Molto spesso si sentono le giustificazioni tra Pro ed amatori positivi ai controlli che le loro positività sarebbero frutto di sostanze presenti in integratori “contaminati”.
Per molti sono solo patetiche giustificazioni, ma la cosa incuriosisce, ed una parziale risposta arriva da un’intervista a David Walsh, non il giornalista sportivo, ma un education officer dell’agenzia antidoping britannica:
“La domanda sugli integratori è quella che odio di più riguardo il mio lavoro. Perché è la sola domanda a cui non posso dare una risposta definitiva, ed io odio non poter dare risposte definitive“.
“Con gli integratori non si può avere una garanzia al 100%, semplicemente perché se si guarda alla lista della WADA si vede che sono proibite questa e quella sostanza e sostanze similari. Cosa che lascia spazio per qualunque cosa possa essere stata sviluppata, e se tu fai un test su un integratore per un gruppo di sostanze vietate, potrebbe esserci qualcosa che non conosci e per cui non stai facendo il test e che ti fa dire che quell’integratore è “pulito” al 100%. Ma l’integratore è stato testato solo per le sostanze nella lista, ma questo non vuol dire che sia sicuro al 100%, il che è piuttosto rischioso“.
Bevande, gel, barrette energetiche e proteiche sono consumate in enormi quantità dagli atleti e per Walsh bisogna che il messaggio per questi atleti sia chiaro: “Non c’è nessuna garanzia al 100%. Si cerca di ridurre il rischio il più possibile. Ma ci sono aziende che fanno test più rigorosi di altri”.
Per esempio in UK esiste un’azienda, la HFL Sport Science che fa test sugli integratori per trovare sostanze proibite. I loro laboratori fanno analisi su moltissimi integratori e quelli che sono puliti, e contengono esattamente quello che riportano in etichetta, vengono dotati di un bollino e archiviati in un sito( Informed Sport website.)
Fino a qualche tempo fa la HFL era un laboratorio accreditato dalla WADA, ma ora i laboratori accreditati non possono più fare analisi per aziende produttrici di integratori e così hanno rescisso l’accredito ed ora fanno test indipendenti.
Walsh continua: “Per esempio, i prodotti Maximuscle sono testati dalla HFL ed ogni partita di ogni ingrediente viene testato dalla HFL. Ma si parla di singole partite da 1,5 tonnellate da cui viene prelevato un piccolo campione per i test, così se il contaminante si trova dalla parte opposta della stanza non risulterà. Per questo prendono dei campioni A e B e conservano il campione B. Se l’atleta viene trovato positivo possono ritrovare la partita e ripetere il test”.
Con il programma Informed Sport programme la HFL ha testato nel 2008 2678 prodotti e di questi 2 sono risultati positivi. Ovvero lo 0,07%. E questi due prodotti sono stati trovati positivi prima della loro commercializzazione.
Ottimo, ma poi hanno fatto un’altra indagine, comprando 24 integratori da 12 dei maggiori brand europei e su internet (da 12 nazioni, UK incluso), con 114 campioni dai 24 prodotti e 11 sono risultati positivi per almeno uno steroide (testosterone e nandrolone) o uno stimolante (Methylhexanamine e Sibutramine). Il 10%“.
Uno studio simile del 2007 negli USA, con 58 integratori comprati in negozi e su internet ha mostrato che il 25% era contaminato da steroidi e l’11% da stimolanti.
Nel 2008 152 integratori comprati sul mercato in UK hanno fatto registrare il 10,5% di contaminati da steroidi e stimolanti.
Pare quindi che la situazione sia in miglioramento e sicuramente non vale la pena di fare del terrorismo a riguardo, ma evidentemente un po’ di attenzione a quello che si compra va prestata. Nel caso degli amatori perlomeno per quelli più “a rischio” controlli, e per gli altri…semplicemente per sapere cosa si sta bevendo o mangiando….
La domanda del perché e come questi contaminanti finiscano negli integratori resta aperta, soprattutto visto il numero di quelli che possono essere trovati: