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Dove pedalare
AAA Compagni di avventura cercasi
Piemonte-Valle d'Aosta-Liguria
Torino SHOT RACE 2011
Testo
<blockquote data-quote="Val_Ter" data-source="post: 2741406" data-attributes="member: 19668"><p style="text-align: center"><p style="text-align: left">"Papa', ma tu non giochi mai?"</p> <p style="text-align: left">Ci sono situazioni, episodi, momenti dell'infanzia che restano li' per tutta la vita, impressi nella memoria.</p> <p style="text-align: left">Ero un bambino, avro' avuto sette, otto anni e giocare era piu' di un passatempo: era una necessita'.</p> <p style="text-align: left">Non capivo come mio padre potesse farne a meno, e neppure ricordo la risposta che diede alla mia domanda ora che, a conti fatti, ho piu' o meno la stessa eta' che aveva lui quando glielo chiesi.</p> <p style="text-align: left"></p> <p style="text-align: left">La cosiddetta ciclabile che costeggia il Po e' in realta' una lunga ciclopedonale che passa nel parco del Valentino e costeggia la sponda occidentale del fiume fino al parco delle Vallere e a Moncalieri. Ti permette di evitare il traffico veicolare ma se hai fretta non e' il posto giusto per mettersi a correre perche' il sabato pomeriggio e' piena di gente che va a passeggio, specie se la giornata e' bella come oggi. Puoi dribblare pedoni, rallentare, accelerare bruscamente, sentirti inseguito da sguardi feroci e maledizioni ma quando ti trovi davanti una bambina in bici che ha tutta l'aria di aver appena tolto le rotelline va da se' che la smetti di far l'invasato e recuperi un'andatura piu' tranquilla. Ogni tanto suono il campanello: credo di esser l'unico che oggi corre con un campanello montato sulla bici ma per me e' pur sempre meglio che mettersi a urlare.</p> <p style="text-align: left"></p> <p style="text-align: left">Siamo in quattro a correre oggi, insieme, e quelli che sono abituati a girare in citta' li vedi subito. Chi non lo e' ti segue metro per metro, fa esattamente il tuo percorso e basta un'auto, un semaforo, un pedone per restare indietro. Gli altri ti seguono facendo ognuno per se', un pezzo di ciclabile invece del controviale, il lato opposto della strada, il taglio lungo i giardinetti, ma quando ti giri li ritrovi dove ti aspetti che siano. E' un modo diverso di interpretare il percorso: invece di guardare la ruota davanti ti guardi intorno.</p> <p style="text-align: left"></p> <p style="text-align: left">Il primo checkpoint si fa fatica a trovarlo, una volta arrivati una ragazza m'abbraccia (contenta lei), un'altra mi disegna un paio di baffi col pennarello, qualcuno mi fa una foto e mi timbra il manifest e poi via andare, che e' tardi.</p> <p style="text-align: left">Al secondo checkpoint pasticciamo parecchio, ci si gira intorno senza trovarlo, finalmente arrivati un'altra ragazza ci offre un bicchierino di vodka e ci danno un pacco da portare all'arrivo. Ora se ti danno un pacco da portare e tu sei l'unico a girare con la bici col portapacchi come lo chiami, culo? Guadagnerei dieci minuti buoni, potrei partire mentre i miei compagni si fanno nastrare i pacchi sugli zaini ma non sto correndo: sto giocando, e va bene cosi'.</p> <p style="text-align: left">Arrivare al terzo checkpoint e' dura perche' io in pianura vado piano e non per scelta, inoltre con quella brutta abitudine che ho di tenere il 44 davanti su una mountain bike che a vuoto pesa tredici chili comincio ad aver male alle gambe per le continue accelerazioni, e pazienza: terzo checkpoint, manifest timbrato e via ancora.</p> <p style="text-align: left">Di nuovo sul Po ma dall'altro lato, e poi leggera salita -ci voleva!- e quarto checkpoint, da li' in poi mi stacco decisamente e vado avanti per inerzia, ce la metto tutta ma gli altri son piu' freschi e del resto e' colpa mia che corro con gente che ha dieci anni meno di me. Altro checkpoint, timbro e poi via al traguardo, un'ora e tre quarti, avevamo ancora quindici minuti buoni per giocare ma va bene cosi'.</p> <p style="text-align: left"></p> <p style="text-align: left">No griglie, no chip sulla forcella, no pronti-via-stai nel gruppo-fa il trenino-sali-scendi-ristoro-volata-traguardo-tremillesimo posto no: qui la classifica importa a pochi e il divertimento e' mentre corri. Ci vorrebbe un clacson a volte per farsi largo tra le auto incolonnate ai semafori, e come sono lente a partire quando scatta il verde! No nemici da insultare ma ostacoli facenti parte del gioco, blocchetti di un tetris orizzontale tra i quali infilarsi e scorrere facendo quel che in fondo fai ogni giorno se ti sposti in bici, ma oggi e' diverso e ci provi piu' gusto perche' ogni tanto vedi qualcuno come te, magari che va nella direzione opposta, e ti senti come quella volta che da bambino giravi in bici nelle strade attorno a casa con gli amici e urlavi, cantavi ed eri felice. Ti senti come se quello che pensavi perduto per sempre fosse di nuovo a portata di mano, e' li', puoi toccarlo e capisci che non e' vero che non si gioca piu', che tu sei li' in mezzo a un fiume di auto, di persone, tu e pochi altri e state facendo la cosa piu' bella del mondo: state giocando. Un pezzo di ferro, due ruote, una meta da raggiungere mentre il cuore ti scoppia e l'aria brucia in gola, unica cosa che ti impedisca, volendo, di cantare di nuovo come quella volta da bambino. E ti senti libero, come se tutto quel che ti circonda ti appartenesse e potessi nello stesso tempo farne a meno.</p> <p style="text-align: left"></p> <p style="text-align: left">Stringi, all'arrivo, una carta plastificata tra le mani: "fa curriculum", ti dicono, e ti senti come se avessi corso per vincere una figurina da metter sulla scrivania e nelle grandi occasioni in mezzo ai raggi della bici, senza perderla, con cura, che poi quasi nessuno capisce ma non importa: tu lo sai cosa significa e gli altri, quelle cinquanta persone come te che quel giorno c'erano, pure.</p> <p style="text-align: left"></p></p> <p style="text-align: center"></p> <p style="text-align: center"></p> <p style="text-align: center"></p> <p style="text-align: center"><img src="http://vq65.altervista.org/_altervista_ht/2011/Card20110219_01.jpg" alt="" class="fr-fic fr-dii fr-draggable " style="" /></p> <p style="text-align: center"></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Val_Ter, post: 2741406, member: 19668"] [CENTER][LEFT]"Papa', ma tu non giochi mai?" Ci sono situazioni, episodi, momenti dell'infanzia che restano li' per tutta la vita, impressi nella memoria. Ero un bambino, avro' avuto sette, otto anni e giocare era piu' di un passatempo: era una necessita'. Non capivo come mio padre potesse farne a meno, e neppure ricordo la risposta che diede alla mia domanda ora che, a conti fatti, ho piu' o meno la stessa eta' che aveva lui quando glielo chiesi. La cosiddetta ciclabile che costeggia il Po e' in realta' una lunga ciclopedonale che passa nel parco del Valentino e costeggia la sponda occidentale del fiume fino al parco delle Vallere e a Moncalieri. Ti permette di evitare il traffico veicolare ma se hai fretta non e' il posto giusto per mettersi a correre perche' il sabato pomeriggio e' piena di gente che va a passeggio, specie se la giornata e' bella come oggi. Puoi dribblare pedoni, rallentare, accelerare bruscamente, sentirti inseguito da sguardi feroci e maledizioni ma quando ti trovi davanti una bambina in bici che ha tutta l'aria di aver appena tolto le rotelline va da se' che la smetti di far l'invasato e recuperi un'andatura piu' tranquilla. Ogni tanto suono il campanello: credo di esser l'unico che oggi corre con un campanello montato sulla bici ma per me e' pur sempre meglio che mettersi a urlare. Siamo in quattro a correre oggi, insieme, e quelli che sono abituati a girare in citta' li vedi subito. Chi non lo e' ti segue metro per metro, fa esattamente il tuo percorso e basta un'auto, un semaforo, un pedone per restare indietro. Gli altri ti seguono facendo ognuno per se', un pezzo di ciclabile invece del controviale, il lato opposto della strada, il taglio lungo i giardinetti, ma quando ti giri li ritrovi dove ti aspetti che siano. E' un modo diverso di interpretare il percorso: invece di guardare la ruota davanti ti guardi intorno. Il primo checkpoint si fa fatica a trovarlo, una volta arrivati una ragazza m'abbraccia (contenta lei), un'altra mi disegna un paio di baffi col pennarello, qualcuno mi fa una foto e mi timbra il manifest e poi via andare, che e' tardi. Al secondo checkpoint pasticciamo parecchio, ci si gira intorno senza trovarlo, finalmente arrivati un'altra ragazza ci offre un bicchierino di vodka e ci danno un pacco da portare all'arrivo. Ora se ti danno un pacco da portare e tu sei l'unico a girare con la bici col portapacchi come lo chiami, culo? Guadagnerei dieci minuti buoni, potrei partire mentre i miei compagni si fanno nastrare i pacchi sugli zaini ma non sto correndo: sto giocando, e va bene cosi'. Arrivare al terzo checkpoint e' dura perche' io in pianura vado piano e non per scelta, inoltre con quella brutta abitudine che ho di tenere il 44 davanti su una mountain bike che a vuoto pesa tredici chili comincio ad aver male alle gambe per le continue accelerazioni, e pazienza: terzo checkpoint, manifest timbrato e via ancora. Di nuovo sul Po ma dall'altro lato, e poi leggera salita -ci voleva!- e quarto checkpoint, da li' in poi mi stacco decisamente e vado avanti per inerzia, ce la metto tutta ma gli altri son piu' freschi e del resto e' colpa mia che corro con gente che ha dieci anni meno di me. Altro checkpoint, timbro e poi via al traguardo, un'ora e tre quarti, avevamo ancora quindici minuti buoni per giocare ma va bene cosi'. No griglie, no chip sulla forcella, no pronti-via-stai nel gruppo-fa il trenino-sali-scendi-ristoro-volata-traguardo-tremillesimo posto no: qui la classifica importa a pochi e il divertimento e' mentre corri. Ci vorrebbe un clacson a volte per farsi largo tra le auto incolonnate ai semafori, e come sono lente a partire quando scatta il verde! No nemici da insultare ma ostacoli facenti parte del gioco, blocchetti di un tetris orizzontale tra i quali infilarsi e scorrere facendo quel che in fondo fai ogni giorno se ti sposti in bici, ma oggi e' diverso e ci provi piu' gusto perche' ogni tanto vedi qualcuno come te, magari che va nella direzione opposta, e ti senti come quella volta che da bambino giravi in bici nelle strade attorno a casa con gli amici e urlavi, cantavi ed eri felice. Ti senti come se quello che pensavi perduto per sempre fosse di nuovo a portata di mano, e' li', puoi toccarlo e capisci che non e' vero che non si gioca piu', che tu sei li' in mezzo a un fiume di auto, di persone, tu e pochi altri e state facendo la cosa piu' bella del mondo: state giocando. Un pezzo di ferro, due ruote, una meta da raggiungere mentre il cuore ti scoppia e l'aria brucia in gola, unica cosa che ti impedisca, volendo, di cantare di nuovo come quella volta da bambino. E ti senti libero, come se tutto quel che ti circonda ti appartenesse e potessi nello stesso tempo farne a meno. Stringi, all'arrivo, una carta plastificata tra le mani: "fa curriculum", ti dicono, e ti senti come se avessi corso per vincere una figurina da metter sulla scrivania e nelle grandi occasioni in mezzo ai raggi della bici, senza perderla, con cura, che poi quasi nessuno capisce ma non importa: tu lo sai cosa significa e gli altri, quelle cinquanta persone come te che quel giorno c'erano, pure. [/LEFT] [IMG]http://vq65.altervista.org/_altervista_ht/2011/Card20110219_01.jpg[/IMG] [/CENTER] [/QUOTE]
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