Il punto è che se non lo fermi non lo sai se ha un polso rotto. Magari il polso rotto non ce l'ha, ed il giorno dopo può partire. Invece trascinarsi per tot km col polso veramente rotto che senso ha? Oltre che a mettere ulteriormente a rischio la sua incolumità?
E' anche il senso del protocollo concussioni, che secondo il tuo ragionamento porterebbe a tirar fuori dalla corsa chiunque cada.
Io non intendevo questo, il senso del mio ragionamento era, provo a spiegarlo meglio:
se un corridore cade, prende qualche botta e si "sbuccia" poco, con relativamente poco dolore, parte e non ci sono dubbi sulle sue condizioni; dovrà recuperare un pio di giorni e poi potrà continuare la gara quasi come nulla fosse.
Se invece prende un sacco di botte tanto da sospettare fratture, si taglia e sanguina un po' dappertutto tanto da richiedere molto probabilmente diversi giorni di recupero tale da diventare quasi inutile al resto della squadra, che senso ha dargli l'opportunità di salire sull'ambulanza per esami di approfondimento?
A quel punto avere la certezza di un polso rotto o meno cambierebbe solo per quella singola tappa, ma non sul continuare la corsa incerottato per giorni e continuare in ogni caso la corsa.
Per esempio quando Kuss é caduto al tour l'anno scorso, ha finito la tappa trascinandosi al traguardo ed il giorno dopo é partito. Farlo salire su un'ambulanza non avrebbe cambiato nulla perché così lui e la squadra avevano deciso, non é questione di regole.
Certo non avrebbe perso minuti causa caduta, ma fa parte delle corse in strada.