La WADA approva sanzioni più leggere per cocaina e cannabis

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samuelgol

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Finalmente potrò sfogarmi, non aspettavo altro (cit.).

In senso assoluto, direi che è una decisione che ha un senso. La normativa sportiva deve colpire le violazioni a riverbero sportivo, quindi colpire chi usa sostanze vietate per alterare le prestazioni sportive, non infliggere sanzioni per comportamenti che esulano dalla attività sportiva e che sono già regolati nelle misure e sanzioni, dalle norme ordinarie dei vari stati. Sarebbe come se le norme sportive volessero punire chi fa un furto con un provvedimento sportivo.
L'assunzione di certe sostanze, fra l'altro, è spesso più controindicata che funzionale al miglioramento sportivo.
 
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Tutto vero. Purtroppo, però, nel ciclismo i casi di dipendenza da sostanze (oltre alla cocaina e alla mariuna, anche altre droghe e alcol), pare abbiano un nesso con il tipo di adeguamento biologico subito dal corpo dei corridori. Mi pare che a Padova una ricercatrice si é messa a studiare con rigore questo aspetto, con un'evidenza importante di depressi provenienti da ciclismo professionistico. Per questi motivi é auspicabile che si intervenga prima e con strumenti più adeguati.
 

samuelgol

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Uno che ha un problema di droga o alcool, non lo aiuti comunque squalificandolo per 2 o 4 anni, anzi lo precipiti in un burrone ancor peggiore.
 
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samuelgol

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Certo. Occorrono, infatti, squalifica e programma di recupero.
Al contrario. Con la squalifica lo precipiti in un burrone peggiore. Se lo sport può aiutarlo ed essere da deterrente a drogarsi, essendo sostanzialmente controindicato per la prestazione, se gli togli lavoro e deterrente, lo ammazzi del tutto.
 

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Al contrario. Con la squalifica lo precipiti in un burrone peggiore. Se lo sport può aiutarlo ed essere da deterrente a drogarsi, essendo sostanzialmente controindicato per la prestazione, se gli togli lavoro e deterrente, lo ammazzi del tutto.
Non capisco. Se una persona arriva ad assumere droghe, non é forse logico intuire che ci sono stati dei problemi a monte? Nel caso specifico dei corridori non ti sembra pericoloso non prendersi la briga di capire che cosa é accaduto prima di arrivare a drogarsi? Eppure i casi sono numerosi e preoccupanti. Se veramente ci sta a cuore la persona, l'atleta e il ciclismo si dovrebbe andare a fondo con questa questione. Infine, faccio presente, che le recidive sono a percentuali mostruose. A tal riguardo cito un nome altisonante, non Pantani, ma Tom Boonen beccato 3 volte positivo alla cocaina.
 

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Non capisco. Se una persona arriva ad assumere droghe, non é forse logico intuire che ci sono stati dei problemi a monte?
Diciamo che non è detto, va valutato caso per caso. Le ragioni dell'assunzione di droga possono essere le più disparate e non necessariamente si finisce allo zoo di Berlino, specie con quelle leggere. L'equazione, sigaretta->canna->siringa per fortuna è vera sono in un ristrettissimo numero di casi.

Nel caso specifico dei corridori non ti sembra pericoloso non prendersi la briga di capire che cosa é accaduto prima di arrivare a drogarsi?
Non ho detto che bisogna fregarsene. Ho detto che la via non è dargli 2/4 anni di squalifica. Quello non è prendersi la briga di capire, è punire togliendo il lavoro a qualcuno: a) è una sanzione sproporzionata non applicata a quasi nessuna categoria di lavoratori, b) se vuole essere una punizione, ottiene l'effetto opposto.
Eppure i casi sono numerosi e preoccupanti. Se veramente ci sta a cuore la persona, l'atleta e il ciclismo si dovrebbe andare a fondo con questa questione.
Ripeto, non punendo oltremisura, specie i casi oggettivamente lievi. Uno che si fa una canna, abbi pazienza, non lo ritengo un malato psicopatico da curare.
Infine, faccio presente, che le recidive sono a percentuali mostruose. A tal riguardo cito un nome altisonante, non Pantani, ma Tom Boonen beccato 3 volte positivo alla cocaina.
Quindi Boonen è stato radiato a vita? O ne è uscito magari anche grazie al fatto che non è stato squalificato?
 

Maiella

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É evidente che non siamo In sintonia, ma va bene così. Capisco che in fondo abbiamo una volontà comune che é nella bontà che proviamo per questo sport.
 

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