Plan di Montecampione, 25 maggio 2014 – Il giovane scalatore sardo del Team Astana, Fabio Aru, ha vinto la quindicesima tappa del Giro d’Italia, Valdengo – Plan di Montecampione (225 km). Aru ha staccato tutti gli avversari quando mancavano 3 km dall’arrivo, dopo l’ennesimo scatto. Alle sue spalle hanno tagliato il traguardo i due colombiani, Fabio Duarte a 21 secondi e Nairo Quintana a 22 secondi.
La Maglia Rosa Uran è riuscito a difendere il primato portando il suo vantaggio su Evans (secondo) a 1’03” e quello su Majka a 1’50”.
MAGLIE
Maglia Rosa – Balocco: Rigoberto Uran Uran (Omega Pharma – Quick Step)
Maglia Rossa – Algida: Nacer Bouhanni (FDJ.fr)
Maglia Bianca – F.lli Orsero: Rafal Majka (Tinkoff Saxo)
Maglia Azzurra – Banca Mediolanum: Julian Arredondo (Trek Factory Racing)
Alcune dichiarazioni dalla conferenza stampa.
Rigoberto Uran (Omega Pharma Quick Step) – Maglia Rosa
L’esperienza.
“Ho fatto 4 Giri e un pò di esperienza ce l’ho, ho provato ad andare dietro ad Aru ma andava troppo forte, ho visto che aveva la grinta e un passo davvero molto forte. Poi anche Quintana faceva un passo molto forte, allora sono salito con un buon ritmo, va bene cosi, ho perso qualche secondo ma non lo considero problema.”
Gavia e Stelvio.
“Se si faranno Stelvio e Gavia oppure no, non cambia molto. Come l’anno scorso, quando nella tappa delle 3 Cime abbiamo fatto solo l’ultima salita e ha vinto comunque il piu forte. Sono strade bellissime e mi piacrebbe farle ma credo che bisogna aspettare dopo domani per vedere come sarà il tempo.”
I volontari.
“Devo ringraziare tutti i volontari che fanno tanto per la nostra sicurezza sulle strade, ringrazio loro e ringrazio tutti coloro che stanno dietro alla grande macchina organizzativa del Giro d’Italia.”
Aru.
“Aru lo avevo già notato lo scorso anno al Giro perchè andava molto forte nell’ultima settimana e questo per un giovane non è mai facile. Ha dimostrato oggi di essere in grandissima condizione, è giovane può migliorare ancora moltissimo ma è già uno forte forte!”
Fabio Aru (Team Astana) – Vincitore di tappa
Il Giro d’Italia.
“Penso a questo Giro da metà novembre, fin dal primo ritiro di squadra. Ho cercato di fare un buon inverno facendo la vita del corridore senza pormi un obiettivo in particolare ma sempre cercando di migliorarmi…
Obiettivi.
“Penso solo a vivere alla giornata e cercare di imparare giorno dopo giorno dai miei compagni, dai direttori sportivi, da tutte le persone che mi stanno a fianco. Tiralongo è un pò il mio secondo papà, e lui mi segue fin da quando sono dilettante, viviamo anche vicino. Ma non solo lui, tutti i direttori sportivi, I miei compagni di squadra… non si finisce mai di imparare e io sono davvero felice di poter imparare qualcosa da ognuno di loro.”
La fuga.
“Essere in fuga per la vittoria, a tutta, si provano sensazioni che non riesci a spiegare. Cerchi di realizzare un sogno. Un sogno per cui hai lavorato tanto, da un anno prima almeno. Oggi non sapevo bene come sarebbe potuta andare l’ultima salita e gli ultimi km. Non sapevo bene quanto potessi tenere quindi ho pensato solo a spingere forte sui pedali. E sono arrivato qui.
Gli avversari e il sogno.
“Io credo nei miei mezzi però penso sempre a restare con i piedi per terra. Per me è un’emozione già correre di fianco a questi campioni. Quando riesco a stare con i primi di classifica negli ultimi km già provo un brivido. Oggi che sono riuscito a staccare tutti quando mancavano tre km, mi sembrava davvero un sogno ad occhi aperti.”
Aru vincitore sulla “Montagna Pantani”.
“Pantani era un fuoriclasse che ha emozionato le folle. Tutt’oggi sulle strade si leggono le scritte in suo onore. La generazione di oggi pensa a fare bene.”
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