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Tom Dumoulin mette la propria carriera in pausa
Testo
<blockquote data-quote="Shinkansen" data-source="post: 6873998" data-attributes="member: 3881"><p>Fai un errore di fondo nel considerare il mondo professionistico un divertimento. Il fatto che alcuni di loro guadagnino un sacco di soldi non toglie che anche loro facciano dei sacrifici. Certo, rispetto a chi fa un lavoro umile o pesante, il sacrificio è ben ricompensato, ma si tratta sempre di un sacrificio.</p><p>Per restare nel ciclismo, fare sacrifici non è solo allenarsi (e già qui si potrebbe aprire un mondo, visto che devono uscire ogni giorno, anche quando piove o quando sono stanchi o mentalmente non ci stanno con la testa e potrei continuare o sono mezzi infortunati, perché il professionista non recupera mai appieno come fa - dovrebbe fare - un amatore, ma appena può riprende ad allenarsi.), ma tutto quello che ci sta dietro. È noto che lo sport professionistico abbia poco a che vedere con il benessere fisico. Spesso, per gareggiare devono assumere medicinali per sopportare il dolore. Lo stress per la ricerca del risultato, lo stress per fare una buona prestazione. Insomma, tutte situazioni che che alla lunga logorano sia il fisico che la mente. Senza contare il regime ferreo di dieta che devono sostenere. C'era una bella intervista di un ex-pro' proprio qui sul forum, che lamentava il continuo senso di fame durante la carriera. Una cosa questa con cui gli appassionati sportivi non abbiamo a che fare. Salvo coloro che frequentano la sezione alimentazione di questo forum.</p><p></p><p>Perché tu pratichi lo sport nel modo corretto, con le giuste ambizioni e le giuste soddisfazioni. Conosci i tuoi limiti, sai fin dove devi spingerti e sai come ti devi regolare. </p><p>Ma lo sport professionistico è un'altra cosa. Perché anche chi corre nelle squadre Continental si impegnano sempre per poter salire di categoria, guadagnare di più, avere maggiore visibilità e riconoscimenti.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Shinkansen, post: 6873998, member: 3881"] Fai un errore di fondo nel considerare il mondo professionistico un divertimento. Il fatto che alcuni di loro guadagnino un sacco di soldi non toglie che anche loro facciano dei sacrifici. Certo, rispetto a chi fa un lavoro umile o pesante, il sacrificio è ben ricompensato, ma si tratta sempre di un sacrificio. Per restare nel ciclismo, fare sacrifici non è solo allenarsi (e già qui si potrebbe aprire un mondo, visto che devono uscire ogni giorno, anche quando piove o quando sono stanchi o mentalmente non ci stanno con la testa e potrei continuare o sono mezzi infortunati, perché il professionista non recupera mai appieno come fa - dovrebbe fare - un amatore, ma appena può riprende ad allenarsi.), ma tutto quello che ci sta dietro. È noto che lo sport professionistico abbia poco a che vedere con il benessere fisico. Spesso, per gareggiare devono assumere medicinali per sopportare il dolore. Lo stress per la ricerca del risultato, lo stress per fare una buona prestazione. Insomma, tutte situazioni che che alla lunga logorano sia il fisico che la mente. Senza contare il regime ferreo di dieta che devono sostenere. C'era una bella intervista di un ex-pro' proprio qui sul forum, che lamentava il continuo senso di fame durante la carriera. Una cosa questa con cui gli appassionati sportivi non abbiamo a che fare. Salvo coloro che frequentano la sezione alimentazione di questo forum. Perché tu pratichi lo sport nel modo corretto, con le giuste ambizioni e le giuste soddisfazioni. Conosci i tuoi limiti, sai fin dove devi spingerti e sai come ti devi regolare. Ma lo sport professionistico è un'altra cosa. Perché anche chi corre nelle squadre Continental si impegnano sempre per poter salire di categoria, guadagnare di più, avere maggiore visibilità e riconoscimenti. [/QUOTE]
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