Una volta il costo era molto legato alla manodopera e ai costi diretti impiegati per produrre il prodotto, oggi è molto legato alla finanza che c'è dietro al progetto. questo fa tutta la differenza del mondo.
la semplicità della bici sacrificata sull'altare di presunti vantaggi effimeri che richiedono grossi investimenti in catena di produzione, investimenti pubblicitari, costruzione dell'immagine di un prodotto, tutto finanziato da fondi e finanza
ma i cui target possono miseramente fallire con un business case sbagliato anche di pochi volumi
e alla fine sul costo del prodotto finisce anche il costo del rischio, in una spirale infinita.
brand che non hanno mai fatto bici che si mettono a fare bici "premium", brand che non hanno mai fatto ruote che si mettono a fare ruote "premium", brand di abbigliamento che prolificano, con cataloghi da 1000 versioni e 1000 colori, impossibili da sostenere se non portandone sul prezzo i costi.
una volta c'era il filetto italiano e il filetto inglese, oggi 10 standard di movimento, 5-6 standard di guarnitura, standard di ogni tipo di sterzo. pezzi proprietari di attacco e manubrio che pensando di fare trust, ottengono l'effetto contrario.