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<blockquote data-quote="toni77" data-source="post: 7563704" data-attributes="member: 103597"><p>Nelle interviste rilasciate a Peter Attia, la prima, se ricordo bene, antecedente la vittoria al Tour 2020, San Millan era sempre stato prodigo di dettagli riguardo la fisiologia „super-natural“ di atleti unici, geneticamente parlando, come Pogacar, all‘epoca il suo „prospect“ migliore e non ancora un campione.</p><p></p><p>Un aspetto che mi aveva colpito è che metteva l‘accento sistematicamente non tanto sulla capacità ossidativa legata all‘ematocrito, quanto piuttosto sulle caratteristiche (densità e dimensioni) dei mitocondri, che, alla fine, sono responsabili, detto in soldoni (i biologi non me ne vogliano per imprecisioni e inesattezze brutali ), di due aspetti:</p><ol> <li data-xf-list-type="ol">Spostare la finestra della transizione ossidazione grassi -> cho verso carichi più elevati.</li> <li data-xf-list-type="ol">Usare più efficientemente l‘acido lattico per la sintesi di ATP.</li> </ol><p>Il primo aspetto ha a che fare con la „base“ della prestazione (ritardare il più possibile l‘impiego di cho). Il secondo con la capacità di smaltire più velocemente l‘acido lattico che si forma nelle fasi di gara „concitate“ (attacchi e recuperi).</p><p></p><p>Interessante notare come il monossido andrebbe anche ad esaltare l‘aspetto della capacità mitocondriale, che su specimen come i top 3 del Tour deve essere di natura già „over the top“.</p><p></p><p>Primo articolo che leggo sul tema con una parvenza di accuratezza. Grazie per condividere!</p><p></p><p>PS: Bartali che fumava aveva già capito tutto… <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_wink.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=";-)" title="Icon Wink ;-)" data-shortname=";-)" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="toni77, post: 7563704, member: 103597"] Nelle interviste rilasciate a Peter Attia, la prima, se ricordo bene, antecedente la vittoria al Tour 2020, San Millan era sempre stato prodigo di dettagli riguardo la fisiologia „super-natural“ di atleti unici, geneticamente parlando, come Pogacar, all‘epoca il suo „prospect“ migliore e non ancora un campione. Un aspetto che mi aveva colpito è che metteva l‘accento sistematicamente non tanto sulla capacità ossidativa legata all‘ematocrito, quanto piuttosto sulle caratteristiche (densità e dimensioni) dei mitocondri, che, alla fine, sono responsabili, detto in soldoni (i biologi non me ne vogliano per imprecisioni e inesattezze brutali ), di due aspetti: [LIST=1] [*]Spostare la finestra della transizione ossidazione grassi -> cho verso carichi più elevati. [*]Usare più efficientemente l‘acido lattico per la sintesi di ATP. [/LIST] Il primo aspetto ha a che fare con la „base“ della prestazione (ritardare il più possibile l‘impiego di cho). Il secondo con la capacità di smaltire più velocemente l‘acido lattico che si forma nelle fasi di gara „concitate“ (attacchi e recuperi). Interessante notare come il monossido andrebbe anche ad esaltare l‘aspetto della capacità mitocondriale, che su specimen come i top 3 del Tour deve essere di natura già „over the top“. Primo articolo che leggo sul tema con una parvenza di accuratezza. Grazie per condividere! PS: Bartali che fumava aveva già capito tutto… ;-) [/QUOTE]
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