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Testo
<blockquote data-quote="Roberto Massa" data-source="post: 7054876" data-attributes="member: 20890"><p>- alla prima domanda ho già risposto n volte anche recentemente = priorità a quello che è necessario per l'obiettivo di miglioramento/carico/tipologia di gara. Tutto il resto è il classico cercare il 5% quando il 95% è andato per margherite :D</p><p>- 2h/sett "non endurance" hanno un impatto metabolico decisamente diverso da 2h endurance, sommando il tutto per più settimane, mesi, anni... il carico metabolico è ben differente</p><p>- non si parla di trascurare l'aspetto neuromuscolare MA di eseguirlo con il gesto specifico ( n=1, io....se voglio aumentare quil focus su questo faccio sessioni con massimali molto brevi <3'...oppure un carico del tutto stocastico, destrutturato ma intenso: es MTB o Gravel). La trasferibilità del gesto da aspecifico a specifico è a) complessa b) decisamente non del tutto dimostrata.</p><p>- per tutto il resto...se è endurance, nel bilancio costi-benefici la priorità va a tutto ciò che è endurance (alla base di qualsiasi applicazione di specificità), se uno ha tempo/voglia/risorse/piacere...può fare anche tutto il resto. Che il "resto" sia complementare/utile/trasferibile è da analizzare sempre nel come/contesto. Qui non si tratta di essere pro o contro qualcosa, se si parte con una netta convinzione non si potrà razionalmente comprenderne l'analisi che la destruttura.</p><p>- qual è la differenza tra un PRO e un amatore su una salita? che il primo tiene 6W/Kg per xy minuti utilizzando fibre ossidative ( = quelle che non hanno capacità pure di forza ma di spiccata resistenza) il secondo per y minuti alla morte andando a reclutare tutto il possibile anche le seconde ( = glicolitiche).</p><p>Se si focalizza solo sulle seconde (eccessivo carico an, nm, carico aspecifico, riduzione densità mitocondriale) migliorerà solo la tenuta quando supera il limite di reclutamento tra ossidative e glicolitiche (CP) ossia per ben poco tempo; in molti casi perderà anche la capacità di lavoro delle ossidative (frequente in soggetti con poco tempo e troppo focus su ciò che non è endurance...).</p><p>Per migliorare effettivamente quello che deve invece fare è allenare le ossidative (nei limiti delle proprie possibilità/bagaglio genetico) per rendere sostenibile, esteso e ripetibile quel lavoro (potenza * tempo). Questo è quello che serve in uno sport di endurance estremizzando il concetto che comprenderebbe anche un bimbo alla primaria. Tutto il resto, ripeto a) se vi piace, fatelo avrà il beneficio di darvi soddisfazione, il che non è mai poco b) non necessariamente rispecchia le esigenze di altri in uno sport altamente differenziato (e democratico) come il ciclismo dove si passa da gare di pochi secondi a eventi di xy ore...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Roberto Massa, post: 7054876, member: 20890"] - alla prima domanda ho già risposto n volte anche recentemente = priorità a quello che è necessario per l'obiettivo di miglioramento/carico/tipologia di gara. Tutto il resto è il classico cercare il 5% quando il 95% è andato per margherite :D - 2h/sett "non endurance" hanno un impatto metabolico decisamente diverso da 2h endurance, sommando il tutto per più settimane, mesi, anni... il carico metabolico è ben differente - non si parla di trascurare l'aspetto neuromuscolare MA di eseguirlo con il gesto specifico ( n=1, io....se voglio aumentare quil focus su questo faccio sessioni con massimali molto brevi <3'...oppure un carico del tutto stocastico, destrutturato ma intenso: es MTB o Gravel). La trasferibilità del gesto da aspecifico a specifico è a) complessa b) decisamente non del tutto dimostrata. - per tutto il resto...se è endurance, nel bilancio costi-benefici la priorità va a tutto ciò che è endurance (alla base di qualsiasi applicazione di specificità), se uno ha tempo/voglia/risorse/piacere...può fare anche tutto il resto. Che il "resto" sia complementare/utile/trasferibile è da analizzare sempre nel come/contesto. Qui non si tratta di essere pro o contro qualcosa, se si parte con una netta convinzione non si potrà razionalmente comprenderne l'analisi che la destruttura. - qual è la differenza tra un PRO e un amatore su una salita? che il primo tiene 6W/Kg per xy minuti utilizzando fibre ossidative ( = quelle che non hanno capacità pure di forza ma di spiccata resistenza) il secondo per y minuti alla morte andando a reclutare tutto il possibile anche le seconde ( = glicolitiche). Se si focalizza solo sulle seconde (eccessivo carico an, nm, carico aspecifico, riduzione densità mitocondriale) migliorerà solo la tenuta quando supera il limite di reclutamento tra ossidative e glicolitiche (CP) ossia per ben poco tempo; in molti casi perderà anche la capacità di lavoro delle ossidative (frequente in soggetti con poco tempo e troppo focus su ciò che non è endurance...). Per migliorare effettivamente quello che deve invece fare è allenare le ossidative (nei limiti delle proprie possibilità/bagaglio genetico) per rendere sostenibile, esteso e ripetibile quel lavoro (potenza * tempo). Questo è quello che serve in uno sport di endurance estremizzando il concetto che comprenderebbe anche un bimbo alla primaria. Tutto il resto, ripeto a) se vi piace, fatelo avrà il beneficio di darvi soddisfazione, il che non è mai poco b) non necessariamente rispecchia le esigenze di altri in uno sport altamente differenziato (e democratico) come il ciclismo dove si passa da gare di pochi secondi a eventi di xy ore... [/QUOTE]
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