Uno che in piena bagarre riesca a risalire il gruppo e fare dopo quel che ha fatto mi fa sempre pensare.Nessuno fa notare l'azione di Van Aert che in 30" si è portato dalla coda del gruppo alle prime posizioni all'attacco del poggio? È la cosa che mi ha impressionato di più oltre la volata da locomotiva..
Io credo che in quei frangenti, conti solo e soltanto la loro bravura nel pedalare. Il telaio, rigido o meno, non c'entra proprio nulla. Come dovrebbe essere ai più ben noto, la pedalata è tanto più redditizia quanto la bici è dritta. Proprio confrontando WVA e Alaphilippe, si vede che il vincitore ha la bici ben dritta, segno di una ottima (o quantomeno migliore in quel momento) coordinazione nella spinta del pedale e la tenuta del manubrio o comunque nel movimento antagonista dell'altra gamba (banalmente rotondità di pedalata), mentre il francese ondeggia paurosamente. Segno che parte della spinta, va persa nell'inclinarsi della bici. Non è ovviamente una critica, dopo 300 km e quella sparata sul Poggio ci mancherebbe. E' solo una analisi. Idem quel che riferisci tu di Sagàn. Non ho visto il filmato che citi, ma anche lì una spinta troppo brusca cui non fa da contraltare un movimento antagonista il più possibile pari, può portare al fenomeno che descrivi.Vero, ricordo una volata (persa) di Sagan ai tempi della Liquigas, la ruota dietro rimbalzava da paura.
Il telaio migliore in questi frangenti, Credo, e´ quello che permette ad un velocista di fare lo sprint a tutta senza che la ruota dietro slitti o salti.
Facile a dirsi, non Credo altrettanto a Farsi...
Io non ne sarei del tutto convinto ma tant'è che avere una riprova di questo è assai difficile.. bisognerebbe chiederlo a loro che lo utilizzano tutti i giorni e lo sbatacchiano per bene.Io credo che in quei frangenti, conti solo e soltanto la loro bravura nel pedalare. Il telaio, rigido o meno, non c'entra proprio nulla.
A cosa ti fa pensare al doping?Uno che in piena bagarre riesca a risalire il gruppo e fare dopo quel che ha fatto mi fa sempre pensare.
Io credo che in quei frangenti, conti solo e soltanto la loro bravura nel pedalare. Il telaio, rigido o meno, non c'entra proprio nulla. Come dovrebbe essere ai più ben noto, la pedalata è tanto più redditizia quanto la bici è dritta. Proprio confrontando WVA e Alaphilippe, si vede che il vincitore ha la bici ben dritta, segno di una ottima (o quantomeno migliore in quel momento) coordinazione nella spinta del pedale e la tenuta del manubrio o comunque nel movimento antagonista dell'altra gamba (banalmente rotondità di pedalata), mentre il francese ondeggia paurosamente. Segno che parte della spinta, va persa nell'inclinarsi della bici. Non è ovviamente una critica, dopo 300 km e quella sparata sul Poggio ci mancherebbe. E' solo una analisi. Idem quel che riferisci tu di Sagàn. Non ho visto il filmato che citi, ma anche lì una spinta troppo brusca cui non fa da contraltare un movimento antagonista il più possibile pari, può portare al fenomeno che descrivi.
Poi visto dove lavori, chi meglio di te potrebbe chiedere se le caratteristiche di un telaio possano generare differenze del genere (parliamo di telai top di gamma, non di un SL7 e di quello di una Pininfarina). Al di là delle dichiarazioni e dei comunicati stampa infarciti di paroloni, magari un progettista lo sa.
Condivido appieno. Non è a me che devi dirlo. Alaphilippe inclina la bici a 45° negli ultimi metri. WVA ce la ha quasi perpendicolare. Era più "fresco" e lucido in quel momento e quindi più coordinato e composto nella pedalata che quindi era più redditizia. E ha vinto. Sentir parlare di telai top di gamma che influiscono fra di loro, mi fa comprendere tante cose che leggo in giro, anche qui sul forum.A bici invertite avrebbe vinto comunque WVA, non sono un ingegnere, ma in quei frangenti contano solo i watt e la tecnica.
Le bici di quel livello di equivalgono tutte, le differenze (praticamente infinitesimali) non possono compensare le carenze dell'atleta...
Infatti non si sono mai sentiti ciclisti che dopo aver perso una gara si sono lamentati di avere un mezzo inferiore...
Concordo con te, chi riesce a scaricare la potenza "sbilanciando" il meno possibile la bici, probabilmente e´ piü redditizio di uno a cui salta la ruota posteriore perche´ la fa ondeggiare troppo...Io credo che in quei frangenti, conti solo e soltanto la loro bravura nel pedalare. Il telaio, rigido o meno, non c'entra proprio nulla. Come dovrebbe essere ai più ben noto, la pedalata è tanto più redditizia quanto la bici è dritta. Proprio confrontando WVA e Alaphilippe, si vede che il vincitore ha la bici ben dritta, segno di una ottima (o quantomeno migliore in quel momento) coordinazione nella spinta del pedale e la tenuta del manubrio o comunque nel movimento antagonista dell'altra gamba (banalmente rotondità di pedalata), mentre il francese ondeggia paurosamente. Segno che parte della spinta, va persa nell'inclinarsi della bici. Non è ovviamente una critica, dopo 300 km e quella sparata sul Poggio ci mancherebbe. E' solo una analisi. Idem quel che riferisci tu di Sagàn. Non ho visto il filmato che citi, ma anche lì una spinta troppo brusca cui non fa da contraltare un movimento antagonista il più possibile pari, può portare al fenomeno che descrivi.
Poi visto dove lavori, chi meglio di te potrebbe chiedere se le caratteristiche di un telaio possano generare differenze del genere (parliamo di telai top di gamma, non di un SL7 e di quello di una Pininfarina). Al di là delle dichiarazioni e dei comunicati stampa infarciti di paroloni, magari un progettista lo sa.
Io non intendevo quello, la mia era una curiositä sul come si progettano, in generale, bici capaci di tenere le prestazioni di quei atleti.Condivido appieno. Non è a me che devi dirlo. Alaphilippe inclina la bici a 45° negli ultimi metri. WVA ce la ha quasi perpendicolare. Era più "fresco" e lucido in quel momento e quindi più coordinato e composto nella pedalata che quindi era più redditizia. E ha vinto. Sentir parlare di telai top di gamma che influiscono fra di loro, mi fa comprendere tante cose che leggo in giro, anche qui sul forum.
Sicuramente non tutti i telai saranno uguali e delle differenze ci sono. Ma le differenze possono influire in qualcosa, questo può avvenite fra un top di gamma e un cancello. Non fra 2 top di gamma, fra l'altro di ditte all'avanguardia come Bianchi e Specialized. Non si può sentire una cosa del genere.Concordo con te, chi riesce a scaricare la potenza "sbilanciando" il meno possibile la bici, probabilmente e´ piü redditizio di uno a cui salta la ruota posteriore perche´ la fa ondeggiare troppo...
Sono comunque convinto che dietro ci sia un Lavoro ingegneristico, ma come lo e´ il rendere la bici guidabile in discesa,
E Vabbè ma gli devi chiedere un parere tecnico, mica se ti prestano 10mila euro che poi (non) glieli ridaiGli unici ingegneri con cui avevo confidenza (uno era italiano), se ne sono purtroppo andati via.
Ma no, non mi riferivo a te nella citazione che hai messo in neretto. Era un discorso molto più generale di tante fisime che leggo in tanti interventi sul forum. Ora, come nelle scorse settimane, mesi ed anni. L'attribuire così tanta importanza ai fini della prestazione al mezzo, che siano ruote, telai, freni, trasmissione ecc.ecc. è figlio di una sottocultura sportiva che porta a focalizzare molto poco ove migliorare (ammesso che uno ci tenga a farlo). Il che, ribadisco, non vuol dire che tutte le bici siano uguali, ma prima che una bici completa o ancor di più un singolo componente, influiscano su una prestazione, ci vuole una differenza veramente importante (ovviamente anche in termini di prezzo) e non certo fra i top di gamma.Io non intendevo quello, la mia era una curiositä sul come si progettano, in generale, bici capaci di tenere le prestazioni di quei atleti.
Non ho detto che la Bianchi e´meglio della Specy o viceversa...
Uno che in piena bagarre riesca a risalire il gruppo e fare dopo quel che ha fatto mi fa sempre pensare.
Concordo con te, chi riesce a scaricare la potenza "sbilanciando" il meno possibile la bici, probabilmente e´ piü redditizio di uno a cui salta la ruota posteriore perche´ la fa ondeggiare troppo...
Sono comunque convinto che dietro ci sia un Lavoro ingegneristico, ma come lo e´ il rendere la bici guidabile in discesa, che poi perö se la dai a uno come me o a Ivan Basso, facciamo comunque le curve Quadrate anche col miglior telaio al mondo...
Gli unici ingegneri con cui avevo confidenza (uno era italiano), se ne sono purtroppo andati via.
Be', sì. Questi numeri li facevano - sempre con gruppo a tutta - Piepoli e Riccò alla Saunier-Duval.A cosa ti fa pensare al doping?
Mah.. sarebbe bello saperlo ma resteremo con la curiosità, a parte ciò le bici non sono uguali e chiunque abbia guidato una disc sa bene quanto questa restituisca in generale maggiore rigidezza (sarà per merito dei P.P. sarà per il diverso dimensionamento di forcella e pendenti ma non si può dire che i 2 mezzi siano uguali e si comportino allo stesso modo)A bici invertite avrebbe vinto comunque WVA, non sono un ingegnere, ma in quei frangenti contano solo i watt e la tecnica.
Le bici di quel livello di equivalgono tutte, le differenze (praticamente infinitesimali) non possono compensare le carenze dell'atleta...
Infatti non si sono mai sentiti ciclisti che dopo aver perso una gara si sono lamentati di avere un mezzo inferiore...
Manca la riga fondamentale del CV di MerckxCome no, gli mancano solo
7 San Remo
5 Liegi
3 roubaix
2 Fiandre
2 Lombardia
5 giri
5 tour
3 mondiali
...che vuoi che sia
Il ragazzo è fortissimo, l'età è dalla sua parte...ma aspettiamo un attimo prima di paragonarlo a Merckx. Diamogli un po' di tempo...ce ne sono anche altri altrettanto forti
Beh ma in verità all'attacco del Poggio lui era già davanti e lì è rimasto.Uno che in piena bagarre riesca a risalire il gruppo e fare dopo quel che ha fatto mi fa sempre pensare.
Condivido appieno. Non è a me che devi dirlo. Alaphilippe inclina la bici a 45° negli ultimi metri. WVA ce la ha quasi perpendicolare. Era più "fresco" e lucido in quel momento e quindi più coordinato e composto nella pedalata che quindi era più redditizia. E ha vinto. Sentir parlare di telai top di gamma che influiscono fra di loro, mi fa comprendere tante cose che leggo in giro, anche qui sul forum.
Non so al 100% di tutti e due, chi sia più forte in volata, credo VWA, e ovviamente anche questo potrebbe influire. Estremizzando, in una volata Nibali/Viviani, l'esito sarebbe sempre e comunque scritto.
Concordo con te, chi riesce a scaricare la potenza "sbilanciando" il meno possibile la bici, probabilmente e´ piü redditizio di uno a cui salta la ruota posteriore perche´ la fa ondeggiare troppo...
Sono comunque convinto che dietro ci sia un Lavoro ingegneristico, ma come lo e´ il rendere la bici guidabile in discesa, che poi perö se la dai a uno come me o a Ivan Basso, facciamo comunque le curve Quadrate anche col miglior telaio al mondo...
Gli unici ingegneri con cui avevo confidenza (uno era italiano), se ne sono purtroppo andati via.
Ho visto una parte del video che hai postato di Viviani. A me sembra che tutto sommato tenda abbastanza dritta la bici, compatibilmente con l'esprimere quasi 2000 watt ovviamente. A prescindere da questo, il discorso era partito da come Alaphilippe addiruttura slittasse per colpa del telaio. Lascio al buonsenso di ognuno, dar credito ad una affermazione del genere. Che poi si inclinasse per aver copiato Viviani (a me sembra di no) o si inclinasse perchè cotto, resta abbastanza chiaro che inclinare la bici è un accompagnare un movimento di spinta che invece dovrebbe essere al meglio contrastato affinchè la potenza di spinta non vada "ammortizzata" e dunque dispersa. Anche l'aerodinamicità, come giustamente dici ha la sua valenza in una volata, soprattutto quando sei al vento in spinta massima.Alaphilippe in generale inclina abbastanza la bici anche in salita. Tecnicamente e' comunque meglio di ondeggiare di spalle. Una delle volate piu' efficaci e' quella di Viviani
che in effetti tende ad inclinare abbastanza la bici. Alaphilippe, che era rimasto impressionato da Viviani alla QS e si allenato con lui nelle volate, potrebbe aver affinato cosi' la sua tecnica di volata. Poi all'arrivo della Sanremo chiaramente ha esagerato per sfinimento. E' stato coperto in tutto il finale, e comunque quando e' partito non e' riuscito a mettere la ruota davanti neanche un instante, negli ultimi metri e' normale dare tutto alla disperata in questi casi.
Van Aert forse non ha un picco massimo di potenza da record, ma ha comunque una volata lunghissima, accoppiata pero' con uno stile di volata anni 80. Si vede la differenza con Viviani nella volata al tour 2019:
I due sono alti uguale (177 e 178 cm), ma quando Viviani sembra minuscolo al cospetto di Van Aert (che sta piu' alto persino di Sagan, 184 cm), perche' ha una posizione estremamente aerodinamica e raccolta rispetto al belga.
Purtroppo Viviani non era la top della condizione al tour, ma ha fatto una volata da manuale. E' rimasto coperto davanti quando si sono creati i ventagli, quindi ha battezzato e tenuto con facilita' la ruota giusta, quella di Van Aert (al tempo non era scontato, deve averlo visto fresco e pimpante), gli e' stato dietro incollato alla perfezione quando Van Aert e' uscito, quindi ha dato la botta ai 130 metri senza ostacoli e senza perdere una mezza pedalata. A quel punto, entrambi scoperti, con Van Aert che era in piedi al vento da 100 metri prima di lui, probabilmente si attendeva un leggero calo del belga. Ma come alla Sanremo, Van Aert insiste -ondeggia un pochino di spalle, non e' per niente aerodinamico, ma continua ad erogare tanti watt, tutto sommato abbastanza composto. Viviani non puo' che dare tutto fino alla fine, oscillando un po' la bici, e' inevitabile. Se potessimo vedere la potenza media di Viviani e Van Aert negli utlimi 250 metri, secondo me si trova una differenza molto ampia. Idem per Alaphilippe e Van Aert. In entrambi i casi, quest'ultimo e' stato davanti piu' tempo, ha sprintato in una posizione poco aerodinamica (Cavendish, poi Viviani, ora Ewan, hanno mostrato quanto sia importante essere aero durante lo sprint), ed ha vinto grazie alla bruta potenza. Tra parentesi, Alaphilippe era chiaramente in condizione, ed intervistato ha detto che si sentiva particolarmente bene in gara.
Cavoli, io pensavo che scherzassi, maBe', sì. Questi numeri li facevano - sempre con gruppo a tutta - Piepoli e Riccò alla Saunier-Duval.
Van Aert ha un altro spessore, ma rimanere scettici non guasta.
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