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Pogačar da forfait per le olimpiadi
Testo
<blockquote data-quote="bradipus" data-source="post: 7562467" data-attributes="member: 17208"><p>Quindi vuol dire che entrambe fanno tantissima audience, e si sta attenti a non cannibalizzarli...</p><p></p><p>Comunque, il difficile rapporto tra ciclismo su strada e Olimpiadi secondo me va ricercato proprio nella natura di sport individuale, dove però la squadra è fondamentale: e con squadre di tre o quattro componenti (situazione che non si verifica mai durante la normale stagione) diventa impossibile controllare la corsa oppure organizzare un inseguimento.</p><p>La gara su strada diventa un frullatore impazzito con logiche spesso casuali, e questo non invoglia certo i ciclisti top, che sono abituati a ben altre situazioni, a partecipare.</p><p>Scommetto che se alle Olimpiadi ci fossero nazionali di sette / otto componenti come ai mondiali, la cosa cambierebbe completamente; d'altra parte, sarebbe alquanto impensabile un mondiale che si concludesse con una fuga a due con un kazako ed un colombiano (come a Londra 2012) senza che Belgio, Italia, Olanda e Francia (distanti poche decine di metri) tirassero alla morte per riprenderli.</p><p></p><p>Ragionamento che per me vede la conferma nel fatto che, nelle altre discipline del ciclismo (pista e mtb in primis, dove la squadra di fatto non esiste - il quartetto dell'inseguimento è come se fosse un unicum) la medaglia olimpica conta eccome, ben più di un mondiale, e di tutte le altre gare.</p><p>Infatti tutti ci ricordiamo di Paola Pezzo (non solo per il body aperto, voglio sperare), ma quanti conoscono Hubert Pallhuber?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="bradipus, post: 7562467, member: 17208"] Quindi vuol dire che entrambe fanno tantissima audience, e si sta attenti a non cannibalizzarli... Comunque, il difficile rapporto tra ciclismo su strada e Olimpiadi secondo me va ricercato proprio nella natura di sport individuale, dove però la squadra è fondamentale: e con squadre di tre o quattro componenti (situazione che non si verifica mai durante la normale stagione) diventa impossibile controllare la corsa oppure organizzare un inseguimento. La gara su strada diventa un frullatore impazzito con logiche spesso casuali, e questo non invoglia certo i ciclisti top, che sono abituati a ben altre situazioni, a partecipare. Scommetto che se alle Olimpiadi ci fossero nazionali di sette / otto componenti come ai mondiali, la cosa cambierebbe completamente; d'altra parte, sarebbe alquanto impensabile un mondiale che si concludesse con una fuga a due con un kazako ed un colombiano (come a Londra 2012) senza che Belgio, Italia, Olanda e Francia (distanti poche decine di metri) tirassero alla morte per riprenderli. Ragionamento che per me vede la conferma nel fatto che, nelle altre discipline del ciclismo (pista e mtb in primis, dove la squadra di fatto non esiste - il quartetto dell'inseguimento è come se fosse un unicum) la medaglia olimpica conta eccome, ben più di un mondiale, e di tutte le altre gare. Infatti tutti ci ricordiamo di Paola Pezzo (non solo per il body aperto, voglio sperare), ma quanti conoscono Hubert Pallhuber? [/QUOTE]
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