Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Menu
Home
Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi media
Nuovi commenti media
Ultime Attività
Nuove inserzioni nel mercatino
Nuovi commenti nel mercatino
Mercatino
Nuove inserzioni
Nuovi commenti
Latest reviews
Cerca nel mercatino
Feedback
Guarda le statistiche
Training Camp
Pianificazione
MTB
Media
Nuovi media
Nuovi commenti
Cerca media
EBIKE
Accedi
Registrati
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Menu
Install the app
Installa
Rispondi alla discussione
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Home
Forum
Magazine
BDC-MAG.com
News
L'Arabia Saudita sta per creare una nuova lega di ciclismo
Testo
<blockquote data-quote="martin_galante" data-source="post: 7477224" data-attributes="member: 108600"><p>Mi sembra si sfottano molto i loro investimenti esteri, dipingendoli come ricchi sceicchi che sperperano soldi a caso. Intanto e' notoriamente difficile avere fondi statali, parastatali e privati che investono all'estero in modo efficiente - a parte quando la politica non riesce a forzare alcuni meccanismi. Ci sono comunque dei dispositivi per cui gli stranieri non possono acquisire il controllo di alcune (molte) societa' o entrare in maniera massiccia in un settore. Il che lascia relativamente pochi canali aperti per grossi capitali. Anche fondi europei relativamente ben amministrati (es il trilionario fondo pensione norvegese) non sono stati immuni da scandali. Altri paesi, penso al Giappone, sono noti per le disastrose acquisizioni estere delle loro societa' (un tempo circolava la leggenda che fossero troppo educati per pagare il giusto prezzo). Ma soprattutto, se guardiamo all'Italia, ebbene gli investimenti italiani all'estero sono per lo piu' uno schema per far uscire capitale. Guardiamo i paesu del golfo che prova ad entrare con 300 milioni nel business (europeo) del ciclismo e pensiamo siano degli allocchi. Quando poi gli allocchi siamo noi che lasciamo operare quasi senza tasse realta' europee a Dubai.</p><p></p><p>Ma anche sui diritti umani, siamo tanto bravi a dare i nobel per la pace alla commissione europea, e a criticare il Qatar. Poi se vai a vedere, gli immigrati che arrivano in Qatar o a Rihad lo fanno in aereo, col visto, un lavoro, ed i documenti gia' pronti. Ed in effetti si, se si infortunano sul lavoro vengono rispediti in patria quasi senza indennizzo. In Europa invece arrivano sui barconi, senza documenti, illegalmente. Pero' oh, i "numerosissimi" che poi lavorano con un contratto regolare a lungo termine, sono coperti dall'INAIL. Mica siamo degli incivili come il Qatar e l'Arabia... (parafrasi mia di opinione letta su giornali e siti centinaia di volte durante i mondiali).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="martin_galante, post: 7477224, member: 108600"] Mi sembra si sfottano molto i loro investimenti esteri, dipingendoli come ricchi sceicchi che sperperano soldi a caso. Intanto e' notoriamente difficile avere fondi statali, parastatali e privati che investono all'estero in modo efficiente - a parte quando la politica non riesce a forzare alcuni meccanismi. Ci sono comunque dei dispositivi per cui gli stranieri non possono acquisire il controllo di alcune (molte) societa' o entrare in maniera massiccia in un settore. Il che lascia relativamente pochi canali aperti per grossi capitali. Anche fondi europei relativamente ben amministrati (es il trilionario fondo pensione norvegese) non sono stati immuni da scandali. Altri paesi, penso al Giappone, sono noti per le disastrose acquisizioni estere delle loro societa' (un tempo circolava la leggenda che fossero troppo educati per pagare il giusto prezzo). Ma soprattutto, se guardiamo all'Italia, ebbene gli investimenti italiani all'estero sono per lo piu' uno schema per far uscire capitale. Guardiamo i paesu del golfo che prova ad entrare con 300 milioni nel business (europeo) del ciclismo e pensiamo siano degli allocchi. Quando poi gli allocchi siamo noi che lasciamo operare quasi senza tasse realta' europee a Dubai. Ma anche sui diritti umani, siamo tanto bravi a dare i nobel per la pace alla commissione europea, e a criticare il Qatar. Poi se vai a vedere, gli immigrati che arrivano in Qatar o a Rihad lo fanno in aereo, col visto, un lavoro, ed i documenti gia' pronti. Ed in effetti si, se si infortunano sul lavoro vengono rispediti in patria quasi senza indennizzo. In Europa invece arrivano sui barconi, senza documenti, illegalmente. Pero' oh, i "numerosissimi" che poi lavorano con un contratto regolare a lungo termine, sono coperti dall'INAIL. Mica siamo degli incivili come il Qatar e l'Arabia... (parafrasi mia di opinione letta su giornali e siti centinaia di volte durante i mondiali). [/QUOTE]
Riporta citazioni...
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
Home
Forum
Magazine
BDC-MAG.com
News
L'Arabia Saudita sta per creare una nuova lega di ciclismo
Alto
Basso