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Ma a Cuneo non c'è nessuno? BOIA FAUS!! (parte 2)
Testo
<blockquote data-quote="MBerge" data-source="post: 6463990" data-attributes="member: 58406"><p>Un mio collega con il quale pedalo ormai regolarmente ogni settimana fino a 2/3 anni fa correva con risultati soddisfacenti le mediofondo (era uno da 20/30esima posizione) e le corse in linea di zona (alcune le vinceva). Si è stufato di correre perchè ha iniziato a vedere alcuni suoi compagni di squadra, tra cui i Dracone, che dal non stargli a ruota hanno iniziato a bastonarlo in ogni dove, senza apparenti maggiori allenamenti... E da quanto mi ha sempre raccontato "i pieni" erano tanti e puntualmente ne pinzavano qualcuno, esattamente come capita ora.</p><p></p><p>I social sicuramente hanno accentuato il problema, ed hanno innescato il business del ciclista amatoriale che, con qualche piazzamento in qualche granfondo, ha più seguito del 99 % dei ciclisti che non corrono nel WT, con la conseguenza che i fondi degli sponsor che prima erano destinati a categorie elite/dilettanti/U23/juniores sono stati veicolati (con una spesa anche inferiore ma una resa di molto superiore si suppone) sui granfondisti top. L'ovvia conseguenza è che poi i ragazzini di 14/15 anni che vorrebbero correre in bici non lo fanno più perchè non ci sono le squadre, e dall'altra parte c'è la corsa per sbancare il lunario nel mondo amatoriale dove barare e delinquere è sicuramente molto più semplice.</p><p></p><p>Quindi io penso che chi barava c'è sempre stato... Probabilmente ora ce ne sono di più ma soprattutto è nata quella figura di ciclisti esibizionisti che, doping o meno, pedalano solo per essere ammirati e idolatrati. A tutti i livelli... Personalmente ho amici che senza Strava non pedalerebbero, e ne ho altri che guardando i tempi su Strava hanno smesso di usarlo prima e di pedalare poi perchè non reggevano il confronto.</p><p></p><p>Il problema di base che si estende a qualsiasi ambito della realtà in cui viviamo secondo me è questo: i social, come tante cose, sono solo strumenti. Utili se usati da gente intelligente, armi di distruzione di massa se usati da imbecilli...</p><p>(O.T. a proposito ho visto ieri su Netflix il film "The Great Hack" sullo scandalo di Cambridge Analytica, ve lo consiglio)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="MBerge, post: 6463990, member: 58406"] Un mio collega con il quale pedalo ormai regolarmente ogni settimana fino a 2/3 anni fa correva con risultati soddisfacenti le mediofondo (era uno da 20/30esima posizione) e le corse in linea di zona (alcune le vinceva). Si è stufato di correre perchè ha iniziato a vedere alcuni suoi compagni di squadra, tra cui i Dracone, che dal non stargli a ruota hanno iniziato a bastonarlo in ogni dove, senza apparenti maggiori allenamenti... E da quanto mi ha sempre raccontato "i pieni" erano tanti e puntualmente ne pinzavano qualcuno, esattamente come capita ora. I social sicuramente hanno accentuato il problema, ed hanno innescato il business del ciclista amatoriale che, con qualche piazzamento in qualche granfondo, ha più seguito del 99 % dei ciclisti che non corrono nel WT, con la conseguenza che i fondi degli sponsor che prima erano destinati a categorie elite/dilettanti/U23/juniores sono stati veicolati (con una spesa anche inferiore ma una resa di molto superiore si suppone) sui granfondisti top. L'ovvia conseguenza è che poi i ragazzini di 14/15 anni che vorrebbero correre in bici non lo fanno più perchè non ci sono le squadre, e dall'altra parte c'è la corsa per sbancare il lunario nel mondo amatoriale dove barare e delinquere è sicuramente molto più semplice. Quindi io penso che chi barava c'è sempre stato... Probabilmente ora ce ne sono di più ma soprattutto è nata quella figura di ciclisti esibizionisti che, doping o meno, pedalano solo per essere ammirati e idolatrati. A tutti i livelli... Personalmente ho amici che senza Strava non pedalerebbero, e ne ho altri che guardando i tempi su Strava hanno smesso di usarlo prima e di pedalare poi perchè non reggevano il confronto. Il problema di base che si estende a qualsiasi ambito della realtà in cui viviamo secondo me è questo: i social, come tante cose, sono solo strumenti. Utili se usati da gente intelligente, armi di distruzione di massa se usati da imbecilli... (O.T. a proposito ho visto ieri su Netflix il film "The Great Hack" sullo scandalo di Cambridge Analytica, ve lo consiglio) [/QUOTE]
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