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Testo: <blockquote data-quote="aemme" data-source="post: 505050" data-attributes="member: 3826">non ho letto tutti i post e quindi &#232; probabile mi esprima con concetti gi&#224; utilizzati da altri. Il nostro organismo lavora ovviamente quando stimolato e, si adatta al tipo di stimolo su cui si lavora. Il problema grosso della bdc quando a montare in sella non &#232; un agonista puro ( ovvero chi per et&#224; o doveri di scuderia esce tutti i giorni anche due sedute al giorno) &#232; ottemperare a tre cose fondamentali e per natura in qualche modo indipendenti una dall'altra quando non in contraddizione: fare chilometri, essere veloci e tenere in salita.Sembrerebbe un gioco da ragazzi, una volta individuati i o il problema ci lavoro sopra e strutturo delle sedute definite specifiche per risolvere il tutto.Ma la direzione dello stimolo allenante, per esempio agilit&#224; in salita si contrappone, ovvero segue una via fisiologica differente, da un allenamento di ritmo in pianura.Il dosaggio quindi dei carichi deve essere studiato e programmato per evitare sovrapposizioni e ostacoli nella ricerca di un miglioramento.L'amatore vorrebbe sintetizzare (ma questo &#232; il succo del nostro essere veri amatori) tutto e cercare di migliorare tutto con una limitata disponibilit&#224; di tempo. Per migliorare una sola componente fisiologica occorrono anni. Non dimentichiamo che la capacit&#224; lattacida intesa come disponibilit&#224; a sopportare le "rasoiate" sia in salita che in pianura, oppure a mantenere le rpm costanti su mangiaebevi a costo di alzarsi sui pedali per evitare di scadere in velocit&#224;, &#232; una componente anche questa et&#224;-dipendente.</blockquote>

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