Pazzesco, c'é da pianger o da ridere???

gattonero

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Ok, i campioni nascono, ma se non si allenano, mai lo diventeranno e lo rimarranno.

Oggi, in prima serata sulla BBC1 (come fosse Rai1), nella mezz'ora che ho visto manco c'é stata pubblicità.... dico, in prima serata uno speciale sulla Pendleton!
:wacko:

Tra le varie cose, fanno vedere il centro British Cycling a Manchester, una roba ultramoderna... .gli atleti su piattaforme girevoli che vengono filmati e controllati al computer, lo staff di scenziati, nutrizionisti, psicologi..... Ma in Italia abbiamo cose del genere???

;nonzo%

:bua:

:-(
 

kar38

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si grazie
in inghilterra x l'attività su pista in vista delle olimpiadi volevano uno sport dove poter fare bella figura, e decisero che il ciclismo su pista avrebbe fatto al caso loro per finanziare il tutto sono stati usati x anni una cospicua parte dei proventi della lotteria nazionale e direi che i risultati sono gli occhi di tutti

e penso che dopo le olimpiadi avremo anche altri pistard inglesi che approderanno alla strada, chissà che non ci troveremo altri wiggins o cavendish
 

lentoluca

Apprendista Velocista
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secondo la donna: troppe
Sportivamente parlando quelle anglosassoni e la nostra sono filosofie differenti. parlo di sport in generale.
Loro fanno scouting e investono già a partire dalla scuola, forse poco per il ciclismo ma molto negli sport che ionteressano, noi lasciamo tutto alle società private ed il risultato è che in genere fai lo sport che vuole mamma e papà. Già qui scoprire il campione di ciclismo (o di atletica o di tiro con l'arco io di tennis) se il papi ha deciso che dovrai essere un nuovo Borg o una nuova Wiliams (non so se sono scritti giusti i cognomi, non ho voglia di controllare su google) e ti indirizza al circolo del tennis, diventa difficile.
E' il motivo per cui in alcuni sport ci sono molti figli di campioni (la Cagnotto se nasceva in una famiglia di ragionieri, probabilmente andava in centro città a fare shopping con le amiche, non di certo in piscina a tuffarsi). Poi ovviamente tutto sta alla bravura degli allenatori, ci sono quelli che pensano al loro interesse eci sono quelli che fanno con scrupolo il loro lavoro per sviluppare un eventuale futuro campione: mi ricordo un commento di un allenatore di atletica riferito ad un Allievo - circa 16 anni - che era nei primi cinque in Italia nella sua specialità, che suonava più o meno così: volendo potrei anche farlo lottare per il primo posto, lo stresso di più con gli allenamenti lo porto al top, ma lui fra due anni smette; se tengo dei ritmi più bassi lo faccio crescere e cerco di ottenere un atleta. Il ragazzo poi ha comunque smesso però chi lo gestiva ha provato a tirarci fuori qualcosa anche a scapito di un suo tornaconto personale (dove vivo ora mi portarono un esempio che è diametralmente opposto: un allenatore famoso per essere stato l'allenatore di un fortissimo atleta degli anni 80-90, caricando i ragazzini faceva loro passare la voglia di fgare qualsiasi cosa). Quanti ciclisti juniores vincenti si sono visti nell'ultimo quarto di secolo che poi arrivati a fare i Dilettanti o i Professionisti si sono persi? L'atleta va seguito, curato e fatto crescere, questo in teoria lo stato (scuola o comitato olimpico che sia) lo può far meglio, se si lascia tutto in mano al privato non è detto che questo avvenga, negli usa, nonostante siano la patria del liberismo e del commercio, gli atleti fino all'università in molti sport sono appunto seguiti dalla strutture pubbliche (per quanto l'organizzazione del loro college possa ritenersi struttura pubblica, in effetti sono qualcosa di diverso)...ma ormai per noi è tardi ed è un 'pour parlez'.
 

Clodovico

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Sportivamente parlando quelle anglosassoni e la nostra sono filosofie differenti. parlo di sport in generale.
Loro fanno scouting e investono già a partire dalla scuola, forse poco per il ciclismo ma molto negli sport che ionteressano, noi lasciamo tutto alle società private ed il risultato è che in genere fai lo sport che vuole mamma e papà. Già qui scoprire il campione di ciclismo (o di atletica o di tiro con l'arco io di tennis) se il papi ha deciso che dovrai essere un nuovo Borg o una nuova Wiliams (non so se sono scritti giusti i cognomi, non ho voglia di controllare su google) e ti indirizza al circolo del tennis, diventa difficile.
E' il motivo per cui in alcuni sport ci sono molti figli di campioni (la Cagnotto se nasceva in una famiglia di ragionieri, probabilmente andava in centro città a fare shopping con le amiche, non di certo in piscina a tuffarsi). Poi ovviamente tutto sta alla bravura degli allenatori, ci sono quelli che pensano al loro interesse eci sono quelli che fanno con scrupolo il loro lavoro per sviluppare un eventuale futuro campione: mi ricordo un commento di un allenatore di atletica riferito ad un Allievo - circa 16 anni - che era nei primi cinque in Italia nella sua specialità, che suonava più o meno così: volendo potrei anche farlo lottare per il primo posto, lo stresso di più con gli allenamenti lo porto al top, ma lui fra due anni smette; se tengo dei ritmi più bassi lo faccio crescere e cerco di ottenere un atleta. Il ragazzo poi ha comunque smesso però chi lo gestiva ha provato a tirarci fuori qualcosa anche a scapito di un suo tornaconto personale (dove vivo ora mi portarono un esempio che è diametralmente opposto: un allenatore famoso per essere stato l'allenatore di un fortissimo atleta degli anni 80-90, caricando i ragazzini faceva loro passare la voglia di fgare qualsiasi cosa). Quanti ciclisti juniores vincenti si sono visti nell'ultimo quarto di secolo che poi arrivati a fare i Dilettanti o i Professionisti si sono persi? L'atleta va seguito, curato e fatto crescere, questo in teoria lo stato (scuola o comitato olimpico che sia) lo può far meglio, se si lascia tutto in mano al privato non è detto che questo avvenga, negli usa, nonostante siano la patria del liberismo e del commercio, gli atleti fino all'università in molti sport sono appunto seguiti dalla strutture pubbliche (per quanto l'organizzazione del loro college possa ritenersi struttura pubblica, in effetti sono qualcosa di diverso)...ma ormai per noi è tardi ed è un 'pour parlez'.

Condivido quanto dice Lentoluca a parte il fatto che le università Americane siano anche solo in parte struttura pubblica. A parte pochissimi casi di eccellenza pubblica (UCAL per esempio), il top é del tutto privato, e a 40.000 dollari/anno vorrei vedere che non lo fosse.

In Italia hai ancora il meccanico di bici che deve dire la sua se tu ti alleni come ci si allena nel 21esimo secolo. Pensiamo ancora che i campioni siano solo talento e non, come é, talento coltivato con la scienza, intesa in senso positivo se possibile.

Anche se in sport squisitamente tecnici come il nuoto abbiamo fatto passi da gigante e siamo diventati una superpotenza, quindi anche qui le cose prima o poi si muovono quando arrivano i dirigenti illuminati, e possibilmente che sappiano usare un computer come la loro prevalente ottuagenarieta invece esclude.
 

sepica

Ammiraglia
10 Agosto 2004
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BMC slr01 TREK Madone
io ho potuto seguire un protocollo all ISEF qui a Roma e devo dire anche se magari piu disordinate , le strutture le hanno anche qui in Italia in ambito pubblico (università). certo magari bisogna vedre che accessibilità hanno e se un comune mortale amtore puo usufruirne semi-liberamente.
Io ho avuto la fortuna da fare da cavia (veramente la fortuna è stata loro :) )
ed cicloergonometro da 15 mila € misurazione del lattato e calcolo della consumo di ossigeno tramite maschera le ho fatte, e nella stanza accanto c'erano fior fior di apperecchiature per studiare la postura di atleti ciclisti e maratoneti con speciali telecamere.
poi come sappiamo tutti il centro Mapei e' abbastanz all avanguardia certo e' privato.
 

hotwheel

Pedivella
27 Maggio 2009
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torino
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gios strada - dolan pista - cannondale crono
io ho potuto seguire un protocollo all ISEF qui a Roma e devo dire anche se magari piu disordinate , le strutture le hanno anche qui in Italia in ambito pubblico (università). certo magari bisogna vedre che accessibilità hanno e se un comune mortale amtore puo usufruirne semi-liberamente.
Io ho avuto la fortuna da fare da cavia (veramente la fortuna è stata loro :) )
ed cicloergonometro da 15 mila € misurazione del lattato e calcolo della consumo di ossigeno tramite maschera le ho fatte, e nella stanza accanto c'erano fior fior di apperecchiature per studiare la postura di atleti ciclisti e maratoneti con speciali telecamere.
poi come sappiamo tutti il centro Mapei e' abbastanz all avanguardia certo e' privato.

La differenza è che in Italia le attrezzature le compriamo e non le usiamo...loro invece le comprano ed eccome se le usano !!!
 

hotwheel

Pedivella
27 Maggio 2009
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gios strada - dolan pista - cannondale crono
beh li all ISEF le usavano , io le ho usate, insomma dai non diamo sempre contro a tutto cio che è nazionale, in fondo i vari Conconi sono usciti dagli atenei italiani. o-o[/QUOTE

Si... 30 anni fa ed il fatto è che siamo ancora fermi li !!!
Se hai tempo fai un salto a Montichiari in questo periodo così vedi come è organizzata e come si allena la nazionale Austaliana pista.... penso che vedrai quache differenza rispetto ai nostri, quasi abbandonati a se stessi :cry:cry
Ti dico solo un particolare, 4 atleti e 8 preparatori...
 

DeivSaiborg

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Bianchi Sempre Veloce; Bianchi Pista Steel, Felt TK3
Riporto un pezzo di post che avevo scritto in primavera commentando la vittoria di Gerrans (australiano) alla Milano Sanremo.

DeivSaiborg ha scritto:
Piccola nota: dopo gli exploit di Evans dello scorso anno, il ciclismo australiano e' ancora sugli scudi (e pure in pista le cose vanno piu' che degnamente).

Conoscendo la realta' locale, che privilegia moltissimo altri sport (football australiano, cricket, tennis e nuoto su tutti) e' un mezzo miracolo. Ma forse no. Tramite le borse di studio AIS (Australian Institute of Sport) ci sono tantissimi atleti che si sono fatti le ossa in Europa avendo l'opportunita' di crescere e sviluppare le doti "da professionisti"
senza le quali e' quasi impossibile vincere (a proposito: occhio a un certo Caleb Ewen, ha solo 17 anni, ma secondo me ...)

Il centro di allenamento AIS (vicino Bergamo) e' una piccola dimostrazione dell'impegno (e degli investimenti) profusi dalla federazione e dal governo australiani.

Forse un maggior impegno (da piu' parti) gioverebbe anche al ciclismo italiano, che da troppo tempo - considerata la tradizione e la passione per questo sport - non si esprime ai livelli che gli competono.

Oddio, Scarponi avrebbe anche vinto un giro, l'altr'anno, ma questa e' un'altra storia ...

Anche solo guardando il Tour, uno si dovrebbe chiedere: ma visto che l'Australia non e' un paese di lunga tradizione ciclistica ... come fanno tanti Australiani ad essere a livelli cosi' alti ... in fondo e' una nazione di soli 20 milioni di anime ...

Eppure, al tour c'erano ben 12 Australiani in partenza (Francia 44, Spagna 21, Olanda 18, Italia 15, Belgio 14, Germania 13), anche se, ad onor del vero, quest'anno non hanno fatto sfracelli.

Credo che alle prove su pista delle olimpiadi (sia al maschile che al femminile) la musica sara' ben diversa (anche se il Regno Unito fara' probabilmente meglio).

In ogni caso, i successi raccolti da questi due paesi provano una cosa: che l'approccio "vivaistico", meglio se con tanta pista, paga, e paga bene (sia su strada che al velodromo).
 

kar38

Recordman
23 Ottobre 2010
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si grazie
In ogni caso, i successi raccolti da questi due paesi provano una cosa: che l'approccio "vivaistico", meglio se con tanta pista, paga, e paga bene (sia su strada che al velodromo).


nei paesi anglosassoni lo sport è parte integrante della vita fin da bambini, altro che l'oretta a settimana di educazione fisica nelle scuole italiane

x quanto riguarda la bici specie in australia, oltre alla pista i ragazzi provano qualsiasi disciplina dalla mtb alla bmx,ovviamente anche la bdc (sai che divertimento poter allenarsi in tutte le categorie)

solo verso i 16 anni scelgono cosa gli piace di più e vengono poi allevati in quel settore, ad esempio quelli forti in bdc vengono mandati in italia vista la nostra tradizione nel settore, a spese della federazione


in italia invece esiste solo la strada e con la scusa delle montagne deve nascere lo scalatore puro, e i ragazzi spesso iniziando da piccoli a 16 anni molti decidono di smettere

gimondi più di una volta ha detto di aver proposto una cosa simile in federazione già 20 anni fa ma nessuno gli diede ascolto

inghilterra, australia e usa domineranno il ciclismo in futuro l'italia finkè non si cambia mentalità salvo nascita di fenomeni puri è destinata a periodi di magra
 

DeivSaiborg

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nei paesi anglosassoni lo sport è parte integrante della vita fin da bambini, altro che l'oretta a settimana di educazione fisica nelle scuole italiane

x quanto riguarda la bici specie in australia, oltre alla pista i ragazzi provano qualsiasi disciplina dalla mtb alla bmx,ovviamente anche la bdc (sai che divertimento poter allenarsi in tutte le categorie)

solo verso i 16 anni scelgono cosa gli piace di più e vengono poi allevati in quel settore, ad esempio quelli forti in bdc vengono mandati in italia vista la nostra tradizione nel settore, a spese della federazione


in italia invece esiste solo la strada e con la scusa delle montagne deve nascere lo scalatore puro, e i ragazzi spesso iniziando da piccoli a 16 anni molti decidono di smettere

gimondi più di una volta ha detto di aver proposto una cosa simile in federazione già 20 anni fa ma nessuno gli diede ascolto

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Sikhandar

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x quanto riguarda la bici specie in australia, oltre alla pista i ragazzi provano qualsiasi disciplina dalla mtb alla bmx,ovviamente anche la bdc (sai che divertimento poter allenarsi in tutte le categorie)

solo verso i 16 anni scelgono cosa gli piace di più e vengono poi allevati in quel settore, ad esempio quelli forti in bdc vengono mandati in italia vista la nostra tradizione nel settore, a spese della federazione

Beh in realtà la prima parte la facciamo anche noi, e ti porto l'esempio di una società giovanile come tante ce n'è in giro nel nord italia. Facciamo strada da febbraio a ottobre, poi cross fino a dicembre, poi pista un po' a montichiari, e d'estate a fiorenzuola.

Il problema è successivo, è da juniores. Io ho grosse difficoltà a vendere i miei allievi 2° anno, tirano fuori storie incredibili ("per far correre uno juniores ci vogliono 7000 euro all'anno l'uno"). Sarà che io sono un giovane, cresciuto nella "cultura" dei traffici su internet (come molti su questo forum) e fuori dal mercato dei materiali dei più, ma con 7000 euro io a uno junior gli preparo 3 bici: strada, crono e pista.
 

kar38

Recordman
23 Ottobre 2010
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si grazie
Beh in realtà la prima parte la facciamo anche noi, e ti porto l'esempio di una società giovanile come tante ce n'è in giro nel nord italia. Facciamo strada da febbraio a ottobre, poi cross fino a dicembre, poi pista un po' a montichiari, e d'estate a fiorenzuola.


si ma è l'impegno delle singola società in australia è la federazione in prima persona a offrire queste possibilità se poi tu che ci sei dentro dici che è difficile continuare dopo si possono intuire le difficoltà del movimento
 

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nei paesi anglosassoni lo sport è parte integrante della vita fin da bambini, altro che l'oretta a settimana di educazione fisica nelle scuole italiane

x quanto riguarda la bici specie in australia, oltre alla pista i ragazzi provano qualsiasi disciplina dalla mtb alla bmx,ovviamente anche la bdc (sai che divertimento poter allenarsi in tutte le categorie)

solo verso i 16 anni scelgono cosa gli piace di più e vengono poi allevati in quel settore, ad esempio quelli forti in bdc vengono mandati in italia vista la nostra tradizione nel settore, a spese della federazione


in italia invece esiste solo la strada e con la scusa delle montagne deve nascere lo scalatore puro, e i ragazzi spesso iniziando da piccoli a 16 anni molti decidono di smettere

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Si, se non prendono la strada di bere Cider dalle 9 del mattino...
 

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