento, per quanto talvolta difficile, è un ottimo esercizio per lapplicazione dei principi tecnici della guida in bdc. Larmonia del rapporto tra la cadenza, limpegno muscolare, il rapporto utilizzato e il dispendio energetico raggiunge in queste condizioni, la massima esaltazione. Scattare controvento è impresa spesso titanica, ma un allungo al momento giusto, avendo mantenuto intatte le proprie energie, può essere determinante, se si è in grado poi di proseguire lazione con sufficiente potenza e regolarità; soprattutto se dietro, nel gruppo, cè stanchezza o scarso accordo. Il vento non è cattivo, è probabilmente fastidioso. La doppia fila a mio modo di vedere è la cosa più semplice da fare in condizione di vento frontale e leggermente laterale, la cosa più impotante è girare sempre nel verso giusto nel modo più armonico possibile. Serve esperienza, quella che in gruppo consente ai più smaliziati di risparmiarsi limando le ruote di quelli davanti, e soprattutto gestire con intelligenza il proprio turno in testa, senza affondare il colpo, ma limitandosi soltanto a mantenere landatura con una pedalata molto graduale. Soprattutto nel momento iniziale del cambio, la testa deve guidare le gambe con grande armonia. Se il vento è trasversale, le cose si complicano. In gara, con le strade chiuse, il ventaglio è possibile, anche se di dimensioni comunque contenute. Quelli che non riescono a raggiungere la prima fila devono trovare una collocazione coperta tra le pieghe della prima linea, evitando gli effetti contrari del vento che, spesso, fanno perdere quei due-tre metri che poi diventano subito cento, duecento e anche più. Il vento trasversale è quello, che nelle competizioni che attraversano pianure desolate, spesso provoca grossi buchi allinterno del gruppo, quasi come fosse un tappone alpino. Assieme alla direzione, un altro parametro è la forza del vento, se disposta in maniera uniforme oppure soggetta a variazioni di intensità; condizione, questultima, che spesso provoca cadute e incidenti, perché non prevedibile e spesso difficilmente assecondabile. Per imparare a pedalare con il vento dovremmo andare tutti con Lollo in Belgio. [/QUOTE]
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