Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Menu
Home
Allerta prezzi
Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi media
Nuovi commenti media
Ultime Attività
Nuove inserzioni nel mercatino
Nuovi commenti nel mercatino
Mercatino
Nuove inserzioni
Nuovi commenti
Latest reviews
Cerca nel mercatino
Feedback
Guarda le statistiche
Training Camp
Pianificazione
MTB
Media
Nuovi media
Nuovi commenti
Cerca media
EBIKE
Accedi
Registrati
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Menu
Install the app
Installa
Rispondi alla discussione
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Home
Forum
Gare
Professionisti
Osservatorio doping
Un'altro positivo al Tour
Testo
<blockquote data-quote="vivabruseghin" data-source="post: 824599" data-attributes="member: 5986"><p>C'è una serie di differenze sostanziali che legano questo sport "povero" sotto tutti i punti di vista, anche strutturali rispetto ad altri sport di squadra e individuali:</p><p></p><p>1. le squadre, non hanno il "cartellino" del corridore. di conseguenza non succede come nel calcio, che una volta che un atleta giovane cresce, si valorizza e lo vendono e con quei soldi creano una squadra di altri atleti promettenti. Guardate gli esempi di Grosso che dal Palermo è passato all'Inter (e dopo se ne è andato dopo un anno cosi cosi): chi l'ha "allevato" hai poi "incassato" dalla vendita alla grande squadra e quindi è ritornata dell'investimento e lo ha fortemente valorizzato. Cosi dovrebbe essere nel ciclismo. Squadre con brava gente che da una vita sbarca il lunario e investe su corridori giocani come Reverberi (Panaria) e Savio (Selle Italia), poi faticano, perchè quando arriva una squadra Top piena di soldi, gli sfilano il campioncino e a loro non va nulla. Si dovrebbe trovare un qeuilibrio che permetta maggior introiti alle squadre, senza che debbano dipendere di soli sponsor. Ditemi, Ballan non lo voleva nessuno quando è passato prof. Ora la Lampre, probabilmente non potrà tenerlo per l'ingaggio alto per il prossimo anno, e non avrà nessun guadagno dopo averlo lanciato in questi anni. Vi pare giusto?</p><p></p><p>2. stesso discorso per quanto riguarda gli introiti di altra fonte: non si pagano biglietti per vedere le corse (allo stadio e nei circuiti si) e non si incassa da parte delle squadre nessun diritto televisivo (fonte primaria nel calcio e in F.1 ma anche in altri sport). Di conseguenza, si ingrassano gli organizzatori e l'UCI, e i team,...... fanno fatica a pagare gli stipendi. Se poi lo sponsor è insolvente (Aurum con Santoni), salta tutta la squadra. E i corridori alla fine pagano per tutti</p><p></p><p>3. Non c'è Marketing. Il mondo del ciclismo ha una grossa malattia: sono tutti EX. Tecnici, organizzatori, Team Manager, commentatori, presidenti di associazioni (ce ne sono non so quante)... ma tutti accumunati da un fattore: sono tutti ex cliclisti. Una sorta di casta. Non ci sono personaggi che vengono da fuori, manager di provata esperienza e affidabilità. Si gestiscono budget da 10 milioni di euro, e fino a poco tempo fa........... si correva e magari anche male e dopati! Serve professionalità, competenza, capacità di gestione.... insomma tutto ciò che manca. L'unico che sento parlare alle volte in tali termini è Volpi, che appesa la bici al chiodo, ha preso un master in marketing sportivo.</p><p></p><p>4. serve maggior visibilità... ma in positivo. Oggi ha vinto un italiano (Bennati) di una squadra italiana (lampre). Nessun TG ne ha parlato. Negli ultimi due gg. per il tris Vino + Moreni + Rasmussen, tutti ne parlavano.... Al di là delle nostre battute, non è con i Sgarbossa che gli sponsor possono investire........ mi spiace.</p><p></p><p>Tutto ciò per dire, che la riflessione va ben oltre al doping.... il sistema è "malato" a livello strutturale. tanto per iniziare, seriverebbe gente nuova. Se pretendiamo che siano puliti, non possiamo pensare che lo siano quando i Team Manager sono coloro che negli anni 80 e 90 ne hanno fatte di tutti i colori.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="vivabruseghin, post: 824599, member: 5986"] C'è una serie di differenze sostanziali che legano questo sport "povero" sotto tutti i punti di vista, anche strutturali rispetto ad altri sport di squadra e individuali: 1. le squadre, non hanno il "cartellino" del corridore. di conseguenza non succede come nel calcio, che una volta che un atleta giovane cresce, si valorizza e lo vendono e con quei soldi creano una squadra di altri atleti promettenti. Guardate gli esempi di Grosso che dal Palermo è passato all'Inter (e dopo se ne è andato dopo un anno cosi cosi): chi l'ha "allevato" hai poi "incassato" dalla vendita alla grande squadra e quindi è ritornata dell'investimento e lo ha fortemente valorizzato. Cosi dovrebbe essere nel ciclismo. Squadre con brava gente che da una vita sbarca il lunario e investe su corridori giocani come Reverberi (Panaria) e Savio (Selle Italia), poi faticano, perchè quando arriva una squadra Top piena di soldi, gli sfilano il campioncino e a loro non va nulla. Si dovrebbe trovare un qeuilibrio che permetta maggior introiti alle squadre, senza che debbano dipendere di soli sponsor. Ditemi, Ballan non lo voleva nessuno quando è passato prof. Ora la Lampre, probabilmente non potrà tenerlo per l'ingaggio alto per il prossimo anno, e non avrà nessun guadagno dopo averlo lanciato in questi anni. Vi pare giusto? 2. stesso discorso per quanto riguarda gli introiti di altra fonte: non si pagano biglietti per vedere le corse (allo stadio e nei circuiti si) e non si incassa da parte delle squadre nessun diritto televisivo (fonte primaria nel calcio e in F.1 ma anche in altri sport). Di conseguenza, si ingrassano gli organizzatori e l'UCI, e i team,...... fanno fatica a pagare gli stipendi. Se poi lo sponsor è insolvente (Aurum con Santoni), salta tutta la squadra. E i corridori alla fine pagano per tutti 3. Non c'è Marketing. Il mondo del ciclismo ha una grossa malattia: sono tutti EX. Tecnici, organizzatori, Team Manager, commentatori, presidenti di associazioni (ce ne sono non so quante)... ma tutti accumunati da un fattore: sono tutti ex cliclisti. Una sorta di casta. Non ci sono personaggi che vengono da fuori, manager di provata esperienza e affidabilità. Si gestiscono budget da 10 milioni di euro, e fino a poco tempo fa........... si correva e magari anche male e dopati! Serve professionalità, competenza, capacità di gestione.... insomma tutto ciò che manca. L'unico che sento parlare alle volte in tali termini è Volpi, che appesa la bici al chiodo, ha preso un master in marketing sportivo. 4. serve maggior visibilità... ma in positivo. Oggi ha vinto un italiano (Bennati) di una squadra italiana (lampre). Nessun TG ne ha parlato. Negli ultimi due gg. per il tris Vino + Moreni + Rasmussen, tutti ne parlavano.... Al di là delle nostre battute, non è con i Sgarbossa che gli sponsor possono investire........ mi spiace. Tutto ciò per dire, che la riflessione va ben oltre al doping.... il sistema è "malato" a livello strutturale. tanto per iniziare, seriverebbe gente nuova. Se pretendiamo che siano puliti, non possiamo pensare che lo siano quando i Team Manager sono coloro che negli anni 80 e 90 ne hanno fatte di tutti i colori. [/QUOTE]
Riporta citazioni...
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
Home
Forum
Gare
Professionisti
Osservatorio doping
Un'altro positivo al Tour
Alto
Basso