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<blockquote data-quote="green dolphin" data-source="post: 6539442" data-attributes="member: 7692"><p>Faccio notare che per il codice della strada, ad esempio, il ciclista non è obbligato ad usare le piste ciclopedonali, che in Italia sono la quasi totalità, perché se c'è promiscuità con i pedoni la sicurezza per entrambi non sarebbe garantita. Molte di queste che conosco sono state fatte semplicemente tagliando il marciapiede con una riga bianca e disegnandoci due simboli. Una presa in giro, praticamente. </p><p></p><p>Questo fa ben capire che la creazione di una cultura deve passare anche da un codice scritto in modo tale che tuteli tutte le categorie della strada e una viabilità fatta di infrastrutture idonee. </p><p></p><p>Si può parlare di pene, di risarcimenti, etc. Ma sono misure a posteriori, che per quanto si riuscisse ad averle commisurate al danno, avrebbero sempre il "difetto" di un ciclista con danni fisici a volte notevoli ed irreversibili. </p><p></p><p>È per questo che bisogna assolutamente lavorare in prevenzione, le statistiche dicono che i numeri degli incidenti in bici sono in aumento negli ultimi anni: bisogna prima di tutto lavorare per bloccare questo aumento, e contestualmente avere l'obiettivo futuro di fare calar il dato il più possibile. Per questo è necessaria una visione più a lungo raggio che tenga conto e prenda spunto da altre realtà europee in cui la viabilità su due ruote è diventata un esempio da seguire.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="green dolphin, post: 6539442, member: 7692"] Faccio notare che per il codice della strada, ad esempio, il ciclista non è obbligato ad usare le piste ciclopedonali, che in Italia sono la quasi totalità, perché se c'è promiscuità con i pedoni la sicurezza per entrambi non sarebbe garantita. Molte di queste che conosco sono state fatte semplicemente tagliando il marciapiede con una riga bianca e disegnandoci due simboli. Una presa in giro, praticamente. Questo fa ben capire che la creazione di una cultura deve passare anche da un codice scritto in modo tale che tuteli tutte le categorie della strada e una viabilità fatta di infrastrutture idonee. Si può parlare di pene, di risarcimenti, etc. Ma sono misure a posteriori, che per quanto si riuscisse ad averle commisurate al danno, avrebbero sempre il "difetto" di un ciclista con danni fisici a volte notevoli ed irreversibili. È per questo che bisogna assolutamente lavorare in prevenzione, le statistiche dicono che i numeri degli incidenti in bici sono in aumento negli ultimi anni: bisogna prima di tutto lavorare per bloccare questo aumento, e contestualmente avere l'obiettivo futuro di fare calar il dato il più possibile. Per questo è necessaria una visione più a lungo raggio che tenga conto e prenda spunto da altre realtà europee in cui la viabilità su due ruote è diventata un esempio da seguire. [/QUOTE]
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