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Testo: <blockquote data-quote="dagos" data-source="post: 6059917" data-attributes="member: 56530">Riporto l'ultima parte dell'articolo da te citato per far capire quanto il discorso sia diverso dal caso in questione:2. Vi è poi una seconda ipotesi che esclude il diritto del consumatore di pagare il prezzo esposto più basso rispetto al prezzo corretto di vendita: nei casi di e-commerce. In questi casi il processo di compravendita è “a parti inverse”, ossia è strutturato in modo tale che a fare l’offerta di vendita sia l’utente nel momento in cui conclude la procedura on-line di acquisto; sarà poi il venditore a doverla accettare affinché la vendita si realizzi. Va da sé che in queste ipotesi non residuano margini per far valere l’errore di cui si discute.Come si può benissimo intuire i 2 casi differiscono dal fatto che lui [USER=63474]@davide_ced[/USER] Non ha promosso un offerta... bensì ha accettato l'offerta libera e visibile a chiunque in bella mostra sul sito (comparabile ad un capo esposto in vetrina con relativo prezzo) offerta che poi la casa madre (che con un azione -io direi ben studiata di marketing- ha poi eluso con il giochetto della NON disponibilità momentanea e ponenndosi nella posizione di fare una controproposta in seguito (in seguito ad un interesse del probabile cliente già esposto)Giochetti simili nel commercio attuale sono all'ordine del giorno e lo dico a ragion veduta, visto che per professione faccio il commerciante <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/wink.gif"  class="smilie" loading="lazy" alt=";)" title="Wink    ;)" data-shortname=";)" /></blockquote>

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