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Testo: <blockquote data-quote="EliaCozzi" data-source="post: 7003400" data-attributes="member: 89446">Il livello di competizione si alzerebbe se aumentasse il numero complessivo dei praticanti, a tutti i livelli (amatoriale e giovanile in primis). Purtroppo certi sport come il ciclismo (ma anche il calcio) sono prettamente maschili, sia per tradizione, sia per oggettive possibilità di praticarlo.Se contiamo i ciclisti per strada il rapporto uomo/donna è tantissimo/pochissimo (non metto numeri perché non li so con esattezza), ma anche tra i giovani (esordienti/allievi) la differenza è abissale. Giusto 15gg fa in una gara esordienti in provincia di Como su 177 iscritti c'erano solo 2 ragazze (della categoria allievi). E' chiaro che la possibilità di confrontarsi per queste due è decisamente inferiore (praticamente nulla!) rispetto ai maschi, e alla fine sono arrivate prima e seconda della loro categoria, ma sarebbe come dire che anche io vinco sempre la gara con me stesso.Purtroppo è il cane che si morde la coda: se ci fosse più diffusione mediatica si recluterebbero più praticanti e sponsor, che a loro volta richiamerebbereo più attenzione mediatica, ecc.ecc.ecc.Analogamente, ci sono sport che pur considerati olimpici, e che portano anche medaglie all'Italia, sono praticati da un numero ridottissimo di ragazzi e ancor meno vengono diffusi mediaticamente: scherma e taekwondo giusto per fare due esempi attuali.Vi ricordate il 1982? L'anno del Mondiale ... di Saronni!</blockquote>

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