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Scorrevolezza. Risponde l'esperto
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<blockquote data-quote="CONTERALLY" data-source="post: 3955586" data-attributes="member: 41803"><p>L'appunto sulla stabilità dei venti è molto obiettivo, come il fatto che il "peso" delle ruote, sarà rilevato durante delle competizioni ognuna delle quali avrà anche una storia metereologica a se stante. Ciò non muta l'importanza della precisione della misurazione, ma può proporzionarne la rilevanza effettiva sui risultati, nel senso che si corre il rischio di dimenticare aspetti più importanti nella preparazione sia del mezzo che dell'atleta.</p><p>Circa l'individuazione di condizioni meteorologiche abbastanza simili, ho notato, fancendo delle piccole crono home made, che, nei referti delle stazioni barometriche consultabili on-line, con un clima stabile, le correnti tendono a ripetersi ogni 24 ore per cui non è eccessivamente rilevante lo scostamento dei venti nelle medesime ore della giornata. Si può anche valutare l'inserimento di correttivi forfettari nel caso si verifichino delle raffiche impreviste, che alterino significativamente la comparabilità delle due prove. Con il visore dei sensori di potenza si ha la possibilità di visualizzare la spinta che si sta imprimendo e mantenendola stabile, come faremmo con la velocità su un tachimetro, la differenza della distanza percorsa a queste condizioni, a parità di tempo impiegato, ci dirà quali sono le ruote più potenti e di quanto. Sarà anche opportuno cambiare il regime di potenza per vedere se la differenza si mantiene o cambia, a seconda delle velocità. Io credo che rispettando questi criteri se la comparazione non produce una differenza significativa, a scopi agonistici, l'argomento passa in secondo piano. Debbo anche precisare di aver visto situazioni paradossali laddove si sono affidati alla strumentistica in meccanica, con fiducia scolastica, sbagliando completamente gli obiettivi. La prova sul campo resta una forca caudina in cui molti "corridori" hanno perso la battaglia, fidando sulle qualità delle proprie "gambe", per cui se pur bisogna accettare una tolleranza dettata da variabili di ambiente, l'esito resta una esperienza e non una fondatissima tesi, che potrà tornare utile a conferma o smentita. I controlli incrociati sono una garanzia.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="CONTERALLY, post: 3955586, member: 41803"] L'appunto sulla stabilità dei venti è molto obiettivo, come il fatto che il "peso" delle ruote, sarà rilevato durante delle competizioni ognuna delle quali avrà anche una storia metereologica a se stante. Ciò non muta l'importanza della precisione della misurazione, ma può proporzionarne la rilevanza effettiva sui risultati, nel senso che si corre il rischio di dimenticare aspetti più importanti nella preparazione sia del mezzo che dell'atleta. Circa l'individuazione di condizioni meteorologiche abbastanza simili, ho notato, fancendo delle piccole crono home made, che, nei referti delle stazioni barometriche consultabili on-line, con un clima stabile, le correnti tendono a ripetersi ogni 24 ore per cui non è eccessivamente rilevante lo scostamento dei venti nelle medesime ore della giornata. Si può anche valutare l'inserimento di correttivi forfettari nel caso si verifichino delle raffiche impreviste, che alterino significativamente la comparabilità delle due prove. Con il visore dei sensori di potenza si ha la possibilità di visualizzare la spinta che si sta imprimendo e mantenendola stabile, come faremmo con la velocità su un tachimetro, la differenza della distanza percorsa a queste condizioni, a parità di tempo impiegato, ci dirà quali sono le ruote più potenti e di quanto. Sarà anche opportuno cambiare il regime di potenza per vedere se la differenza si mantiene o cambia, a seconda delle velocità. Io credo che rispettando questi criteri se la comparazione non produce una differenza significativa, a scopi agonistici, l'argomento passa in secondo piano. Debbo anche precisare di aver visto situazioni paradossali laddove si sono affidati alla strumentistica in meccanica, con fiducia scolastica, sbagliando completamente gli obiettivi. La prova sul campo resta una forca caudina in cui molti "corridori" hanno perso la battaglia, fidando sulle qualità delle proprie "gambe", per cui se pur bisogna accettare una tolleranza dettata da variabili di ambiente, l'esito resta una esperienza e non una fondatissima tesi, che potrà tornare utile a conferma o smentita. I controlli incrociati sono una garanzia. [/QUOTE]
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