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Sì, effettivamente non posso che darti ragione,  le grandi squadre continuerebbero a fregarsene perché i controllori chiuderebbero un occhio per non far chiudere tutto il carrozzone dell'indotto, mentre i piccoli imprenditori non potrbbero permettersi questo rischio di impresa.


Ribadisco però che n questo caso stiamo parlando di illecito nell'attività lavorativa, anche se lo fai a casa (se un autista di pullman guida ubriaco non è che l'azienda dei trasporti può dire di essere innocente perché quello s'è ubriacato a casa! o-o ).


Mi rendo conto che introdurre dei controlli antidoping interni a ogni squadra sia economicamente proibitivo, però in qualche modo una soluzione va trovata: son passati 25 anni dall'Operacion Puerto e non siamo ancora riusciti a debellare questa piega.


Ne va sopratuttutto dell'immagine che il ciclismo da alla gente comune: già ci sono gli automobilisti che ci odiano, ora tornano anche quelli che pensano ciclista = drogato.