Giancarlo Brocci, ideatore ed organizzatore dell’Eroica, nota cicloturistica con bici vintage con partenza a Gaiole in Chianti, ed ora diventata un format di successo mondiale, ha presentato alla sede UCI, direttamente al presidente David Lappartient, una proposta di creare un “ciclismo eroico professionale“.
Fondamentalmente i punti chiave di questa proposta, presentata da Brocci assieme ai rappresentanti di 16 stazioni sciistiche del canton Valais in svizzera, preoccupati dell’andamento climatico ed in cerca di alternative, sono:
-nuovi percorsi che comprendano sterrato
-inserimento di tappe oltre i 300km, con possibilità di partenza in notturna
-utilizzo di rapporti “non da rampichino”
-niente computerini, misuratori di potenza e radioline
-divieto di scendere sotto il 6% di massa grassa corporea
Il tutto nell’intento di contrastare la noia del ciclismo professionistico attuale, tutto incentrato, a dire di Brocci, sulla tecnologia e l’esasperazione di ogni aspetto, come l’allenamento e la nutrizione.
Si attendono riscontri sulle reazioni di Lappartient.
I vari Coppi, Bartali, Bottecchia ecc.ecc. si allenavano con metodo e scienza e sfruttando al massimo la tecnica del tempo, come fanno oggi i vari Froome, Nibali ecc, la differenza sta semplicemente nell'evoluzione della tecnologia e della scienza.
Al tempo le minor conoscenze rendevano tutto meno prevedibile ma il ciclismo come tutto lo sport agonistico pesca ovunque al fine di migliorare i risultati (c'è anche il doping lo so) e quindi anche nella tecnologia.
Le bici sono sempre stata ottimi esempi di studi ingegneristici, l'alimentazione è sempre stata curata dai corridori, le squadre si sono sempre avvalse ti tutto ciò che può migliorare il loro lavoro.
Non mi pare che nel '40 quando Campagnolo introdusse il "cambio corsa" ci fu una levata di scudi perchè questo nuovo dispositivo snaturava il ciclismo come accade ora per qualsiasi nuovo prodotto.
Così non mi pare che quando si passo, negli anni '80, dall'acciaio all'alluminio ci furono corridori che preferivano farsi un tappone di montagna con un bel telaio di acciaio di 1kg più pesante rispetto ad uno di alluminio per restare fedeli alla tradizione.
Il miglioramento e la diffusione delle conoscenze porta ad un livellamento delle prestazioni, verso l'alto ovviamente, riduce l'imprevedibilità e tende a parità di condizioni ad omologare le prestazione; questo accade in ogni ambito, non solo nello sport.
Poi se una loc.turistica pensa di attirare amatori con un iniziativa simil eroica fa sicuramente bene, ma pensare di proporla in chiave agonistica è un "caxxxta pazzesca".
In una manifestazione sportiva un pizzico di agonismo non gusta ovviamente, proporre una classifiche non esclusivamente basata solo sul tempo ma anche su prove di "riparazione del proprio mezzo" o sulla qualità del restauro potrebbe dare un po' di sale alla manifestazione, ma pensare di far nascere un circuito agonistico mi sembra una cosa fuori luogo.
Vogliamo far si che le gare dei pro siano più avvincenti ci sono altri sistemi più efficienti di quello di farli correre con bici degli anni '40 altrimenti facciamo prima a dotarli di zaino con mattoni, poi voglio vedere Froom in fuga un 10kg di mattoni sulla schiena.
Allo stesso tempo, per un pubblico generalista, com'è quello dei grandi giri ad es., una cronaca basata solo su statistiche e dati sarebbe indigeribile.
Comunque io intendo la narrazione basata sulla retorica, con l'enfasi sulla sofferenza, il sacrificio, il dolore, etc.etc le cronache pre-tv erano pura epica...oggi ci si accontenta di dire che i ciclisti son dei duri rispetto ai calciatori...