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Per quanto riguarda la pressione psicologica e la depressione penso che esistessero anche allora, solo che se ne parlava di meno e chi ne soffriva trovava altre 'vie di fuga' o peggio (ricordiamoci dei suicidi di Ocana e De Las Cuevas, quest'ultimo gregario proprio di Indurain, o di Vandenbroucke, senza citare i noti casi italiani).

Oggi c'è più accettazione verso questi problemi, ai tempi parlarne significava essere 'bollato', subirne uno stigma sociale.

Poi, è vero che ci sono tante aspettative sui ciclisti di vertice, ma è una cosa che riguarda una piccola parte del gruppo; la maggioranza è comunque più seguita e supportata dalle squadre rispetto al passato, quando gli atleti erano lasciati in balìa di se' stessi (basta leggere i libri di Hamilton, Millar e Wegelius per rendersene conto).


Sui quattrini, riporto qui l'articolo che ho già citato:  https://www.ciclonews.biz/quanto-guadagnano-i-ciclisti/

Come ho detto prima, non penso proprio che ai tempi Uriarte, Hervè, Podenzana & c guadagnassero più di un medio dirigente d'azienda italiano.