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<blockquote data-quote="loiety" data-source="post: 7602627" data-attributes="member: 6188"><p>Esiste da tempo<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_dell%27attualismo" target="_blank"> il principio dell'attualismo,</a> che tradotto in senso generale, indica che quello che è accaduto in passato può spiegarsi con quello che capita oggi, ma ovviamente può valere il contrario. Che più semplicemente in questo caso può tradursi in "ho preso così tanto facciate in passato credendo certi campioni puliti che oggi tendo a non dare più completa fiducia a nessuno".</p><p>Non è ne divanismo e complottismo. Il divanismo dovrebbe portare a credere che non non capiamo il tipo di sforzo. A me sembra di capirlo benissimo. Ci più di 150 atleti professionisti che non fanno altro che allenarsi tutto il giorno, andando ad un ritmo che un amatore nemmeno lontanamente si sogna. A -48 circa un è partito e gli ha detto ciao ciao come se fossero il gruppo di vecchietti del dopolavoro. Nel mentre è partito un altro fenomeno, che a questi ha dato quasi tre minuti (il che a ben vedere è una impresa assolutamente clamorosa, iperbolica), e lui se ne è presi altrettanti. Uno sguardo nel passato fa gelare le vene. Il complottismo per essere definito tale dovrebbe indicare una architettura di centinai di persone che sanno e tacciono, e non è verosimilmente questo il caso, però si, senza ombre di dubbio, prove oggi, assolutamente zero.</p><p>La questione è che il ciclismo è assolutamente pieno di fanboy, e per chi nel passato ha fatto queste cose, si ergono monumenti, musei, statue su ogni strada in salita italiana, ogni anno salta fuori qualcuno che vuole rivedere i processi dimenticando quelli giusti.</p><p></p><p>Francamente, trovo assurdo e offensivo muovere delle vere accuse, visto che di prove non ce ne sono, ma mi permetto almeno di non entusiasmarmi affatto, a me la corsa di ieri non è piaciuta per nulla. Non mi frega nulla, ci ho perso non più di 20 minuti, ma dentro di me una vocina insinua il sospetto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="loiety, post: 7602627, member: 6188"] Esiste da tempo[URL='https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_dell%27attualismo'] il principio dell'attualismo,[/URL] che tradotto in senso generale, indica che quello che è accaduto in passato può spiegarsi con quello che capita oggi, ma ovviamente può valere il contrario. Che più semplicemente in questo caso può tradursi in "ho preso così tanto facciate in passato credendo certi campioni puliti che oggi tendo a non dare più completa fiducia a nessuno". Non è ne divanismo e complottismo. Il divanismo dovrebbe portare a credere che non non capiamo il tipo di sforzo. A me sembra di capirlo benissimo. Ci più di 150 atleti professionisti che non fanno altro che allenarsi tutto il giorno, andando ad un ritmo che un amatore nemmeno lontanamente si sogna. A -48 circa un è partito e gli ha detto ciao ciao come se fossero il gruppo di vecchietti del dopolavoro. Nel mentre è partito un altro fenomeno, che a questi ha dato quasi tre minuti (il che a ben vedere è una impresa assolutamente clamorosa, iperbolica), e lui se ne è presi altrettanti. Uno sguardo nel passato fa gelare le vene. Il complottismo per essere definito tale dovrebbe indicare una architettura di centinai di persone che sanno e tacciono, e non è verosimilmente questo il caso, però si, senza ombre di dubbio, prove oggi, assolutamente zero. La questione è che il ciclismo è assolutamente pieno di fanboy, e per chi nel passato ha fatto queste cose, si ergono monumenti, musei, statue su ogni strada in salita italiana, ogni anno salta fuori qualcuno che vuole rivedere i processi dimenticando quelli giusti. Francamente, trovo assurdo e offensivo muovere delle vere accuse, visto che di prove non ce ne sono, ma mi permetto almeno di non entusiasmarmi affatto, a me la corsa di ieri non è piaciuta per nulla. Non mi frega nulla, ci ho perso non più di 20 minuti, ma dentro di me una vocina insinua il sospetto. [/QUOTE]
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