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[Test] Freni a disco
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<blockquote data-quote="ottomilainsù" data-source="post: 4036629" data-attributes="member: 36102"><p>Mi pare che in molti ci sia una sorta di resistenza all'introduzione di novità.</p><p>Può essere comprensibile per certi aspetti, perché si pensa "funziona tutto bene con i sistemi attuali, basta stare attenti in certe situazioni" e questo fa dire che non servono innovazioni.</p><p></p><p>Per carità, una quindicina di anni fa giravano certi impianti a disco nella MTB, roba da suicidio, pure io dicevo che i v-brake erano migliori.</p><p>Poi mi sono ricreduto alla grande, ora abbiamo degli impianti frenanti che non saranno la perfezione assoluta ma garantiscono prestazioni impensabili a distanza di pochi anni.</p><p></p><p>Nell'ambito strada si affacciano adesso, ma ricordiamo che ci si giova di sistemi che sono stati svezzati nella mtb, un mondo dove le esigenze di prestazione, affidabilità e sicurezza sono severissime.</p><p></p><p>Chi non è mai andato in mtb non si può rendere conto di quali strapazzi immani subiscano dei freni che devono reggere per km delle pendenze assassine su terreni accidentati, dove ora scendo "rilassato" io ricordo che con i cantilever prima e i v-brake dopo (e che salto di qualità furono i v-brake!) arrivavo giù con gli avambracci doloranti, i polsi "vibrati", i cerchioni bollenti (quante camere d'aria ho rotto per il surriscaldamento dei cerchi!), quanti trucchi e attenzioni dovevo usare per riuscire a fermarmi in tempo.</p><p>Io ricordo di certi pattini mi duravano una discesa, che bastava un po' di acqua per non fermarmi più, oppure con il fango piallavo i cerchioni, oppure ancora scaldandosi faceva strani rumori di sfregamento, che il pattino strisciava sul copertone se non era regolato al centesimo, con la neve ebbi la fortuna di trovare un mucchio per buttarmici contro perché il pacco di neve non faceva più toccare i pattini...</p><p></p><p>Forse nel mondo bdc non si sarebbe sentita l'esigenza se non fossero stati creati i cerchi in composito, costosi e pericolosi con l'acqua.</p><p>Il maggior peso del freno (ma costruiscono certi pesi piuma pure in ambito mtb) può essere agevolmente compensato dalla eliminazione della pista frenante che dà pure maggior libertà nel disegno del cerchio.</p><p></p><p>Prima, con i freni a pattino, un cerchio non mi durava più di due anni nella mtb.</p><p>Ora lo cambio solo se lo rompo pigliando sassi e buche.</p><p>E' vero che con la la bdc si frena "poco", che le ruote difficilmente si consumano come quelle della mtb, ma per quanto poco si debba frenare è bene che quando serve il freno funzioni, subito, non dopo 10 metri perché deve filar via l'acqua... <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/spec.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":specc:" title="Spec :specc:" data-shortname=":specc:" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ottomilainsù, post: 4036629, member: 36102"] Mi pare che in molti ci sia una sorta di resistenza all'introduzione di novità. Può essere comprensibile per certi aspetti, perché si pensa "funziona tutto bene con i sistemi attuali, basta stare attenti in certe situazioni" e questo fa dire che non servono innovazioni. Per carità, una quindicina di anni fa giravano certi impianti a disco nella MTB, roba da suicidio, pure io dicevo che i v-brake erano migliori. Poi mi sono ricreduto alla grande, ora abbiamo degli impianti frenanti che non saranno la perfezione assoluta ma garantiscono prestazioni impensabili a distanza di pochi anni. Nell'ambito strada si affacciano adesso, ma ricordiamo che ci si giova di sistemi che sono stati svezzati nella mtb, un mondo dove le esigenze di prestazione, affidabilità e sicurezza sono severissime. Chi non è mai andato in mtb non si può rendere conto di quali strapazzi immani subiscano dei freni che devono reggere per km delle pendenze assassine su terreni accidentati, dove ora scendo "rilassato" io ricordo che con i cantilever prima e i v-brake dopo (e che salto di qualità furono i v-brake!) arrivavo giù con gli avambracci doloranti, i polsi "vibrati", i cerchioni bollenti (quante camere d'aria ho rotto per il surriscaldamento dei cerchi!), quanti trucchi e attenzioni dovevo usare per riuscire a fermarmi in tempo. Io ricordo di certi pattini mi duravano una discesa, che bastava un po' di acqua per non fermarmi più, oppure con il fango piallavo i cerchioni, oppure ancora scaldandosi faceva strani rumori di sfregamento, che il pattino strisciava sul copertone se non era regolato al centesimo, con la neve ebbi la fortuna di trovare un mucchio per buttarmici contro perché il pacco di neve non faceva più toccare i pattini... Forse nel mondo bdc non si sarebbe sentita l'esigenza se non fossero stati creati i cerchi in composito, costosi e pericolosi con l'acqua. Il maggior peso del freno (ma costruiscono certi pesi piuma pure in ambito mtb) può essere agevolmente compensato dalla eliminazione della pista frenante che dà pure maggior libertà nel disegno del cerchio. Prima, con i freni a pattino, un cerchio non mi durava più di due anni nella mtb. Ora lo cambio solo se lo rompo pigliando sassi e buche. E' vero che con la la bdc si frena "poco", che le ruote difficilmente si consumano come quelle della mtb, ma per quanto poco si debba frenare è bene che quando serve il freno funzioni, subito, non dopo 10 metri perché deve filar via l'acqua... :specc: [/QUOTE]
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