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Titanio Cinese
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<blockquote data-quote="danysmart1972" data-source="post: 3851937" data-attributes="member: 10650"><p>Giusto ma precisiamo; il titanio, o meglio, per essere corretti, le leghe di titanio usate nell&#8217;industria del ciclo (grado 5 e 9), come tutti i materiali, si rompe a fatica, però la sua tenuta a fatica (non come valore di rottura a trazione, il valore massimo si riscontra in certi acciai) è superiore, nettamente, di ordini di grandezza, a tutti gli altri materiali &#8220;metallici&#8221;. </p><p>Specifichiamo; il valore di rottura si misura come forza applicata su area ma considerando che il peso specifico delle leghe di Ti è nettamente inferiore a quella dell&#8217;acciaio, e quindi le tubazioni sono più spesse (circa il doppio), limitando l&#8217;effetto lattina, ne viene fuori che una struttura in Titanio è &#8220;solida&#8221; / &#8220;resistente&#8221; (sempre termini non proprio corretti) quanto una in acciaio, con il vantaggio di una maggior tenuta a fatica.</p><p>I materiali compositi hanno comportamenti assai diversi, che difficilmente possono essere comparati ai metallici. Questi materiali hanno la rottura di tipo fragile (non confondere con debole) poco prevedibile, tipo uno strappo su un tessuto per fare un paragone.</p><p> </p><p>Ovviamente anche il titanio se non dimensionato a dovere e/o se la struttura non è ben progettata e presenta dei punti di sforzo anomalo può cedere. Il reggisella integrato si stà ridimensionando appunto per questi motivi, ma non solo sul titanio, su tutti i materiali.</p><p>I vantaggi delle leghe di titanio sono quindi la resistenza a fatica, la resistenza agli agenti atmosferici, ossidanti, raggi UV (che attaccano i compositi se non ben protetti) e, non per ultimo, l&#8217;elevatissima resistenza ad abrasione (pensiamo alle mtb e alle cadute).</p><p> </p><p>La difficoltà di lavorazione ,specie per le leghe più prestigiose (6/4), la difficoltà di ottenere trafilati (sempre per la 6/4 soprattutto), l&#8217;elevata specializzazione richiesta per i saldatori, la necessità di schermare la saldatura dall&#8217;ossigeno, sono invece i limiti che ne hanno precluso un&#8217;ampia diffusione. </p><p>La facilità di serializzare la produzione del carbonio, il minor grado di specializzazione richiesta per la manodopera, la facilità con cui si ottengono strutture dal peso assai limitato, il basso costo che la materia pre.impregnata ha ora ne stanno favorendo la diffusione.</p><p> </p><p>Ovvio che se vuoi una struttura dal peso record, rigidissima, per tenerla un paio d&#8217;anni vai di carbonio.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="danysmart1972, post: 3851937, member: 10650"] Giusto ma precisiamo; il titanio, o meglio, per essere corretti, le leghe di titanio usate nell’industria del ciclo (grado 5 e 9), come tutti i materiali, si rompe a fatica, però la sua tenuta a fatica (non come valore di rottura a trazione, il valore massimo si riscontra in certi acciai) è superiore, nettamente, di ordini di grandezza, a tutti gli altri materiali “metallici”. Specifichiamo; il valore di rottura si misura come forza applicata su area ma considerando che il peso specifico delle leghe di Ti è nettamente inferiore a quella dell’acciaio, e quindi le tubazioni sono più spesse (circa il doppio), limitando l’effetto lattina, ne viene fuori che una struttura in Titanio è “solida” / “resistente” (sempre termini non proprio corretti) quanto una in acciaio, con il vantaggio di una maggior tenuta a fatica. I materiali compositi hanno comportamenti assai diversi, che difficilmente possono essere comparati ai metallici. Questi materiali hanno la rottura di tipo fragile (non confondere con debole) poco prevedibile, tipo uno strappo su un tessuto per fare un paragone. Ovviamente anche il titanio se non dimensionato a dovere e/o se la struttura non è ben progettata e presenta dei punti di sforzo anomalo può cedere. Il reggisella integrato si stà ridimensionando appunto per questi motivi, ma non solo sul titanio, su tutti i materiali. I vantaggi delle leghe di titanio sono quindi la resistenza a fatica, la resistenza agli agenti atmosferici, ossidanti, raggi UV (che attaccano i compositi se non ben protetti) e, non per ultimo, l’elevatissima resistenza ad abrasione (pensiamo alle mtb e alle cadute). La difficoltà di lavorazione ,specie per le leghe più prestigiose (6/4), la difficoltà di ottenere trafilati (sempre per la 6/4 soprattutto), l’elevata specializzazione richiesta per i saldatori, la necessità di schermare la saldatura dall’ossigeno, sono invece i limiti che ne hanno precluso un’ampia diffusione. La facilità di serializzare la produzione del carbonio, il minor grado di specializzazione richiesta per la manodopera, la facilità con cui si ottengono strutture dal peso assai limitato, il basso costo che la materia pre.impregnata ha ora ne stanno favorendo la diffusione. Ovvio che se vuoi una struttura dal peso record, rigidissima, per tenerla un paio d’anni vai di carbonio. [/QUOTE]
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