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Visita a Dario Pegoretti
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<blockquote data-quote="ciofecca gialloblù" data-source="post: 2561391" data-attributes="member: 15762"><p>Come giustamente sottolinei tu, è un'impressione <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/beer.gif" class="smilie" loading="lazy" alt="o-o" title="Beer o-o" data-shortname="o-o" />.</p><p>Per comprendere se questa impressione sia veritiera o meno, dovresti avere la possibilità di provare un moderno manufatto artigianale (Pegoretti in primis, purtroppo un po' di parte lo sono, ma solo perché conosco il reale valore delle sue creazioni, ma anche Zullo, DeRosa, ecc..), solo allora libereresti la scena da ogni dubbio.</p><p>Io ho fatto il percorso contrario: proprietario di un telaio artigianale d'acciaio, ho provato monoscocche in carbonio di amici, solo allora ho capito che il plusvalore della mia bici, non va ricercato tanto nel diverso materiale con cui è realizzata, ma nel meticoloso studio nella scelta ed accoppiamento delle tubazioni, al fine di realizzare una geometria realmente adatta alle mie esigenze.</p><p>Credo che per un telaista artigianale, l'innovazione sia il "pane quotidiano", ogni cliente è diverso dal precedente e sarà diverso dal successivi, in tal senso non ci si può ancorare a rigidi, per non dire sclerotici, schemi di pensiero, poi tutto dipende da cosa intendi per innovazione: se ti riferisci all'introduzione, ogni anno, di due o tre nuovi modelli a catalogo, allora ti do ragione.</p><p>Ma poi chi chiedo: questi continui cambiamenti sono davvero forieri di un aumento delle performances, oppure sono mirati a far "scattare la voglia di cambiar bici" in noi utenti, col conseguente fiume di denaro che entra in tasca ai costruttori?</p><p>Per me, invece, innovare significa possedere un saldo bagaglio di conoscenze di base da cui poter attingere, prendendosi il lusso di non essere costretti a gridare ai 4 venti di aver introdotto la novità X sul telaio Y. </p><p>Se penso alla storia dell'evoluzione dell'uomo e la raffronto alla storia dell'evoluzione della bici, non mi raccapezzolo più, mi spiego: dopo tutto abbiamo sempre una testa, un tronco, due braccia e due gambe, eppure in questi ultimi anni le grandi ditte produttrici che investono in ricerca...spesso fanno a gara per chi riesce a stravolgere maggiormente la geometria classica di un telaio<img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/scratchhead.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=";nonzo%" title="Scratchhead ;nonzo%" data-shortname=";nonzo%" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ciofecca gialloblù, post: 2561391, member: 15762"] Come giustamente sottolinei tu, è un'impressione o-o. Per comprendere se questa impressione sia veritiera o meno, dovresti avere la possibilità di provare un moderno manufatto artigianale (Pegoretti in primis, purtroppo un po' di parte lo sono, ma solo perché conosco il reale valore delle sue creazioni, ma anche Zullo, DeRosa, ecc..), solo allora libereresti la scena da ogni dubbio. Io ho fatto il percorso contrario: proprietario di un telaio artigianale d'acciaio, ho provato monoscocche in carbonio di amici, solo allora ho capito che il plusvalore della mia bici, non va ricercato tanto nel diverso materiale con cui è realizzata, ma nel meticoloso studio nella scelta ed accoppiamento delle tubazioni, al fine di realizzare una geometria realmente adatta alle mie esigenze. Credo che per un telaista artigianale, l'innovazione sia il "pane quotidiano", ogni cliente è diverso dal precedente e sarà diverso dal successivi, in tal senso non ci si può ancorare a rigidi, per non dire sclerotici, schemi di pensiero, poi tutto dipende da cosa intendi per innovazione: se ti riferisci all'introduzione, ogni anno, di due o tre nuovi modelli a catalogo, allora ti do ragione. Ma poi chi chiedo: questi continui cambiamenti sono davvero forieri di un aumento delle performances, oppure sono mirati a far "scattare la voglia di cambiar bici" in noi utenti, col conseguente fiume di denaro che entra in tasca ai costruttori? Per me, invece, innovare significa possedere un saldo bagaglio di conoscenze di base da cui poter attingere, prendendosi il lusso di non essere costretti a gridare ai 4 venti di aver introdotto la novità X sul telaio Y. Se penso alla storia dell'evoluzione dell'uomo e la raffronto alla storia dell'evoluzione della bici, non mi raccapezzolo più, mi spiego: dopo tutto abbiamo sempre una testa, un tronco, due braccia e due gambe, eppure in questi ultimi anni le grandi ditte produttrici che investono in ricerca...spesso fanno a gara per chi riesce a stravolgere maggiormente la geometria classica di un telaio;nonzo% [/QUOTE]
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