Categorie: Gare

Froome bersaglio di critiche per le sue dichiarazioni sulle misure della bici

In questi giorni si sta assistendo ad un siparietto abbastanza comico che vede protagonista Chris Froome (Israel-PremierTech). Il ciclista britannico, vincitore di 7 grandi giri in carriera, ha dichiarato nei giorni scorsi che durante la pausa forzata a causa della propria non convocazione al Tour de France si è accorto di come la propria posizione in bici sia notevolmente cambiata nel tempo.

Il corridore 38enne sostiene di aver notato “discrepanze molto grandi” tra il suo posizionamento sulla Pinarello del Team Sky utilizzata durante i propri giorni migliori in carriera e il suo attuale assetto sulla Factor che utilizza alla Israel, e che ritiene siano all’origine dei dolori lombari che avverte nelle gare più lunghe.

All’inizio ho pensato che fosse l’età che cominciava a farsi sentire, ma poi ho iniziato a interrogarmi sulla mia posizione in bici e a confrontarla“, ha detto Froome al sito Cyclingnews questa settimana.

Ho preso una delle mie vecchie biciclette dei tempi del Team Sky/Ineos  e ho potuto confrontare la posizione sulle due diverse bici. Ho notato che il mio reach, la misura dalla sella al manubrio, era di oltre tre centimetri differente tra le due bici, più lungo sulla bici attuale. Ho quindi preso la mia vecchia bici e sono andato da uno specialista, trovando grandi discrepanze tra le mie posizioni. Ma ora abbiamo fatto dei cambiamenti importanti, più che centimetri in termini di altezza della sella, in termini di allungo, è davvero tanto, non stiamo parlando di millimetri“.

Il vincitore del Giro e della Vuelta ha detto che la sorprendente discrepanza tra la sua posizione in bicicletta passata e quella attuale era dovuta semplicemente a una “svista”, e che spera che il suo assetto ora corretto possa dare i suoi frutti nel 2024.

È una cosa positiva per me. Ho scoperto che mi ha dato una motivazione in più, perché potrebbe essere una parte del puzzle, dei pezzi mancanti, del perché non ho trovato il livello che volevo raggiungere“, ha detto Froome.

Dichiarazioni abbastanza sorprendenti per un professionista del suo calibro, noto per essere sempre stato maniacale nella propria preparazione, e che oltretutto ha sempre riposto grande attenzione anche al proprio mezzo, in particolare criticando i freni a disco, sia per la lentezza dei cambi ruota (di cui a suo dire è stato vittima al tour of Rwanda) sia per le prestazioni in se e per se, tanto da aver provato a montare differenti pinze sui propri impianti freno, montando delle Magura MT8 SL al posto delle Shimano DuraAce “di serie”.

Se state pensando invece che questa sia l’ultima di una lunga serie di scuse di Froome per la mancanza di risultati da dopo il famoso incidente al Criterium du Dauphiné non siete soli. Sui social non sono mancate le critiche, comprese quelle di suoi ex-colleghi, come Michael Rasmussen (Rabobank) che ha tacciato le dichiarazioni di Froome semplicemente come “stronzate”, articolando che :

Che mucchio di stronzate da parte di Froome. Qualsiasi ciclista professionista che abbia fatto migliaia di ore su una bicicletta sentirà immediatamente un cambiamento nell’assetto. Froome potrebbe guidare la sua Pinarello del 2015 e non riuscirebbe comunque a entrare nella top 20 del Tour du Rwanda con il suo livello attuale“.

Il resto dei commenti sono magari meno crudi, ma dello stesso livello, ritenendo incredibile che un pro del suo livello si accorga di una posizione errata in sella “per caso” dopo 3 anni dal cambio di squadra e bici.

Del popolare Youtuber Benji Naesen la conclusione lapidaria: “O ti ritiri da eroe, o continui abbastanza a lungo da vederti diventare un meme“.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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