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Marc Madiot: "Stiamo trasformando i corridori in robot"
Testo
<blockquote data-quote="martin_galante" data-source="post: 6893861" data-attributes="member: 108600"><p>Secondo me Madiot ne fa un discorso parzialmente nostalgico, con la consapevolezza dichiarata che altre generazioni dicevano la stessa cosa di quella loro successiva. Il ciclismo, seppur lentamente, e' cambiato in continuazione durante tutta la sua storia, e certo ai vecchi i nuovi son sembrati sempre meno liberi e romantici, e piu' controllati ed ingabbiati dalla pianificazione. Tra qualche decennio, con riprese dai droni in hd ed un po' di machine learning, non sara' difficile stimare con precisione wattaggi e FC dei propri avversari. Allora si dira' quanto fosse genuino il ciclismo degli anni '20 (XXI secolo), quando si scattava "al buio" senza sapere quali fossero le riserve anaerobiche dei tuoi avversari.</p><p></p><p>Poi che gli atleti siano soggetti a stress enormi, specie sul peso, e' chiaro ed evidente. Altro che top-model. Molti lo sopportano senza perdere il morale, altri no. In parte non capisco perche' si insista, ad esempio in TUTTI i grandi giri, a mettere salite a non finire. Questo non e' rappresentativo del ciclismo sportivo, che e' sempre piu' fenomeno di massa, praticato da tutti... e pero' la maggior parte della popolazione mondiale vive e si sposta in pianura e nelle valli, non in cima alle montagne. I grandi giri vanno tutti specificamente a cercarsi le salite piu' dure, i tratti asfaltati in tempo di guerra quando non c'era tempo per fare tornanti piu' dolci, i passi piu' alti etc. Certo, c'e' un fascino ad andare in salita, ma lo Zoncolan non e' rappresentativo del ciclismo di suo, lo e' diventato perche' il Giro si e' incaponito a passarci spesso, perche' dire 20% fa spettacolo di suo.</p><p></p><p>Io trovo assurdo che watt/kg siano diventati una misura della performance, perche' rilevanti solo su pendenze 'innaturali', e chiaramente spingono ad avere un peso ideale disumano. Fuori dai grandi giri, c'e' molta meno necessita' di essere leggeri, guardate MVDP. Pero' tre grandi giri con dislivelli impossibili, tappe 'regine' da masochisti, mettono troppa enfasi sull'esser magri. Io preferirei tre grandi giri diversi, magari con tappe lunghe intervallate con altre brevi, magari una Vuelta con dislivelli importanti, un Giro per dire con tanta crono e meno dislivello, un Tour misto (e' solo un esempio). Allora anche uno che ha difficolta' a perdere qualche kg puo' pianificare la proprio stagione in maniera un filo piu' equilibrata.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="martin_galante, post: 6893861, member: 108600"] Secondo me Madiot ne fa un discorso parzialmente nostalgico, con la consapevolezza dichiarata che altre generazioni dicevano la stessa cosa di quella loro successiva. Il ciclismo, seppur lentamente, e' cambiato in continuazione durante tutta la sua storia, e certo ai vecchi i nuovi son sembrati sempre meno liberi e romantici, e piu' controllati ed ingabbiati dalla pianificazione. Tra qualche decennio, con riprese dai droni in hd ed un po' di machine learning, non sara' difficile stimare con precisione wattaggi e FC dei propri avversari. Allora si dira' quanto fosse genuino il ciclismo degli anni '20 (XXI secolo), quando si scattava "al buio" senza sapere quali fossero le riserve anaerobiche dei tuoi avversari. Poi che gli atleti siano soggetti a stress enormi, specie sul peso, e' chiaro ed evidente. Altro che top-model. Molti lo sopportano senza perdere il morale, altri no. In parte non capisco perche' si insista, ad esempio in TUTTI i grandi giri, a mettere salite a non finire. Questo non e' rappresentativo del ciclismo sportivo, che e' sempre piu' fenomeno di massa, praticato da tutti... e pero' la maggior parte della popolazione mondiale vive e si sposta in pianura e nelle valli, non in cima alle montagne. I grandi giri vanno tutti specificamente a cercarsi le salite piu' dure, i tratti asfaltati in tempo di guerra quando non c'era tempo per fare tornanti piu' dolci, i passi piu' alti etc. Certo, c'e' un fascino ad andare in salita, ma lo Zoncolan non e' rappresentativo del ciclismo di suo, lo e' diventato perche' il Giro si e' incaponito a passarci spesso, perche' dire 20% fa spettacolo di suo. Io trovo assurdo che watt/kg siano diventati una misura della performance, perche' rilevanti solo su pendenze 'innaturali', e chiaramente spingono ad avere un peso ideale disumano. Fuori dai grandi giri, c'e' molta meno necessita' di essere leggeri, guardate MVDP. Pero' tre grandi giri con dislivelli impossibili, tappe 'regine' da masochisti, mettono troppa enfasi sull'esser magri. Io preferirei tre grandi giri diversi, magari con tappe lunghe intervallate con altre brevi, magari una Vuelta con dislivelli importanti, un Giro per dire con tanta crono e meno dislivello, un Tour misto (e' solo un esempio). Allora anche uno che ha difficolta' a perdere qualche kg puo' pianificare la proprio stagione in maniera un filo piu' equilibrata. [/QUOTE]
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