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<blockquote data-quote="charles619" data-source="post: 7608727" data-attributes="member: 150148"><p>Non voglio parlare di doping, non ne ho la competenza (e non mi interessa, nel contesto). </p><p></p><p>La frase riportata in corsivo del medico, Frappe o non Frappe, in riferimento alla freschezza che Pogacar ha costantemente palesato al Giro 2024 (e ci metterei tutte le altre gare) è veramente difficile da contestare. Anche al sottoscritto lo strapotere di Pogy ha azzerato il gusto di seguire le gare, visto che si sono limitate fra lui e sè stesso, ad eccezione di qualche sporadica tappa del Tdf per merito di Vingegaard. Ma volevo solo prendere uno spunto.</p><p></p><p>Mi piace da sempre guardare e studiare i volti/espressioni/emozioni dei ciclisti quando passano il traguardo, e mai come quest'anno Pogacar ha sfoggiato espressioni non dico di gioia, plausibilissima quando si vince, ma rilassatezza, su un volto disteso, spensierato e divertito, privo di tensione, di quelle smorfie di dolore ingenerate dalla fatica e "fame d'aria". Un gocciolina di sudore, forse?</p><p>Non è neanche roba da Il Texas Hold’em, cioè d'impenetrabilità (considero comunque Pogacar un atleta maturo e sincero): che finalità avrebbe avuto, nella consapevolezza dei distacchi che infliggeva? E basta forse un sorriso, qualche batti-cinque con il pubblico per dissimulare la stanchezza estrema? Ci vedo (personalmente) una netta dissonanza.</p><p></p><p>Mi piacciono poi confronti, e da qui confermo il mio consenso a Frappe (o non Frappe): gli altri 2 ciclisti superdotati del momento, Vingo e REmco, ma anche VdP nelle gare di un giorno, passando sotto il traguardo da vincenti non mi hanno mai trasmesso la sensazione destressata che quest'anno Pogy ha palesato, tutt'altro! </p><p>Andando indietro negli anni, pensando al mio Superman personale cioè il Marco, dopo ogni vittoria, come sul gradino più alto del podio, era raro che sorridesse, ok. Ma è anche vero che, dopo le vittorie più dure, indifferente alla diretta TV, non nascondeva la sofferenza, perdurante fino al momento dell'intervista mezz'ora dopo. Potrei fare altri esempi di ciclisti mitici, come lo stesso Merckx, ma mi limito a Froome, che no, proprio non era l'immagine della freschezza fisica vincendo sul Mount Ventoux (con Quintana alle spalle che svenne per la stanchezza), e lo sforzo migliore di sorridere sembrò un rictus, a bocca spalancata per il debito d'ossigeno. Mi astengo dal citare Armstrong, ciclista che all'epoca non seguivo per semplice antipatia.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="charles619, post: 7608727, member: 150148"] Non voglio parlare di doping, non ne ho la competenza (e non mi interessa, nel contesto). La frase riportata in corsivo del medico, Frappe o non Frappe, in riferimento alla freschezza che Pogacar ha costantemente palesato al Giro 2024 (e ci metterei tutte le altre gare) è veramente difficile da contestare. Anche al sottoscritto lo strapotere di Pogy ha azzerato il gusto di seguire le gare, visto che si sono limitate fra lui e sè stesso, ad eccezione di qualche sporadica tappa del Tdf per merito di Vingegaard. Ma volevo solo prendere uno spunto. Mi piace da sempre guardare e studiare i volti/espressioni/emozioni dei ciclisti quando passano il traguardo, e mai come quest'anno Pogacar ha sfoggiato espressioni non dico di gioia, plausibilissima quando si vince, ma rilassatezza, su un volto disteso, spensierato e divertito, privo di tensione, di quelle smorfie di dolore ingenerate dalla fatica e "fame d'aria". Un gocciolina di sudore, forse? Non è neanche roba da Il Texas Hold’em, cioè d'impenetrabilità (considero comunque Pogacar un atleta maturo e sincero): che finalità avrebbe avuto, nella consapevolezza dei distacchi che infliggeva? E basta forse un sorriso, qualche batti-cinque con il pubblico per dissimulare la stanchezza estrema? Ci vedo (personalmente) una netta dissonanza. Mi piacciono poi confronti, e da qui confermo il mio consenso a Frappe (o non Frappe): gli altri 2 ciclisti superdotati del momento, Vingo e REmco, ma anche VdP nelle gare di un giorno, passando sotto il traguardo da vincenti non mi hanno mai trasmesso la sensazione destressata che quest'anno Pogy ha palesato, tutt'altro! Andando indietro negli anni, pensando al mio Superman personale cioè il Marco, dopo ogni vittoria, come sul gradino più alto del podio, era raro che sorridesse, ok. Ma è anche vero che, dopo le vittorie più dure, indifferente alla diretta TV, non nascondeva la sofferenza, perdurante fino al momento dell'intervista mezz'ora dopo. Potrei fare altri esempi di ciclisti mitici, come lo stesso Merckx, ma mi limito a Froome, che no, proprio non era l'immagine della freschezza fisica vincendo sul Mount Ventoux (con Quintana alle spalle che svenne per la stanchezza), e lo sforzo migliore di sorridere sembrò un rictus, a bocca spalancata per il debito d'ossigeno. Mi astengo dal citare Armstrong, ciclista che all'epoca non seguivo per semplice antipatia. [/QUOTE]
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