Froome resta convinto delle proprie possibilità

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Chris Froome non demorde, e nonostante le sue prestazioni ormai siano poco confortanti da tre anni, dalla famosa caduta al Dauphiné, il britannico continua a credere di poter tornare ai suoi migliori livelli.

In realtà al recente Mercan Tour Classic Froome ha mostrato di poter rimanere almeno col gruppo dei migliori, arrivando 11° a +3’58” dal vincitore Jakob Fuglsang. Suo miglior risultato dall’incidente che ne ha stravolto la carriera.

Ora Froome è impegnato al Dauphiné, dove, di nuovo, non sta mostrando grandi prestazioni, visto che martedì ha perso una trentina di secondi all’arrivo a Chastreix-Sancy dopo una salita di 2^ categoria, e nella cronometro di mercoledì è stato lontano dagli standard del passato (64° a 3’6” da Ganna), mentre ieri non è riuscito a stare nei primi gruppi (107° a 2’43”).

Ma in recenti dichiarazioni Froome ha rilanciato che il suo obiettivo resta il Tour de France, e che il vero test in vista della grande corsa francese sarà questo fine settimana sulle alpi, dove conta non solo di mostrare di poter mantenere le promesse, ma proprio di staccare il biglietto per Parigi centrando la selezione nella Israel-Premier Tech, a questo punto non più tanto scontata.

Altri possibili test saranno il Mont Ventoux Dénivelé Challenge (il 14 giugno) e la Route d’Occitanie (16-19 giugno).

In interviste recenti il refrain del britannico pare sempre essere lo stesso degli ultimi 3 anni: non si sente più limitato fisicamente ed ha buone sensazioni. Gli manca solo un po’ di ritmo, ma nel gruppo si muove disinvoltamente. Cose che il britannico ripete ormai da parecchi mesi, ma che finora non si sono concretizzate in prestazioni nemmeno simili a quelle a cui era abituato prima dell’incidente. Anche se lui resta positivo ed ha affermato che il risultato al Mercan Tour sia migliore persino di quanto avesse mai fatto prima in una classica di un giorno (prove in cui in effetti non ha mai brillato).

Ora però sembra anche cosciente che il tempo del procrastinare sia finito, sia per una questione di età (ha appena compiuto 37 anni) sia perché la sua squadra, la Israel Premier Tech è in grande affanno rispetto la caccia ai punti necessari per rimanere nel WorldTour a fine stagione. La formazione israeliana è infatti attualmente ventesima nella classifica dei punti necessari a rimanere nella massima divisione, quindi in piena zona retrocessione. Questo potrebbe sconvolgere i piani e le aspettative di Froome, che potrebbe rimanere escluso sia dalla selezione del Tour de France che della Vuelta España, cosa che lui stesso ha ben presente: “Non ho alcuna garanzia di esserci da parte della squadra”.

E visto che la Israel non sembra particolarmente ben equipaggiata per fare molti punti nei grandi giri potrebbe, o sarà costretta, ad orientarsi nel cercare di fare punti in corse minori, sulla scia di altre squadre WT nelle stesse condizioni. Ed in questo scenario Froome sembra il classico pesce fuor d’acqua.

 

 

 

Commenti

  1. BrunoDM:

    Due considerazioni:
    - che lui dica certe cose ci sta. Anzi mi meraviglierei se dicesse "ormai sono un brocco, non vado più, meglio che mi licenzino, Mi dimetto". Si parla di lui e del team e tanto gli basta evidentemente. Le vittorie, l'orgoglio del campione e tutta la retorica di questo mondo le avrà quando si sarà ritirato;
    - ma corre con quell'orologio al polso? ;-)
    Lo terrä fino a poco prima della partenza, come i piloti di F1 che lo indossano subito dopo l´arrivo...
  2. onestamente, inizio a non capire (non che io sia uno molto sveglio eh, per carità.....)
    in primis dicevo: ok, è giusto voler salutare e ricevere il saluto della grande folla, e non correndo una corsa dove il pubblico non poteva esserci.ma ora no. a parte che, qualche giornalista "cattivo", potrebbe pure dirgli, bruscamente:" ma lo vedi che non tieni più le ruote di metà gruppo?"

    l'ho ammirato sempre, per la tenacia, la determinazione, la "serietà" nel suo lavoro, ma ora, ripeto, non capisco questo "trascinarsi" (poi oh, magari vince 3 tappe al Tour staccando tutti eh)

    non vorrei fosse nell'aspirale "dei top, che hanno paura di quando le luci dei riflettori si spegneranno"

    mi viene in mente una famosa copertina di Sport Illustrated, quando commento il più grande giocatore dei basket e uno delle 3 icone sportive + grandi del secolo scorso, cimentarsi in un altro sport

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    ecco, con il massimo rispetto Cris, e con il tantissimo tifo che ho fatto per te, "Bag it"
  3. bastianella31:

    No, ma non mi piacce avere cose "rigide" addosso, metti in caso di caduta.
    Venendo dal calcio ho sempre avuto questa abitudine, di non avere adosso "cose" (molti tengono la pompetta o il gonfia e ripara nella tasca posteriore, cosa che trovo gratuitamente pericolosa).
    Se la mia risposta non ti va bene e vuoi farci sopra dell´umorismo spiccio, vai sciallo, io la mia te l´ho detta...

    Dato che ci ridi sopra, la risposta vale anche per te @rampuzzolo...
    Si ma un orologio in caso di caduta si sgancia in un nano secondo. Allora le catenine al collo sai che pericolo...
    Comunque copriti bene che forse hai qualche nervo scoperto.
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