Panico in acqua, primi 200mt

neorf

Pignone
13 Settembre 2013
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Firenze
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Canyon Ultimate CF SL 7.0
Boh, chiedo qua a voi per sapere se qualcuno ha avuto esperienze simili… praticamente spesso vado nel panico in acqua, ma entro i primi 200mt, una volta riscaldato non mi succede più. Questa cosa mi succede anche in piscina… è un’istante, giusto inizio allenamento. Forse non mi scaldo bene e parto a tutta e vado in affanno? Consigli? Vi è mai capitato? Ciao
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Colnago V1-r
Boh, chiedo qua a voi per sapere se qualcuno ha avuto esperienze simili… praticamente spesso vado nel panico in acqua, ma entro i primi 200mt, una volta riscaldato non mi succede più. Questa cosa mi succede anche in piscina… è un’istante, giusto inizio allenamento. Forse non mi scaldo bene e parto a tutta e vado in affanno? Consigli? Vi è mai capitato? Ciao

Sono due contesti molto differenti, il panico può accadere nella tonnara ma non è normale in vasca, una delle cause comunque è la classica ipossia della partenza a razzo, anche qui normale in gara ma non in vasca, quindi il tuo dubbio ci può stare, in ogni caso è un problema che si può gestire e risolvere con diversi metodi.
 

ninconanco

Apprendista Scalatore
4 Settembre 2012
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Calabria
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Bici
si
La prima e unica volta mi è capitato a Pescara per il 70.3 del 2013.
Non in gara, ma un paio di settimane prima quando provammo il percorso.
Vedevo gli altri che andavano (la paura di non avere tempi decenti, naturalmente poi confermata dalla mia scarsezza, mi avevano demoralizzato)
Poi ho capito che non bisogna guardare gli altri ma solo se stessi.
Ora mi godo ogni bracciata
 

neorf

Pignone
13 Settembre 2013
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Il fatto dell’ansia da prestazione è una cosa ch infatti può condizionare, ma poi giustamente uno se ne sbatte. La cosa mia strana, è invece questa sorta di panico che scompare non appena mi sono riscaldato, è una sorta di blocco mentale. Me ne accorsi le prime volte che in vasca toglievano l’illuminazione principale e ne lasciavano una più soffusa serale. So che devo lavorare su me stesso, ma è un qualcosa che vorrei gestire ancora meglio.
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Colnago V1-r
Il fatto dell’ansia da prestazione è una cosa ch infatti può condizionare, ma poi giustamente uno se ne sbatte. La cosa mia strana, è invece questa sorta di panico che scompare non appena mi sono riscaldato, è una sorta di blocco mentale. Me ne accorsi le prime volte che in vasca toglievano l’illuminazione principale e ne lasciavano una più soffusa serale. So che devo lavorare su me stesso, ma è un qualcosa che vorrei gestire ancora meglio.

Non è ansia pre gara, quella sparisce al suono della tromba, potrebbe essere un problema di ritmo troppo alto prima che il riscaldamento faccia il suo effetto, infatti affermi che sparisce dopo, quello che mi incuriosisce però è la questione illuminazione, perché questo può essere l'evidenza di un problema psicologico.

L'acqua non è il nostro elemento, ed essere dentro un liquido scatena una serie di reazioni mentali che vanno gestite fino a che non entrino nel DNA, la corsa e la bici si svolgono sulla terra il nuoto no, quindi devi condizionare la tua mente per far si che in acqua ti senta completamene a tuo agio, in essa ti devi muovere perfettamente integrato, come se ti muovessi nel liquido amniotico.

Ci sono vari esercizi facili che si possono fare e che fanno parte integrante del percorso di formazione di un nuotatore, metodiche che purtroppo gli amatori trascurano per pensare solo a quel maledetto cronometro, un errore grave.

Uno per tutti, l'apnea, ma c'è tanto altro e se ne può parlare, è un lavoro a lungo termine, e una parte dell'allenamento col cronometro va "sacrificato" alle tecniche di adattamento, ma poi vedrai che differenza c'è tra essere un corpo estraneo o far parte dell'elemento.
 

Fitzcarraldo

Apprendista Cronoman
13 Novembre 2008
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klein, lynskey, sunn
L'acqua non è il nostro elemento, ed essere dentro un liquido scatena una serie di reazioni mentali che vanno gestite fino a che non entrino nel DNA, la corsa e la bici si svolgono sulla terra il nuoto no, quindi devi condizionare la tua mente per far si che in acqua ti senta completamene a tuo agio, in essa ti devi muovere perfettamente integrato, come se ti muovessi nel liquido amniotico.

Ci sono vari esercizi facili che si possono fare e che fanno parte integrante del percorso di formazione di un nuotatore, metodiche che purtroppo gli amatori trascurano per pensare solo a quel maledetto cronometro, un errore grave.

Uno per tutti, l'apnea, ma c'è tanto altro e se ne può parlare, è un lavoro a lungo termine, e una parte dell'allenamento col cronometro va "sacrificato" alle tecniche di adattamento, ma poi vedrai che differenza c'è tra essere un corpo estraneo o far parte dell'elemento.
vero, il panico in acqua è segno di disagio nello stare in acqua, occorre curare l'acquaticità ovvero abituare il corpo a stare in acqua, dedicare tempo ad esercizi e giochi in acqua sottraendoli alle vasche cronometrate. vale sicuramente la pena.
 

NormaJean

Apprendista Cronoman
25 Gennaio 2013
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n/a
Non è ansia pre gara, quella sparisce al suono della tromba, potrebbe essere un problema di ritmo troppo alto prima che il riscaldamento faccia il suo effetto, infatti affermi che sparisce dopo, quello che mi incuriosisce però è la questione illuminazione, perché questo può essere l'evidenza di un problema psicologico.

L'acqua non è il nostro elemento, ed essere dentro un liquido scatena una serie di reazioni mentali che vanno gestite fino a che non entrino nel DNA, la corsa e la bici si svolgono sulla terra il nuoto no, quindi devi condizionare la tua mente per far si che in acqua ti senta completamene a tuo agio, in essa ti devi muovere perfettamente integrato, come se ti muovessi nel liquido amniotico.

Ci sono vari esercizi facili che si possono fare e che fanno parte integrante del percorso di formazione di un nuotatore, metodiche che purtroppo gli amatori trascurano per pensare solo a quel maledetto cronometro, un errore grave.

Uno per tutti, l'apnea, ma c'è tanto altro e se ne può parlare, è un lavoro a lungo termine, e una parte dell'allenamento col cronometro va "sacrificato" alle tecniche di adattamento, ma poi vedrai che differenza c'è tra essere un corpo estraneo o far parte dell'elemento.

prendo spunto Darius perchè credo che a me fare apnea servirebbe molto. Mi rendo conto che pur nuotando, non mi sento mai perfettamente a mio agio e questo si riversa sulla respirazione che poi impatta su tutto l'allenamento. L'esempio più chiaro per me è stato iniziare a fare la capovolta, ne avevamo già parlato e per migliorare la continuità è sicuramente meglio del tocco e virata senza, quindi piano piano mi sono messo e è tutta la stagione che la faccio. Ma ancora oggi non mi è "funzionale", appena mi spingo ho un impellente bisogno di prendere aria, sono praticamente in debito di ossigeno anche se l'ultima respirazione la faccio appena prima di fare la capovolta. Sicuramente quell'aria non mi serve, ma il mio corpo mi dice un'altra cosa e il gesto mi condiziona le vasche successive. A parità la stessa frazione con e senza capovolta la percepisco con sforzo completamente diverso. Credo che sia un fattore psicologico, non credo di aver bisogno di tutta quell'aria da dover respirare appena mi spingo.