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L'avvocato di Denifl: "Nel ciclismo c'è il 90% di dopati"
Testo
<blockquote data-quote="Bam Bam" data-source="post: 6863497"><p>Il fatto che più non torna in questa storia è che i responsabili del doping sembrino i ciclisti.</p><p>Loro sono obbligati dalle squadre in modo coercitivo a doparsi, così come i camionisti sono spesso obbligati, se vogliono lavorare, a falsificare le ore di guida dichiarandone meno, gli impiegati spesso a rinunciare a certe pause sindacali.</p><p>La scelta, e la responsabilità è dei dirigenti, e dell'Uci connivente.</p><p>Ogni tanto bisogna farne fuori qualcuno, magari che non serve più, per poter dire che esistono dei controlli.</p><p>Se il camionista non fa le pause giuste, è vero, poteva fare un altro mestiere... </p><p>ma è la sua ditta o se è in proprio il sistema la causa principale.</p><p>Quindi o i ciclisti fanno sciopero, o l'Uci e le squadre si ravvedono (ipotesi impensabile),</p><p>o gli spettatori spengono le televisioni.</p><p>Ci vorrebbe un sindacato che faccia davvero l'interesse dei ciclisti.</p><p>A me preoccupa meno se il ciclismo è pulito o dopato, a me preoccupano due cose: 1) la salute dei ciclisti; 2) che la si abbozzi di creare periodicamente queste storie da capro espiatorio, quando ai ciclisti è tolta sistematicamente la scelta se doparsi o meno.</p><p>C'è un'omertà che si taglia con il coltello da decenni.</p><p>Io non ho prove, proprio perché quasi nulla è alla luce del sole, ma ho letto abbastanza testimonianze da essermi fatto l'idea che ci sono solo due tipi di ciclisti che non si dopano: quelli la cui squadra non ha aspirazioni e quelli che non corrono più.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bam Bam, post: 6863497"] Il fatto che più non torna in questa storia è che i responsabili del doping sembrino i ciclisti. Loro sono obbligati dalle squadre in modo coercitivo a doparsi, così come i camionisti sono spesso obbligati, se vogliono lavorare, a falsificare le ore di guida dichiarandone meno, gli impiegati spesso a rinunciare a certe pause sindacali. La scelta, e la responsabilità è dei dirigenti, e dell'Uci connivente. Ogni tanto bisogna farne fuori qualcuno, magari che non serve più, per poter dire che esistono dei controlli. Se il camionista non fa le pause giuste, è vero, poteva fare un altro mestiere... ma è la sua ditta o se è in proprio il sistema la causa principale. Quindi o i ciclisti fanno sciopero, o l'Uci e le squadre si ravvedono (ipotesi impensabile), o gli spettatori spengono le televisioni. Ci vorrebbe un sindacato che faccia davvero l'interesse dei ciclisti. A me preoccupa meno se il ciclismo è pulito o dopato, a me preoccupano due cose: 1) la salute dei ciclisti; 2) che la si abbozzi di creare periodicamente queste storie da capro espiatorio, quando ai ciclisti è tolta sistematicamente la scelta se doparsi o meno. C'è un'omertà che si taglia con il coltello da decenni. Io non ho prove, proprio perché quasi nulla è alla luce del sole, ma ho letto abbastanza testimonianze da essermi fatto l'idea che ci sono solo due tipi di ciclisti che non si dopano: quelli la cui squadra non ha aspirazioni e quelli che non corrono più. [/QUOTE]
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