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Metodologie di allenamento
Vo2 max o conconi??? La loro utilità.
Testo
<blockquote data-quote="all_i_need_is_bike" data-source="post: 2532875" data-attributes="member: 5183"><p>Se il problema è solo quello delle cadenze prefissate durante l'esecuzione del test, è sufficiente fare il test lasciando libero l'atleta di pedalare alla cadenza che egli seleziona naturalmente: vari protocolli utilizzano questa procedura.</p><p>Oppure si potrebbe fare un pre-test per indagare quale sia la cadenza che l'atleta assume naturalmente a quella intensità (dipendente dal suo patrimonio di fibre muscolari), ed utilizzarla nel test vero e proprio.</p><p>Penso che il fatto che alcuni protocolli utilizzino una certa cadenza piuttosto che un'altra sia una scelta per fissare un'ulteriore variabile ed operare con maggiore ripetibilità, confidando che comunque i risultati dei test vanno interpretati.</p><p></p><p>Comunque la FTP è semplicemente definita come la più alta potenza che riesco a mantenere in uno sforzo il più possibile costante della durata di un'ora, senza riferimenti alla cadenza alla quale l'ho ottenuta. Certo, il modo più completo di eseguire il test sarebbe quello di valutare la potenza espressa in corrispondenza di varie cadenze, trovando la situazione più favorevole in termini di effetto utile, ma si passerebbe la vita ad effettuare test.</p><p>Ovviamente si può lasciare la libertà di adottare la cadenza più confortevole per quel tipo di sforzo, confidando che sia quella a cui l'atleta riesce ad esprimersi meglio ma consapevoli che potrebbe cambiare un po' lungo la preparazione (per esempio per causa della conversione fra fibre IIa e IIb), oppure fissare anche in questo caso una cadenza, in modo da ottenere maggiore ripetibilità.</p><p>E' una questione di protocollo, una ipotesi di studio che fisso a priori, che ovviamente condizionerà i risultati e che per questo richiede (in generale) l'interpretazione a posteriori dei dati del test.</p><p></p><p>I primi due motivi che mi vengono in mente sono i. la progressività dello stimolo allenante, e ii. la definizione dei livelli di sforzo adeguati a stimolare in misura corretta i sistemi energetici e muscolari del particolare atleta (ti ricordo che il motore fisiologico è "selettivo").</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="all_i_need_is_bike, post: 2532875, member: 5183"] Se il problema è solo quello delle cadenze prefissate durante l'esecuzione del test, è sufficiente fare il test lasciando libero l'atleta di pedalare alla cadenza che egli seleziona naturalmente: vari protocolli utilizzano questa procedura. Oppure si potrebbe fare un pre-test per indagare quale sia la cadenza che l'atleta assume naturalmente a quella intensità (dipendente dal suo patrimonio di fibre muscolari), ed utilizzarla nel test vero e proprio. Penso che il fatto che alcuni protocolli utilizzino una certa cadenza piuttosto che un'altra sia una scelta per fissare un'ulteriore variabile ed operare con maggiore ripetibilità, confidando che comunque i risultati dei test vanno interpretati. Comunque la FTP è semplicemente definita come la più alta potenza che riesco a mantenere in uno sforzo il più possibile costante della durata di un'ora, senza riferimenti alla cadenza alla quale l'ho ottenuta. Certo, il modo più completo di eseguire il test sarebbe quello di valutare la potenza espressa in corrispondenza di varie cadenze, trovando la situazione più favorevole in termini di effetto utile, ma si passerebbe la vita ad effettuare test. Ovviamente si può lasciare la libertà di adottare la cadenza più confortevole per quel tipo di sforzo, confidando che sia quella a cui l'atleta riesce ad esprimersi meglio ma consapevoli che potrebbe cambiare un po' lungo la preparazione (per esempio per causa della conversione fra fibre IIa e IIb), oppure fissare anche in questo caso una cadenza, in modo da ottenere maggiore ripetibilità. E' una questione di protocollo, una ipotesi di studio che fisso a priori, che ovviamente condizionerà i risultati e che per questo richiede (in generale) l'interpretazione a posteriori dei dati del test. I primi due motivi che mi vengono in mente sono i. la progressività dello stimolo allenante, e ii. la definizione dei livelli di sforzo adeguati a stimolare in misura corretta i sistemi energetici e muscolari del particolare atleta (ti ricordo che il motore fisiologico è "selettivo"). [/QUOTE]
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