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<blockquote data-quote="iban" data-source="post: 7610117" data-attributes="member: 34281"><p>Abbiamo vinto il mondiale nell'inseguimento individuale, quindi, a sentire molti, va bene così. Ma il vero problema è che ci accontentiamo. Ho ascoltato vari podcast sulle pagelle di fine stagione e tutti concordano: non abbiamo vittorie importanti, ma abbiamo Milan, considerato il miglior velocista del mondo. Non ha vinto l'europeo solo perché il Belgio si è inserito nel nostro treno, ma si è rifatto con il mondiale e record nell'inseguimento individuale e la maglia ciclamino del Giro, quindi per molti va bene così.</p><p></p><p>Invece, non va bene affatto; la situazione è più complessa. Prima di tutto, esaltiamo, passatemi l'espressione, asini per cavalli. Milan, di cui non penso assolutamente sia un asino, è tra i migliori, ma non il più forte. Per essere il miglior velocista del mondo non basta la potenza pura: servono anche tecnica e capacità di gestire il traffico, cose che lui non ha. Prendiamo poi Ganna: osannato come un dio in Italia, il suo valore obiettivo è paragonabile a quello di Tony Martin, iperspecializzato nelle cronometro e ottimo per mantenere il gruppo, ma come capitano ha ottenuto solo un secondo posto alla Sanremo e, se escludiamo le cronometro dal suo palmarès, le vittorie diventano poche; senza contare che ora a crono è un gradino sotto Remco.</p><p></p><p>In Italia non ci sono le condizioni per far crescere talenti, perché manca una programmazione a livello federale. Ogni società tende a guardare al proprio interesse, senza pensare allo sviluppo dei giovani. Quando una squadra giovanile ha un potenziale talento, invece di preservarlo e farlo crescere con calma, lo spreme come un limone in cerca di sponsor e prestigio. Così, questi poveri ragazzi, appena possono, smettono. Al momento di prospetti vedo Tiberi poi Pellizzari e Piganzoli che possono e potranno lottare per una top 5 al Giro o al Lombardia ma per gare tipo Fiandre o mondiali non vedo nessuno.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="iban, post: 7610117, member: 34281"] Abbiamo vinto il mondiale nell'inseguimento individuale, quindi, a sentire molti, va bene così. Ma il vero problema è che ci accontentiamo. Ho ascoltato vari podcast sulle pagelle di fine stagione e tutti concordano: non abbiamo vittorie importanti, ma abbiamo Milan, considerato il miglior velocista del mondo. Non ha vinto l'europeo solo perché il Belgio si è inserito nel nostro treno, ma si è rifatto con il mondiale e record nell'inseguimento individuale e la maglia ciclamino del Giro, quindi per molti va bene così. Invece, non va bene affatto; la situazione è più complessa. Prima di tutto, esaltiamo, passatemi l'espressione, asini per cavalli. Milan, di cui non penso assolutamente sia un asino, è tra i migliori, ma non il più forte. Per essere il miglior velocista del mondo non basta la potenza pura: servono anche tecnica e capacità di gestire il traffico, cose che lui non ha. Prendiamo poi Ganna: osannato come un dio in Italia, il suo valore obiettivo è paragonabile a quello di Tony Martin, iperspecializzato nelle cronometro e ottimo per mantenere il gruppo, ma come capitano ha ottenuto solo un secondo posto alla Sanremo e, se escludiamo le cronometro dal suo palmarès, le vittorie diventano poche; senza contare che ora a crono è un gradino sotto Remco. In Italia non ci sono le condizioni per far crescere talenti, perché manca una programmazione a livello federale. Ogni società tende a guardare al proprio interesse, senza pensare allo sviluppo dei giovani. Quando una squadra giovanile ha un potenziale talento, invece di preservarlo e farlo crescere con calma, lo spreme come un limone in cerca di sponsor e prestigio. Così, questi poveri ragazzi, appena possono, smettono. Al momento di prospetti vedo Tiberi poi Pellizzari e Piganzoli che possono e potranno lottare per una top 5 al Giro o al Lombardia ma per gare tipo Fiandre o mondiali non vedo nessuno. [/QUOTE]
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