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Lo spirito della Milano Sanremo sta nell'essere la classica più lunga. 300 km sono tanti anche per i pro. Fino all'attacco della Cipressa nel ciclismo professionistico attuale è quasi impossibile organizzare una fuga che possa aver successo. Il gioco sta nell'arrivare all'attacco della Cipressa avendo speso il meno possibile. E lì la corsa se la giocano su 2 salite e 2 discese. Le 2 salite sono facili, ma dopo 270 km scattare sulla Cipressa a 35 km/h non è facile nemmeno per un pro. E poi 2 discese tecniche che (fatte alla velocità a cui la fanno loro) diventano davvero difficili.E qui sta l'unicità: la può vincere un velocista in volata se riesce a reggere il ritmo dei primi sulle salite, oppure un passista scalatore se riesce a staccare il gruppo sul Poggio, o un discesista forte se ha il coraggio di buttarsi giù dal Poggio come non ci fosse un domani.Per questo partire da Abbiategrasso non cambia un piffero nello spirito della gara e non ne cambia di certo il fascino.Sentire accuse di ignoranza ciclistica rivolte a chi la pensa diversamente a mio avviso meriterebbe una "bannatina". Se non è un flame questo ... !!!
Lo spirito della Milano Sanremo sta nell'essere la classica più lunga. 300 km sono tanti anche per i pro. Fino all'attacco della Cipressa nel ciclismo professionistico attuale è quasi impossibile organizzare una fuga che possa aver successo. Il gioco sta nell'arrivare all'attacco della Cipressa avendo speso il meno possibile. E lì la corsa se la giocano su 2 salite e 2 discese. Le 2 salite sono facili, ma dopo 270 km scattare sulla Cipressa a 35 km/h non è facile nemmeno per un pro. E poi 2 discese tecniche che (fatte alla velocità a cui la fanno loro) diventano davvero difficili.
E qui sta l'unicità: la può vincere un velocista in volata se riesce a reggere il ritmo dei primi sulle salite, oppure un passista scalatore se riesce a staccare il gruppo sul Poggio, o un discesista forte se ha il coraggio di buttarsi giù dal Poggio come non ci fosse un domani.
Per questo partire da Abbiategrasso non cambia un piffero nello spirito della gara e non ne cambia di certo il fascino.
Sentire accuse di ignoranza ciclistica rivolte a chi la pensa diversamente a mio avviso meriterebbe una "bannatina". Se non è un flame questo ... !!!