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Tokyo 2020: Italia oro e record nell'inseguimento squadre
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<blockquote data-quote="leandro_loi" data-source="post: 7010181" data-attributes="member: 134265"><p>Perdonami mi sono espresso male. Quello che intendevo è che il ciclismo professionistico non è un mondo che starebbe in piedi da solo, e nel loro piccolo anche gli sponsor tecnici contribuiscono a mantenerlo in piedi.</p><p>Di contro, chiaramente, oltre che visibilità per il proprio brand vogliono anche visibilità per i propri prodotti (e ci mancherebbe altro, dico io).</p><p>Se qualcuno guarda un prodotto e lo compra per le sue caratteristiche, esistono anche molte persone che lo comprano perchè lo mette Sagan o Van Aert o Van Der Poel o chiunque altro.</p><p>Faccio un esempio, il record dell'ora era decisamente poco appetibile anche per le aziende fintantochè la regola era "bici omologata da pista, no bici da inseguimento".</p><p>Quando si sono aperte un po' le maglie, le aziende (per mettere in mostra prodotti che vanno poi principalmente nel triathlon, lenticolari posteriori e caschi e body da crono o bici molto simili a quelle da crono) e i corridori si sono dimostrati un po' più interessati e si sono visti dei tentativi anche seguiti a livello mediatico.</p><p>Aprire un po' le maglie alla ricerca e sviluppo secondo me non è un male, altrimenti saremmo ancora alle biciclette di Coppi e Bartali.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="leandro_loi, post: 7010181, member: 134265"] Perdonami mi sono espresso male. Quello che intendevo è che il ciclismo professionistico non è un mondo che starebbe in piedi da solo, e nel loro piccolo anche gli sponsor tecnici contribuiscono a mantenerlo in piedi. Di contro, chiaramente, oltre che visibilità per il proprio brand vogliono anche visibilità per i propri prodotti (e ci mancherebbe altro, dico io). Se qualcuno guarda un prodotto e lo compra per le sue caratteristiche, esistono anche molte persone che lo comprano perchè lo mette Sagan o Van Aert o Van Der Poel o chiunque altro. Faccio un esempio, il record dell'ora era decisamente poco appetibile anche per le aziende fintantochè la regola era "bici omologata da pista, no bici da inseguimento". Quando si sono aperte un po' le maglie, le aziende (per mettere in mostra prodotti che vanno poi principalmente nel triathlon, lenticolari posteriori e caschi e body da crono o bici molto simili a quelle da crono) e i corridori si sono dimostrati un po' più interessati e si sono visti dei tentativi anche seguiti a livello mediatico. Aprire un po' le maglie alla ricerca e sviluppo secondo me non è un male, altrimenti saremmo ancora alle biciclette di Coppi e Bartali. [/QUOTE]
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