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La mia bici - review
Test Pinarello Dogma F con Hyperon Ultra
Testo
<blockquote data-quote="Claro" data-source="post: 7572673" data-attributes="member: 102746"><p>Mi permetto di portare la mia esperienza, ma anche di attingere ai passati studi di fisica. Negli ultimi 25 anni sono passato da pneumatici da 19mm (9 bar al posteriore), su sino al 23mm, 23mm tubeless sino al 25, e da due anni 28mm tubeless (5.8 bar al posteriore) e freni a disco.</p><p>Sicuramente la comodità e la sicurezza è indiscutibile, oggi notevolmente migliore, soprattutto con manti stradali non prettamente da circuito da F1.</p><p>La scorrevolezza è difficile da valutare, poiché ho cambiato anche l‘intera bicicletta, sono cambiato nel tempo anche io. La mia sensazione però, è che in salite con forti pendenze, un bel 23mm gonfiato a 8bar è molto più scorrevole che non un 28mm gonfiato a meno di 6.</p><p></p><p>A parità di ciclista, bicicletta, ruote e miscela di gomma, la scorrevolezza non è nient’altro che l‘attrito volvente sviluppato dalla ruota sul fondo stradale.</p><p>Visto che gli altri parametri restano invariati, tale attrito è determinato dalla superficie d‘appoggio, più precisamente dalla lunghezza longitudinale di tale superficie.</p><p>La stessa superficie è data dalla forza verso terra, e dalla pressione nel pneumatico; anche qui mantenendo invariata la forza, con pressioni minori necessitiamo di una maggior superficie a terra per contrastare la forza verticale.</p><p>Ora le pressioni sono notevolmente calate, per cui le impronte a terra aumentate proporzionalmente (oltre 8 bar agli attuali poco più di 5).</p><p>In teoria, sembra che l‘impronta dei nuovi pneumatici sia più estesa sulla larghezza che non sulla lunghezza, in modo che la “leva“ longitudinale che contrasta lo scorrimento (attrito) sia addirittura minore che non sui pneumatici stretti. Questo è quanto spiegano i produttori, ma allora un pneumatico stretto ma consumato dovrebbe essere meglio di uno largo nuovo?</p><p>In salita tutto il peso (la forza) è concentrato sul posteriore, quindi la superficie d’appoggio aumenta ulteriormente , per me ancora di più a basse pressioni. In salita poi la gomma si deforma anche nel senso di marcia, dovuta alla forza contraria (si svergola all’indietro), questa deformazione è puramente longitudinalmente e aumenta la „leva“ negativa, a minori pressioni e a maggior materiale dato dalle nuove gomme, questa deformazione è maggiore.</p><p>Andando a spulciare poi, possiamo dire che anche la maggior comodità compromette la scorrevolezza, per ammortizzare le asperità il pneumatico deve appiattirsi aumentando la superficie d‘appoggio, in quel momento la scorrevolezza diminuisce.</p><p></p><p></p><p>In sintesi comodità e sicurezza sono veramente aumentate, ma la scorrettezza per me no.</p><p>A comprova di questo, la ferrovia ha la migliore scorrevolezza poiché le ruote in acciaio non creano praticamente superficie d’appoggio, per le automobili consigliano di aumentare la pressione ai pneumatici per risparmiare carburante.</p><p></p><p>questo è il mio pensiero</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Claro, post: 7572673, member: 102746"] Mi permetto di portare la mia esperienza, ma anche di attingere ai passati studi di fisica. Negli ultimi 25 anni sono passato da pneumatici da 19mm (9 bar al posteriore), su sino al 23mm, 23mm tubeless sino al 25, e da due anni 28mm tubeless (5.8 bar al posteriore) e freni a disco. Sicuramente la comodità e la sicurezza è indiscutibile, oggi notevolmente migliore, soprattutto con manti stradali non prettamente da circuito da F1. La scorrevolezza è difficile da valutare, poiché ho cambiato anche l‘intera bicicletta, sono cambiato nel tempo anche io. La mia sensazione però, è che in salite con forti pendenze, un bel 23mm gonfiato a 8bar è molto più scorrevole che non un 28mm gonfiato a meno di 6. A parità di ciclista, bicicletta, ruote e miscela di gomma, la scorrevolezza non è nient’altro che l‘attrito volvente sviluppato dalla ruota sul fondo stradale. Visto che gli altri parametri restano invariati, tale attrito è determinato dalla superficie d‘appoggio, più precisamente dalla lunghezza longitudinale di tale superficie. La stessa superficie è data dalla forza verso terra, e dalla pressione nel pneumatico; anche qui mantenendo invariata la forza, con pressioni minori necessitiamo di una maggior superficie a terra per contrastare la forza verticale. Ora le pressioni sono notevolmente calate, per cui le impronte a terra aumentate proporzionalmente (oltre 8 bar agli attuali poco più di 5). In teoria, sembra che l‘impronta dei nuovi pneumatici sia più estesa sulla larghezza che non sulla lunghezza, in modo che la “leva“ longitudinale che contrasta lo scorrimento (attrito) sia addirittura minore che non sui pneumatici stretti. Questo è quanto spiegano i produttori, ma allora un pneumatico stretto ma consumato dovrebbe essere meglio di uno largo nuovo? In salita tutto il peso (la forza) è concentrato sul posteriore, quindi la superficie d’appoggio aumenta ulteriormente , per me ancora di più a basse pressioni. In salita poi la gomma si deforma anche nel senso di marcia, dovuta alla forza contraria (si svergola all’indietro), questa deformazione è puramente longitudinalmente e aumenta la „leva“ negativa, a minori pressioni e a maggior materiale dato dalle nuove gomme, questa deformazione è maggiore. Andando a spulciare poi, possiamo dire che anche la maggior comodità compromette la scorrevolezza, per ammortizzare le asperità il pneumatico deve appiattirsi aumentando la superficie d‘appoggio, in quel momento la scorrevolezza diminuisce. In sintesi comodità e sicurezza sono veramente aumentate, ma la scorrettezza per me no. A comprova di questo, la ferrovia ha la migliore scorrevolezza poiché le ruote in acciaio non creano praticamente superficie d’appoggio, per le automobili consigliano di aumentare la pressione ai pneumatici per risparmiare carburante. questo è il mio pensiero [/QUOTE]
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