Ragazzi viene lunghetto, scusate.
Per fortuna ci sarebbero tante cose da raccontare, innumerevoli, come penso per tutti, le mie in gran parte legate a disavventure,
quasi sempre a lieto fine, come una volta, almeno trenta anni fa: Con un rigida in alluminio scendendo a manetta da un sentiero per capre a 2.000 m si ruppe improvvisamente il cannotto di sterzo e la bicicletta finì in due pezzi ed io con lei, due ore di sentiero a piedi con le macerie in spalla fino ad un Santuario (Madonna di Canneto) dove per gentile cortesia di un fedele che si trovava lì in raccoglimento spirituale entrai in possesso di un gettone telefonico, si quelli con le scanalature…, con il quale chiamai quella che poi sarebbe divenuta mia moglie la quale, forse cominciando ad intuire cosa l'avrebbe attesa negli anni a venire, partì per venirmi a recuperare ed io nella più totale incoscienza legai con del filo di ferro il cannotto alla bicicletta e percorsi così diversi km per andarle incontro.
Tornando a noi, per fare
tre esempi tra cose recenti, direi:
La più “profonda” spiritualmente questa qui, ci penso spesso, sembra una disavventura ma per me è stato bellissimo:
https://www.bdc-mag.com/forum/t/foratura-positiva.218202/
Poi mi viene in mente il mio primo 200 in solitaria tutto d’un fiato, bello e divertente, meno duro di quanto mi aspettassi, forse perché con poca salita, infatti mi chiedo in continuazione quale sia il motivo che può spingere un vecchio cinghiale da quasi 80kg, buono solo per la geriatria, a continuare ad iscriversi a quelle caxxo di GF da 200km e 4.000m, boh:
https://www.strava.com/activities/1186671101
La più mistica, ma fonte di grande soddisfazione, la sola volta in oltre 100.000 km che sono riuscito a restare in balia di un Di2 scarico, deragliavo con la brugola da due
, sono arrivato a casa con il culo in fiamme, nei falsopiani a scendere a 120 rpm con il rapportino continuavo a rimbalzare sulla sella, ma anche questo fonte di bei ricordi:
https://www.strava.com/activities/1767652126
La mia gara più gratificante, si lo so, quasi tutti voi vi metterete a ridere ma ognuno ha il suo (di livello), poi questa mi è piaciuta perché la mia tattica(?) di gara(?) è sempre la stessa, parto a manetta, reggo, reggo, reggo, reggo e poi schiatto e mi trascino al traguardo sperando di arrivare prima che abbiano chiuso e questa è stata una delle rarissime volte in cui invece sono arrivato prima di schiattare o mentre stava accadendo, si vabbè direte che la gara era corta, si avete ragione, ma che devo fà:
https://www.strava.com/activities/2204193074
Oooopss, ne sono uscite quattro…
, vabbè ormai abbiamo sforato, ve ne racconto una quinta al volo.
Per lavoro parto in compagnia di mio fratello, dalla Ciociaria profonda, direzione Varese. Primo viaggio lungo con una macchina nuova, facciamo il pieno e via. Verso Bologna ci complimentiamo con i consumi della vettura, abbiamo ancora mezzo serbatoio, caspita, ottimo. Pochi km prima di Reggio Emilia, il motore inizia a borbottare e poi si arresta. Fermi in corsia d’emergenza giro la chiave per riavviare ed il livello carburante va a zero e si accende la spia, siamo a secco, l’indicatore segnava male…
Incazzati, vedo un distributore fuori, sembra non lontano, scavalco la recinzione della A1, finisco in uno stabilimento, era una mega-porcilaia in fase di dismissione, vedo un tizio, gli spiego. Mi dice che mi presta una bicicletta, mi dice anche che il distributore sembra vicino ma che devo attraversare di nuovo l’autostrada e poi tornare di qua passando dai due ponti che si vedono laggiù, Azzz. Entriamo in un capannone maleodorante dove giacciono accatastate decine di strane biciclette, ne cava una dal mucchio, sul cestello anteriore mi sistema una tanica e mi dice “Vada!”, Sto per partire (in giacca e cravatta) e gli dico “Scusi ma non ci sono freni”, risposta “Retropedale! Retropedale!”. Usti! Parto, anche con ritmo, per fare in fretta. Alla discesa del primo cavalcavia la suola liscia del mocassino mi tradisce e mi scappa il pedale, che comincia a girare all’impazzata assieme all’altro, in fondo alla rampa finisco sul ciglio e mi salvo dal fossato per miracolo aiutandomi con i piedi, uno dei mocassini sembra di fango, anzi, no, è effettivamente pieno di fango… Alla
pompa mi guardano un poco strano, vabbè, mai visto uno che fa benzina in giacca e cravatta su una biciletta sporca di letame di maiale e pieno a sua volta di fango? Riparto, la tanica da venti litri sulla ruota anteriore dà alla bicicletta la maneggevolezza di una mietitrebbia, in cima al primo cavalcavia, mi fermo, sia per studiare la discesa e sia per togliere giacca e cravatta, sono in un bagno di sudore, non mi è più chiaro se gli effluvi che appestano l’aria intorno a me siano derivanti dal letame di maiale oppure siano autoprodotti. La discesa del secondo ed ultimo cavalcavia è in curva… mi fermo di nuovo in cima, in preda ad un delirio semiserio mi lego la cravatta sulla fronte, avevo visto Rambo da poco
, mi lancio con i mocassini, la fascia-cravatta, il sudore, il letame, la tanica, la simil-bicicletta, il retropedale. Arrivo in fondo, a destra c’è l’ingresso della porcilaia, il cancello carrabile è chiuso, quello pedonale aperto, imbocco a velocità “folle” la stretta apertura, passo mancando con le estremità del manubrio i pilastri dell’ingresso di pochi cm a destra e sinistra, mi arresto miracolosamente in una nuvola di polvere. Il tizio è sparito, depongo il mezzo sulla catasta, mi avvio alla recinzione con la tanica in mano, scavalco di nuovo, mio fratello mi vede, non sa che dire, dalla sua faccia capisco che è meglio che non dica, devo avergli fatto venire un colpo, dopo qualche secondo gli ho detto “tranquillo, ho solo fatto un salto in bicicletta a prendere la benzina”, siamo scoppiati entrambi in una risata fragorosa.
Quel giorno la consapevolezza che la bicicletta avrebbe avuto un posto di rilievo nella mia vita si rafforzò in me ancora di più.