Forse la domanda da fare avrebbe dovuto essere "quanto siete schiavi del vostro lavoro?".
Io inizio alle 7:55 e stacco alle 15:55 con mezz'ora di pausa. Analista informatico. Vado al lavoro in bici, 60km al giorno.
Dalla pandemia, 2gg a settimana lavoro da casa con gli stessi orari. Quindi di tempo da dedicare alla bici ce n'è.
Poi si fanno dei sacrifici, che per me non sono sacrifici, nel senso che in estate per non rubare troppo tempo alla famiglia, qualche volta esco alle 5:30 per tornare alle 9:30 con 100km nelle gambe. Oppure al lavoro ci vado in bici anche in inverno, che uscendo alle 6:30 da casa vuol dire piena notte.
In inverno spesso pedalo sui
rulli, magari anche alle 10 di sera quando in casa guardano la tv.
Come ho scritto nella prima riga, dipende quanto si è schiavi del lavoro. Avrei voluto far carriera, ma non ci sono riuscito o non ci ho provato poco importa, alla mia età (52) le possibilità di iniziare la scalata lavorativa sono inesistenti, ma non ho rimpianti, anzi, per nulla cambierei lo stato attuale che mi permette alle 15:55 di uscire e godermi le mie passioni e non ho nemmeno il blocco psicologico del "se mi vedono uscire presto, penseranno che non ho voglia di lavorare e non farò carriera".
Applico la regola degli scacchi: "finché siamo in gioco c'è il pedone, il cavallo e il re, ognuno con la propria posizione, ma alla fine dei giochi finiscono tutti nella stessa scatola".
Nel 2021 ho messo in cascina 25000km in bici, 2500 in auto.
Nel 2022 saranno molti meno perché i due figli si sono iscritti ad atletica e per non stare ad aspettare inattivo, mi sono iscritto anche io (specialità e gruppi diversi ovviamente, ma fortunatamente stesso orario): 3 o 4 sere a settimana dalle 18 alle 20. Ci andiamo e torniamo in bici.
L'importante è stare bene con se stessi e con chi ci vuole bene.