Le previsioni erano pessime. E così è stato. Sveglia alle 5, esco sul balcone e vedo i lampioni illuminare scrosci di pioggia. Guardo il letto e gli sorrido.
Poi apro il forum e ci sono già i primi aggiornamenti. Esco di nuovo sul balcone e vedo passare un omino tutto vestito di nero. Penso sia Clodovico, non ne sono sicuro, ma è la spinta giusta: mi vesto ed esco anche io.
I minuti di attesa in griglia non passano mai sotto la pioggia. Vedo un austriaco davanti a me in braghette estive e antivento che trema come una foglia, ma incurante fa battute con gli amici:
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Poi il countdown, ed il colpo di cannone, che ogni anno mi spaventa…
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Si parte.
I kilometri fino all’inizio del Kuthai mi sembrano più lunghi del solito, sicuramente perché vado più piano, d’altronde piove a dirotto e quando qualcuno ti sta davanti più che contento per la scia sono terrorizzato dal fatto che non vedo più niente.
Inizia il Kuthai, io vado del mio passo regolare secondo la mia tabellina prefissata.
Incontro Ezio79 con cui scambio due chiacchere. Noto la sua Pegoretti in acciaio e gli dico darsi una mossa se non vuole arrivare con la ruggine. Detto fatto parte come un proiettile e lo rivedrò solo all’arrivo. Lui bello che cambiato e lavato io con il brecciolino che mi scricchiola tra i denti…
In senso inverso alla marcia vedo gente scendere dal Kuthai. Molti preferiscono risparmiarsi una giornata del genere evidentemente, ma le previsioni per il lato italico sono buone. Peccato.
Dopo una discesa refrigerante dal Kuthai, come sempre, incredibilmente, mi trovo a tirare da solo da Kematen fino all’inizio del Brennero. Mi guardo indietro più volte e vedo una fila indiana infinita. Nessuno mi da il cambio però.
Salvo passarmi di slancio a mucchi appena inizia la salita…
Intanto spunta il sole. Ed il sorriso.
Nel ridente paesino di Wolf comincio però ad avere degli spasmi allo stomaco. Forse il freddo in discesa, forse il ginger dei miei nuovi gel…fatto sta che vengo risucchiato da un numero incredibile di persone.
Il Giovo è un calvario. Mi fermo due volte a vomitare. Pessimo: una sola persona (un austriaco) si ferma per chiedermi come sto e se ho bisogno di qualcosa…mah…
La discesa del Giovo è asciutta e divertente. All’imbocco del Rombo tutti si svestono, visto che il sole “picchia” come se fosse Agosto. E lo è.
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Io intanto arranco come posso. Alla nausea si è aggiunta una sensazione di “vuoto” allo stomaco. In effetti ho bevuto soltanto acqua per non peggiorare la situazione, ma ora il fisico reclama almeno zuccheri.
Con sola forza di volontà arrivo all’ultimo ristoro, quello di Schonau. Dove succhio un arancia ed un limone interi. Poi mi siedo davanti la panchetta dei massaggi.
Una gentile austriaca mi chiede “need help?“. La mia risposta: “yes please, kill me.”
Lei ride, io meno. Guardo il pezzo mancante da fare e sta per scendermi una lacrima, ma non sono come quelle di Clodovico di gioia…
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Mi fermo un’altra volta per vomitare a bordo strada. Non esce niente. Noto però il paesaggio sempre maestoso, almeno quello voglio gustarmelo.
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Ormai le tentazioni camion scopa sono passate. In fondo al tunnel vedo la luce. Che si chiama Passo Rombo.
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Ma temo ancora il maledetto “dentino” finale prima della discesa. Il Mautstelle.
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Bagno caldo, piumone e tanta nanna ora. Lascio a bocca amara i più curiosi sull’imbarazzante dettaglio del tempo.
La voglia di rifarla è già tanta però.
ps
complimenti vivissimi al vincitore Littleprince alias Roberto Cunico e tutti i finishers.
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